mercoledì 13 ottobre 2021

13 OTTOBRE 1307-13 OTTOBRE 2021. IL DOPPIO PROCESSO AL TEMPLARE PIACENTINO JACOPO FONTANA

 


Care amiche, amici, bloggers e semplici curiose/i,

sono passati 714 anni dall’arresto dei cavalieri Templari sul suolo francese avvenuto il 13 ottobre del 1307. 10 mesi dopo, precisamente, l’8 Agosto del 1308, il pontefice Clemente V scrisse a Poitiers una Bolla papale, la Faciens Misericordiam, poi pubblicata 4 giorni dopo, nella quale ordinava a tutta la cristianità di raccogliere le deposizioni dei Templari e di inviarle ad Avignone. In quella sede il papa si riservava di decidere sul destino dell’Ordine.

Le indicazioni del papa contenute nella Bolla erano chiare: “tutto quanto l’Ordine dei Templari ed ogni singolo cavaliere ha commesso nefandi e scellerati orrendi crimini di eresia e in più rinnegano la divinità di Nostro Signore Gesù Cristo e tra le grandi perversioni sessuali, senza timore e con cattivo orgoglio, sputano sul crocifisso”. Ordinava quindi agli inquisitori, sotto pena di scomunica, di confiscare i beni mobili ed immobili dei ripugnanti templari che dovevano servire per sostenere le spese di guerra in Terrasanta.

Il Pontefice, infine, dava disposizione affinché si creassero commissioni papali incaricate d’istruire i processi sui singoli casi. Quella italiana era composta dall’arcivescovo Rinaldo da Concorezzo, dall’arcivescovo Giovanni di Polo, dai vescovi Lottieri della Tosa e Rainerio del Porrina.

7 furono i cavalieri templari arrestati a Piacenza. Ecco i loro nomi

-Fra’ Jacopo Fontana, precettore dell’Ordine a Milano fin dal 1304.

-Fra’ Raimondo Fontana

-Fra’Giacomo Fontana

- Fra’ Mauro

-Fra’Guglielmo Da Pigazzaro

-Fra’Pietro Caccia

-Fra Jacopo

Processati tra il 17 e il 21 Giugno del 1311, furono tutti assolti per ordine del vescovo di Ravenna Rainaldo da Concorrezzo, la città che era l’epicentro dell’eresia catara. Papa Clemente V, infuriato per l’assoluzione, scrisse al vescovo qualche giorno dopo, ritenendo illegittimo il suo verdetto.

Quasi un anno dopo l’assoluzione, per ordine dell’Arcivescovo, del vescovo e dell’inquisitore di Lucca, l’ex templare piacentino Jacopo Da Pigazzaro fu di nuovo arrestato, imprigionato e posto a processo come eretico il 24 ottobre del 1312.

In quell’occasione il cavaliere ammise di essere un eretico, un sodomita, di aver sputato sul crocifisso e di aver negato la divinità di Gesù Cristo.

Papa Clemente V ottenne quindi soddisfazione per il nuovo esito del processo.

 


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