Care
amiche/i, bloggers e semplici curiose/i,
recentemente
mi sono chiesto se la struttura, le vicissitudini, la gloria e il declino
dell’Ordine templare potessero essere messe in relazione con qualche
organizzazione della storia più recente. Nonostante ci siano 847 anni di storia
che li separano, ho scoperto che l’Ordine del tempio e la loggia massonica
Propaganda 2, al secolo P2, hanno evidenti similitudini delle quali voglio
farvi partecipi con 5 punti.
1.
1 Il nobile-cavaliere Hugues Des Payns,
nel 1118, manifesta l’intenzione di farsi monaco, apparentemente per servire la
causa crociata internazionale in Terra Santa contro gli infedeli mussulmani.
L’ex fascista ed ex partigiano Licio Gelli, negli anni Sessanta del
secolo scorso, manifesta l’intenzione di diventare massone, apparentemente per
servire la causa anticomunista internazionale contro l’avanzata dei comunisti
in Italia.
2.
2. Hugues Des Payns, assieme ad altri
otto nobili cavalieri, si presentano al cospetto del re e del patriarca di
Gerusalemme, professando i tre voti di povertà, castità ed obbedienza e
ponendosi sotto la loro protezione. Nascono i Poveri Cavalieri di Cristo. Viene
costituito un fondo economico tra i nove fondatori, composto dai patrimoni
personali e da alcune donazioni del re di Gerusalemme.
Licio Gelli si fa iniziare massone nel 1965 nella loggia Romagnosi di
Roma appartenente al circuito della Massoneria di Palazzo Giustiniani-Grande
Oriente d’Italia e subito dopo viene inserito nella loggia coperta Hod, sotto
la protezione del Gran Maestro aggiunto Roberto Ascarelli. Gelli iscrive alla
loggia Hod alcuni suoi amici e nasce il raggruppamento Gelli/Hod che ha sede in
piazza di Spagna a Roma, finanziato dallo stesso Gelli.
3.
3. Grazie all’intermediazione del monaco
Bernardo di Chiaravalle, Hugues Des Payns e i nove cavalieri partecipano al
Concilio di Troyes dove, davanti a papa Onorio II, ottengono un riconoscimento
ufficiale da parte della Chiesa romana ed una Regola Latina. Hugues Des Payns
intraprende lunghi viaggi in Europa per ottenere da re, principi, duchi e
baroni i finanziamenti necessari per costituire un corpo militare. L’Ordine del
tempio recluta 300 cavalieri e stabilisce il proprio quartier generale nel
palazzo reale di Baldovino II a Gerusalemme.
Grazie all’intermediazione del Gran Maestro aggiunto del GOI,
avv. Roberto Ascarelli, Licio Gelli conosce il Gran Maestro Giordano Gamberini
che avoca il suo fascicolo personale. Il raggruppamento Gelli/Hod ottiene un
riconoscimento ufficiale dal Grande Oriente d’Italia e viene inserito nella
loggia coperta Propaganda 2 all’Oriente di Roma, fiore all’occhiello della
Massoneria italiana. Gelli viene nominato segretario organizzativo della P2, con
il compito di reclutamento di nuovo personale. Fa opera di proselitismo e
riceve finanziamenti fuori dal circuito massonico, in particolare da alcune
finanziarie collocate in Svizzera. Recluta 400 persone qualificate, per lo più
provenienti dalle varie armi e dai servizi segreti. Stabilisce il quartier
generale della loggia P2 in via Clitunno 2, a Roma, sotto la copertura del
Centro Studi di Storia Contemporanea.
4. 4.
Nel 1139, Papa Innocenzo II concede
grandi privilegi all’Ordine templare: esenzioni dal pagare tributi e rapporto
diretto ed esclusivo con il pontefice di turno, dal quale l’Ordine dipende in
maniera esclusiva. Qualche anno dopo, il papa impone che i cavalieri portino il
simbolo di una croce rossa, loro scelgono quella patente o sbavata. Chiunque
voglia entrare a far parte dell’Ordine, deve sottoporsi ad una particolare
cerimonia d’iniziazione che prevede per il neofita lo sputo sulla croce e il
rinnegamento della figura di Gesù Cristo. Nasce la Regola Francese, che modifica e
sostituisce quella latina, a cui si aggiungono altre consuetudini e precetti che
si devono uniformare agli Statuti, palesi e segreti. L’Ordine diventa una
multinazionale, si struttura sia nei Regni Latini sia in Europa. Al suo vertice
si colloca il Maestro Supremo o Gran Maestro a cui i cavalieri devono totale
obbedienza. I templari costruiscono case, castelli e fortezze, compiono imprese
militari contro i saraceni, i turchi e i cristiani, appoggiandosi, per
convenienza, ora al potere laico, ora al potere ecclesiastico. Costituiscono
una flotta marittima a La Rochelle ed avviano commerci di ogni tipo con i
mussulmani. Sono diplomatici e banchieri. Creano grandi consorzi commerciali,
prestano denaro, gestiscono gli ingenti patrimoni dei re e dei feudatari,
complottano per pilotare nomine e per stabilire chi debba comandare nei Regni
Latini e sui troni dei territori europei. Hanno referenti dappertutto,
divengono un regno occulto dietro l’ufficialità delle Istituzioni del Tempo:
papato, impero, monarchie e regni feudali. Hanno un'unica mission, muoversi per
“la gloria e la potenza dell’Ordine”.
