mercoledì 25 novembre 2020

LA BOLLA PAPALE DI SOPPRESSIONE DELL’ORDINE DEL TEMPIO: UN ALTRO DOCUMENTO STORICO DA CONOSCERE (Parte Seconda)

 

Cari amici, bloggers e semplici curiosi,

come avete potuto leggere nella prima parte di questo post, papa Clemente è il personaggio chiave nella caduta dei Templari. Se, all’inizio della vicenda, egli era diffidente nei confronti delle accuse mosse ai Templari dal re cristianissimo Filippo IV, divenne in seguito suo acceso sostenitore nel perseguire e perseguitare i cavalieri, macchiatisi di eresia a causa dei riti anticristiani praticati durante la particolare iniziazione-investitura all’Ordine.

Solo al Papa competeva la possibilità di salvare o meno l’intera Milizia. Clemente non lo fece e spiegò la sua posizione nella Bolla di soppressione dell’Ordine templare, la Vox in Excelso. Tra virgolette, quindi riporterò fedelmente alcuni passi significativi di questo documento storico. Tenete ben presente che, come era uso, il papa usa il plurale maiestatis e quindi parla usando il Noi.

Dopo essersi riferito ai Templari utilizzando alcune citazioni di passi dell’Antico Testamento, come “[…] hanno innalzato altari a Baal per iniziare e consacrare i loro figli agli idoli e ai demoni”, Clemente racconta di come, prima di salire sul soglio pontificio, era stato messo a conoscenza del ruolo dei Templari in Terra Santa, di come fossero stati descritti come “speciali combattenti della fede cattolica”, motivo per cui la “Chiesa li aveva circondati di onori, di libertà e privilegi”. Ora, scrive Clemente “ci era stato detto che fossero caduti nel peccato di un’abominevole apostasia contro lo stesso Signore Gesù Cristo, nell’odioso vizio dell’idolatria, nell’esecrabile vizio di Sodoma e in diverse eresie” ma “non abbiamo voluto prestare orecchio ad insinuazioni e voci simili”. Poi però “il nostro carissimo figlio in Cristo Filippo, illustre re di Francia, al quale erano stati denunciati crimini simili, spinto non da un sentimento di avarizia (poiché non voleva rivendicare o appropriarsi di alcuno dei beni dei Templari, disinteressandosi a quelli presenti nel suo regno e tenendosene ben lontano), ma per puro zelo della fede ortodossa, raccolse tutte le possibili informazioni su quello che era successo e fece arrivare a noi numerose e gravi notizie per mettercene al corrente. Tali crimini non hanno fatto altro che aumentare la cattiva reputazione dei Templari e del loro Ordine. Per di più un soldato della milizia, appartenente all’alta nobiltà, ci ha dichiarato in segreto e sotto giuramento che lui stesso, durante la sua iniziazione, su consiglio di chi lo ammetteva e dinanzi agli altri soldati della Milizia, aveva rinnegato Cristo e sputato sulla croce che il suo iniziatore gli aveva messo davanti […]Egli aveva sentito dire che le ammissioni all’Ordine si svolgevano in questo modo: che su esortazione del capo o di un suo delegato, il nuovo ammesso rinnegava Cristo e sputava sulla croce per insultare Cristo crocifisso; che poi il capo e l’iniziato commettevano atti illeciti e contrari all’onestà cristiana”.

Clemente aggiunge che molte erano le voci che si erano innalzate contro i Templari, quella del Re di Francia ma anche dei duchi, dei baroni, del clero e persino del popolo e che quindi aveva appresso che il Gran Maestro De Molay, assieme agli alti nobili dignitari, si erano macchiati di questi crimini, provati dalla confessione del Gran Maestro a Chinon e dalle dichiarazioni dei tanti cavalieri interrogati dai prelati e dalla Santa Inquisizione. In base a tutto ciò, dice Clemente, lui dovette aprire un’inchiesta. Lui stesso volle quindi interrogare 72 cavalieri, “in un luogo sicuro e benevolo in cui non avevano nulla da temere”, i quali gli resero le stesse confessioni che avevano precedentemente reso all’Inquisizione.

Il papa racconta nella Bolla che decide allora di incaricare suoi cardinali di fiducia affinché formino una commissione speciale con notai pubblici per interrogare il Gran Maestro e gli alti dignitari detenuti nella fortezza di Chinon.

