giovedì 18 febbraio 2021

LA PORTA MAGICA DEI ROSACROCE A ROMA

 




Care amiche/i, bloggers e semplici curiose/i,

in Piazza Vittorio, a Roma, è ancora oggi visibile la celebre porta magica o alchemica di Villa Palombara, costruita nel 1680. La porta rappresenta ed è espressione della misteriosofia della Confraternita dei Rosacroce che stavano nella Capitale. Viene giustamente collegata al potere della pietra filosofale e alla trasmutazione della materia, per via del fatto che il proprietario della Villa, il marchese Massimiliano Savelli Palombara, era un alchimista, un mago, un esoterista appartenente alla Fratellanza della Rosacroce d’oro.

Il nobile romano era stato iniziato alla Fratellanza Rosacrociana grazie all’intermediazione di Cristina, regina di Svezia, nota cultrice e praticante di magia, alchimia e scienza, molto interessata al tema dell’Arcadia, la regione greca agreste nella quale agricoltori e pastori vivevano in pace, in sintonia con la natura nell’età dell’oro, sotto il regno di re Lycaone.

Il marchese Palombara era entrato anche a far parte dell’Accademia dell’Arcadia in Roma, fondata dalla regina di Svezia proprio a Roma nel 1690.  Il filone del tema arcadico era così fortunato presso le corti europee che coinvolse personalità in ogni campo del sapere. I membri si definivano Pastori.

La sede dell’Accademia dell’Arcadia fu donata da re Giovanni V del Portogallo ed ebbe Papa Leone XIII come membro attivo delle sedute arcadiche. Ad essa sarà collegata, in Roma, la Biblioteca Angelica.

Il Marchese, probabilmente innamorato di Cristina di Svezia, nel 1656, le dedicò un poema ermetico, carico di simboli e allegorie rosacrociane dal titolo La bugia: rime ermetiche e altri scritti, ancora conservato in Vaticano, e nel quale si fa riferimento palese all’Ordine della Rosacroce Aurea. Ospite della sua villa romana, la regina praticava col marchese esperimenti chimici nel laboratorio appositamente costruito, proferendo antiche formule magiche egiziane. Secondo i racconti dell’epoca barocca, l’alchimista Francesco Giuseppe Borni venne ospitato dal marchese, una notte, nella villa. L’uomo cercava all’interno del vivaio una pianta in grado di trasformare i vili metalli in oro. Poi, si racconta, attraversò per caso la porta “magica” e scomparve senza che di lui si seppe più niente. Scomparendo, lasciò a terra un manoscritto contenente simboli magici e alchemici riconducibili all’utilizzo della pietra filosofale o Graal. Il contenuto di questa pergamena fu appositamente fatto incidere dal marchese sulla porta in questione.




La porta ha quindi un significato innanzitutto simbolico: è un varco che permette all’iniziato ai misteri rosacrociani di raggiungere una dimensione superiore della conoscenza. Essa quindi è Ianua Inferi, cioè un passaggio verso gli inferi, nelle viscere della terra, nelle sue profondità là dove è ancora vivo il fuoco da cui nascono e muoiono gli elementi chimici della materia prima.


Sulla porta sono incisi chiari simboli rosacrociani, in particolare sul fregio, due triangoli sovrapposti, l’esagramma che rappresenta il macro ed il microcosmo, il maschile e il femminile, la coppia degli opposti, con simboli alchemici dell’oro e del sale, con una croce ed una scritta latina centrum in trigono centri, il centro è nel triangolo del centro.  Nel mezzo della croce c’è un punto. Questo diagramma ci riporta alla geometria. Dei due cerchi più piccoli che contengono la frase latina, quello esterno ha il diametro pari al raggio del cerchio interno della coppia più grande, quella che circoscrive l’esagramma. Esso, nel catechismo rosacrociano, viene chiamato anche “il gran sigillo di Salomone” o “doppio triangolo del re saggissimo” e rappresenta i due principi opposti della divinità, il dio della luce ed il suo riflesso argenteo, il Jehovah bianco e quello nero.

Questa è la rappresentazione del celebre sigillo riportato sul frontespizio dell’opera Aureum Seculum Redivivium scritta nel 1621 dal fratello rosacroce Madathanus, testo nel quale l’autore, anch’egli appartenente all’Accademia dell’Arcadia, si professa appunto iniziato alla fede rosacrociana che opera per la restaurazione della vera “età dell’oro”.

Data la comune appartenenza al circuito rosacrociano di molti scrittori del tempo, questo sigillo sarà appunto adottato dai nobili membri dell’Accademia dell’Arcadia e comparirà in libri come il Museaum Hermeticum di Lucas Jennis o in quello scritto da Wienner Von Sonnensfels nel 1747 dal titolo Splendor Lucis o ancora nell’opera Geheime Figurem des Rosenkreutzer dedicata al cavaliere e fondatore dell’Ordine Christian Rosenkreutz.

Il marchese, come ho scritto, apparteneva alla Fratellanza della Rosacroce aurea che aveva in Frederic Rose il suo Imperator, cioè la massima carica dell’Ordine. Questo ramo franco-tedesco, dal 1757, si sviluppò molto anche In Boemia, Ungheria e Russia raggiungendo il suo apogeo nel 1777.


Per tornare alla descrizione della porta, in essa compare un’altra scritta latina che dice Si sedes non is che ambiguamente vuol dire “se siedi, non vai” e nel suo contrario “se non siedi, vai”.

E poi ancora la scritta Aureum Seculum Redivivum che fa riferimento al ritorno dell’età arcadica dell’oro e Novus Ordo Saeclorum, il nuovo ordine dei secoli, una celebre frase esoterica riportato anche sul dollaro americano, sotto la piramide tronca con l’occhio del dio egiziano Horus, inscritto in un triangolo.

Sugli stipiti della porta magica possiamo osservare una successione di pianeti in associazione ai metalli: Saturno-piombo, Giove-stagno, Marte-ferro, Venere-rame, Luna-argento, Mercurio-mercurio.

Ad ogni pianeta corrisponde un motto di natura ermetica, dal basso verso l’alto a destra per poi andare dall’alto in basso, a sinistra, secondo la direzione del motto ebraico e cabalistico Ruach Elohim.

A fianco alla porta ci sono due statue che rappresentano i Bes che fungono da guardiani. Sono due nani mitologici dell’antico Egitto, due numi tutelari della casa, associati anche alla sessualità e al suo potere magico. Ancora oggi, queste stesse statue sono presenti nei giardini del Quirinale.

 

…continua…

Un caro saluto dal vostro Michele Allegri