Il Gran Maestro del GOI, Lino Salvini, concede grandi
privilegi alla loggia Propaganda 2. È inserita nell’annuario delle logge
del GOI ma non si riunisce mai. Nessun fratello massone ha possibilità di farvi
visita. Gelli stabilisce il suo quartier generale all’Hotel Excelsior di Roma
dove effettua i riti d’iniziazione con la spada fiammeggiante, distribuisce tessere
di riconoscimento massonico, con i grembiulini e i guanti bianchi. Appunta i
nomi degli iniziati su uno speciale schedario. I nomi sono ancora condivisi con
la Giunta del GOI e con il Gran Maestro Lino Salvini, che presiede questa
loggia coperta in qualità di Maestro Venerabile. La loggia recluta in tutti i
settori della società, soprattutto tra i vertici delle Forze dell’Ordine, delle
Forze Armate e dei servizi segreti, nella burocrazia statale, tra gli
industriali e i finanzieri, nel mondo della carta stampata, nei partiti di governo
ma soprattutto in molti istituti di credito di primaria importanza. La P2 entra
di peso nella vita politica del paese, si adopera per pilotare nomine negli
enti, nel sottogoverno, nell’Arma dei Carabinieri, nei servizi segreti, nei
vertici delle banche. Sottopone ai governi la sua opinione sui dossiers più
scottanti ed esprime ministri. Conduce affari legali e non. Acquista per il
valore di otto miliardi una sede prestigiosa in via Condotti, a Roma. Lo stesso
Gelli, nel 1975, sostituisce il Gran Maestro del GOI, Lino Salvini, nella
conduzione della loggia, divenendo Maestro Venerabile e sottraendosi al
controllo della Giunta del Grande Oriente con cui non condivide più i nomi dei
nuovi iscritti. Gelli dispone dei timbri ufficiali della loggia P2, con i
simboli di squadra e compasso. Tiene i contatti con tutti gli affiliati, anche esteri
e persino tra le mura leonine, attraverso una fitta corrispondenza e con
frequenti incontri one-to-one, per poi indirizzarli ai 21 capi-gruppo della
loggia, una nuova figura, creata ad hoc da Gelli, per la gestione degli
affiliati. La P2 è ormai diventata uno “stato nello stato”.
5.
A causa della condotta perversa ed
irreligiosa, della fama di usurai e di intrallazzatori, di militari sfaticati, la
stella dei Templari precipita sempre più in basso. Alcuni ex cavalieri, nobili
e plebei, riferiscono al re di Aragona e poi a quello di Francia ciò che
avviene durante i Capitoli notturni e durante le iniziazioni. I Templari rinnegano
Gesù, la Madonna e i santi, adorano una testa magica chiamata Bafometto, si lasciano
andare a pratiche magiche e negromantiche, sono dediti alla sodomia. Il re di
Francia, aiutato dai vescovi del suo regno, compila un voluminoso dossier che
contiene i capi d’accusa e le testimonianze. Lo sottopone a papa Clemente V il
quale propone all’ultimo Gran Maestro De Molay di fondere l’Ordine templare con
quello dei giovanniti. De Molay rifiuta. Nel 1307 il re francese fa arrestare
la maggior parte dei templari che vivono sul suo territorio e li fa interrogare
dalla Santa Inquisizione, retta dai domenicani. Il Papa ferma la mano del re ed
interroga personalmente 72 cavalieri, senza uso della tortura e si convince
della condotta anticristiana dei Templari. A quel punto, il papa conferma gli
arresti del re francese e scrive a tutti i regnati europei perché si predispongano
gli arresti dei cavalieri, si proceda agli interrogatori e al congelamento dei
beni. Nel 1308, il Papa incarica una commissione pontificia per esaminare la
posizione del Gran Maestro De Molay e degli altri quattro alti dignitari. Senza
l’uso tortura, rinchiusi nella fortezza di Chinon, i capi dell’Ordine dichiarano
di aver compiuto quei riti blasfemi perché imposti dagli Statuti dell’Ordine,
secondo un’antica tradizione. Chiedono perdono per quegli atti eretici ed
invocano l’assoluzione che viene prontamente concessa. Non ripetono però queste
confessioni davanti ad un’assemblea di accademici e di vescovi a Parigi.
