Care/i amiche/i, bloggers e semplici curiose/i,
per
chi voglia intraprendere, oggi 17 Gennaio, una piacevole gita a Torino,
consiglio di far visita ad un monumento di significato esoterico che si trova al
centro di Piazza Statuto, in quella porzione di territorio che, secondo molti
studiosi, sarebbe una porta d’ingresso verso il mondo sotterraneo, quella che
il sommo poeta Dante Alighieri, nella Divina Commedia, chiama in lingua latina
Porta Inferi.
Si
tratta del monumento ai caduti del Traforo del Cenisio-Frejus che collega
l’Italia e la Francia, una grande opera di urbanizzazione ingegneristica
compiuta grazie al talento di tre ingegneri. Il Monumento è formato da un
ammasso di pietre non levigate che formano un corpo conico che è posto sotto i
piedi di un Angelo alato che, con la sua conoscenza e immortalità, sovrasta e
guida le potenze ctonie del mondo sotterraneo, rappresentate da sette Titani o
Giganti marmorei.
Quest’imponente
opera fu pensata nel 1871. Implementata grazie alla caparbietà del Conte
Marcello Panissera da Veglio, fu realizzata nel 1879 da Luigi Belli, un giovane
diplomato alla Regia Accademia delle Belle Arti. Fu messa poi in Piazza Statuto, nello stesso
luogo dove aveva sede un antico cimitero romano e, in modo tale che guardasse
ad Occidente, là dove il sole tramonta per far spazio al chiaro di Luna.
In
tutte le tradizioni religiose, i Giganti o Titani o Vigilanti, sono i figli
nati dall’accoppiamento contro natura tra un’entità soprannaturale e le figlie
degli uomini alle quali è stata insegnata l’arte della magia e della scienza.
Nella tradizione ebraico-cristiana queste entità soprannaturali sono gli angeli
alati chiamati anche “stelle del mattino”.
Non
è un caso, infatti, che l’angelo alato del monumento di Piazza Statuto presenti
sulla testa riccioluta una stella capovolta a cinque punte, un pentacolo
alchemico che, nell’antica tradizione geroglifica egiziana, rappresenta la
suprema conoscenza. Essa è anche la Rosa canina a cinque petali degli
alchimisti e della letteratura trobadorica, la quale simboleggia la
resurrezione in quanto questa rosa non richiede l’impollinazione incrociata per
produrre i frutti. In pratica, essa muore e nasce sempre identica a sé stessa.
In
fin dei conti, infatti, è un monumento in onore alla conoscenza e all’immortalità.
Buon
17 Gennaio!
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