Interrogati, il Gran Maestro e gli alti dignitari, scrive Clemente, confessarono a codesta commissione “senza violenza né terrore” che “quando erano stati ammessi nell’Ordine, avevano rinnegato Cristo e sputato sulla croce e che essi avevano accolto un gran numero di frati in egual modo, cioè facendoli rinunciare a Gesù Cristo e facendoli sputare sulla croce”. Clemente aggiunge “alcuni di loro confessarono anche altri crimini orrendi e vergognosi sui quali ora per il momento tacciamo”.

Ed ecco un altro punto significativo.  Clemente scrive che il Gran Maestro e gli alti dignitari dopo tali confessioni rese ai cardinali “chiesero l’assoluzione in ginocchio e con le mani giunte […] I Cardinali (poiché la Chiesa non chiude mai il suo cuore a chi ritorna da Lei) avendo ricevuto dal Gran Maestro, dal visitatore e dai commendatori l’abiura della loro eresia, hanno espressamente accordato loro, per nostra autorità, il beneficio dell’assoluzione secondo la forma consueta della Chiesa”.

Clemente aggiunge poi di essersi mosso per convocare a Vienne un Concilio per discutere della vicenda alla presenza di “cardinali, patriarchi, arcivescovi, vescovi, abati, prelati e procuratori”. Inoltre spiega le varie tendenze dei gruppi più rappresentativi in seno a quel Concilio. Molti sostenevano che, condannando i Templari, la Chiesa avrebbe arrecato un danno a se stessa e alla propria reputazione, soprattutto per la questione della Terra Santa, ma il papa continuò a sentenziare “Forse è vero che i precedenti processi svolti contro l’Ordine non permettono di condannarlo in modo canonico come eretico tramite una sentenza definitiva, tuttavia le eresie di cui è accusato lo hanno notevolmente diffamato ed un numero quasi infinito dei suoi membri, tra cui il Gran Maestro, il Visitatore di Francia e i principali precettori, attraverso le loro spontanee confessioni, sono stati convinti di tali eresie, di errori e di delitti; queste confessioni rendono l’Ordine molto sospetto”. Per questo motivo, dice in seguito Clemente, “noi, tenendo in conto solo di Dio e prendendo in considerazione il bene della situazione in Terra Santa, abbiamo ritenuto che bisognasse usare la misura preventiva e regolamentare per sopprimere gli scandali, evitare e conservare i beni destinati all’aiuto della Terra Santa. Considerando quindi l’infamia, il sospetto, le rumorose insinuazioni e gli altri elementi che depongono contro l’Ordine, considerando l’iniziazione occulta e clandestina dei frati nell’Ordine, considerando che tali frati sono stati allontanati dalle abitudini di vita comuni perché erano obbligati, durante l’iniziazione, a promettere e a giurare di non rivelare ad alcuno il modo in cui erano stati ammessi […] considerando i tanti orribili fatti perpetrati da un gran numero di frati […] la maggior parte dei Cardinali e circa i quattro quinti dei prelati del Concilio, hanno ritenuto conveniente che si seguisse la via preventiva, sopprimendo l’Ordine […] considerando che la Chiesa ha soppresso altri ordini importanti per ragioni minori, NOI SOPPRIMIAMO, NON SENZA AMAREZZA E DOLORE, CON UN PROVVEDIMENTO PERENNE L’ORDINE DEI TEMPLARI, LE SUE ISTITUZIONI, IL SUO ABITO ED IL SUO NOME, NON PER MEZZO DI UNA SENTENZA DEFINITIVA MA IN VIA PREVENTIVA E PER ORDINE APOSTOLICO, E CON L’APPROVAZIONE DEL CONCILIO, LO CONDANNIAMO ALL’INTERDIZIONE PERPETUA. VIETIAMO ESPRESSAMENTE A CHIUNQUE DI ENTRARE NELL’ORDINE, DI RICEVERE E PORTARE IL SUO ABITO E DI COMPORTARSI DA TEMPLARE. CHI CONTRAVERRA’ A QUESTO ORDINE, INCORRERRA’ NELLA SENTENZA DI SCOMUNICA IPSO FACTO”.


Riportato questo documento, c’è ancora qualcuno, accademico, storico, giornalista, archivista o altro, che in malafede vuole parlare di sospensione dell’Ordine templare oppure di assoluzione di questo Ordine da parte del papa?! Qualcuno di costoro vuole ancora sostenere che il re di Francia aveva architettato una trappola per incamerare i beni dell’Ordine?! Qualcuno di costoro vuole ancora convincere che il papa fosse un burattino nelle mani del re di Francia?! Qualcun altro vuole ancora far credere che i riti blasfemi dell’iniziazione fossero semplice goliardia militare?!

Un caro saluto,

dott. Michele Allegri