Clemente, quindi, convoca un Concilio a Vienne per giudicare l’Ordine nella sua
interezza e lascia alla diocesi locali la possibilità di giudicare la condotta
dei singoli templari. I processi di Carcassonne e di Firenze fanno emergere altri
capi d’accusa. Il papa, a questo punto, decide di non aspettare il verdetto del
Concilio di Vienne e procede con la soppressione dell’Ordine in maniera
perpetua nel 1312. Stabilisce che tutti i beni e le proprietà dell’Ordine
vadano all’Ordine dei giovanniti o cavalieri di Malta. De Molay e gli alti
dignitari vengono condannati al carcere a vita. Non volendo rimanere in quello
stato di detenzioni, decidono di sconfessare le inchieste del papa e del re
francese. Si dichiarano innocenti, puri cristiani e perseguitati. Caduti nel
reato di relapsia, vengono bruciati a Parigi, sul rogo, nel 1314, come eretici
impenitenti.
Gelli, assieme a Salvini, illustra il piano Rinascita
Democratica direttamente al Presidente della Repubblica Leone: lo Stato deve
modificare i suoi assetti e le sue articolazioni, secondo la visione elaborata
dalla P2. Gelli si esprime per il superamento della repubblica parlamentare e a
favore di una repubblica presidenziale sul modello gollista. La fama negativa
dei piduisti comincia a farsi largo tra l’opinione pubblica. Alcune
interrogazioni parlamentari, alcuni articoli di quotidiani, seguite da
inchieste giudiziarie scoprono il vaso di pandora. Gelli e parte dei suoi
iscritti collaborano con l’estrema destra stragista, finanziandola, si
adoperano per creare depistaggi su attentati e golpe. Sono invischiati nei
sequestri di persona, nel riciclaggio di denaro, nel salvataggio della Banca di
Sindona e nella bancarotta del Banco Ambrosiano assieme a Roberto Calvi che è
un iscritto di punta. Gelli sospende “i lavori di loggia” ma continua a fare
iniziazioni. Le tessere sono consegnate in bianco e firmate irritualmente dal
Gran Maestro del GOI. La P2 prende i connotati della Spectre dei romanzi
di 007. Non serve una causa anticomunista, si muove in maniera autoreferenziale
“per la gloria e la potenza della loggia”. È un coacervo di forze e d’interessi
di varia natura che si è espansa in Sudamerica, in Liberia, in Egitto ed anche
nell’est europeo dove Gelli ha avviato una serie di traffici con la Jugoslavia
e la Romania comunista. La P2 si muove per mettere in difficoltà il Vaticano e
chiunque gli si metta contro, massoni compresi. Intuendo l’imminente caduta,
Gelli predispone il trasferimento della loggia P2 a Montecarlo dove viene
creato un Comitato Esecutivo Massonico. Intanto, alcuni giudici di Milano
dispongono una perquisizione negli uffici e nella villa di Gelli. Vengono
trovati gli elenchi degli iscritti, quasi mille. Il Grande Oriente d’Italia, per
opera del suo nuovo Gran Maestro Armando Corona, anticipa le mosse dei giudici,
istituendo un processo interno a Gelli il quale ne esce con un verdetto di
colpevolezza, nonostante si fosse furbescamente “posto in sonno” e non fosse
presenta all’atto della sentenza. Il GOI lo ha definitivamente scaricato. Viene
“bruciato tra le colonne”, cioè espulso, assieme ai Gran Maestri Gamberini e
Salvini che nel passato lo avevano aiutato nella scalata interna. La loggia P2
viene attentamente esaminata da tre autorevoli saggi, professori di diritto e viene
considerata un’organizzazione segreta. A causa di ciò, viene quindi sciolta per
decreto dal Presidente del Consiglio Giovanni Spadolini. Subito dopo si costituisce
una speciale commissione d’inchiesta per meglio comprendere cosa sia stata
questa loggia, presieduta dall’on. Tina Anselmi. La relazione di maggioranza stabilisce
che era un centro di potere occulto in contatto con potenze straniere, con lo
scopo di condizionare l’Italia nelle sue scelte. Gelli verrà arrestato in
Svizzera nel tentativo di ritirare da un conto cifrato 45 miliardi di lire, poi
riuscirà a fuggire dal carcere ginevrino di Champ Dollon. Sarà condannato per molti
reati ma verrà estradato in Italia solo per il depistaggio nella strage di
Bologna e per la bancarotta del Banco Ambrosiano per i quali verrà condannato a
molti anni di carcere. Dopo una rocambolesca fuga per sottrarsi all’arresto,
viaggiando tra la ex Jugoslavia e la Costa Azzurra, Gelli viene finalmente
arrestato a Cannes. Sconterà la sua pena agli arresti domiciliari presso Villa
Wanda. Dopo un verdetto giudiziario del
1996, la P2 verrà definita “un centro di affari e di mutuo soccorso per i suoi
membri”. Gelli morirà nel 2015.