CICLOPE POLIFEMO
Una delle
organizzazioni più razziste del mondo è nata negli Stati Uniti, a Pulansky,
nello Stato del Tennessee, un anno dopo la fine della Guerra di Secessione (1861/1865)
tra gli Stati del Sud (o Confederati) e quelli del Nord (o Federali). La vittoria delle giubbe blu dell’esercito
del nord, al comando del generale Ulysses Grant, su quelle grigie dell’esercito
del sud, comandate dal generale Robert Edward Lee, determinò l’abolizione della
schiavitù della popolazione nera e di colore che era stata portata a forza
dall’Africa negli Stati Confederati, per essere sfruttati nella raccolta e
nella lavorazione del cotone. Il sentimento di sconfitta e la volontà di
rivalsa dei latifondisti sugli schiavi, ora liberi, portarono nel 1866 alla
nascita del Ku Klux Klan (sigla KKK), una potente organizzazione terroristica e,
in un primo tempo, segreta.
La leggenda narra
che furono i fantasmi di tre soldati dell’esercito confederato a fondare il
Klan. Da questo mito, infatti, discende il costume tipico indossato dai klansmen
che richiama, appunto, l’aspetto di un fantasma: un cappuccio bianco a forma di
cono sulla testa, una tunica bianca che copre il resto del corpo e, nella zona
del cuore, una coccarda che rappresenta l’emblema del KKK, una croce bianca su
sfondo rosso che reca al centro una stilla di sangue, sempre di color rosso
vermiglio.
Per quanto riguarda l’accesso di nuovi membri al KKK, prima del 1946 avvenivano in luoghi riservati e gli adepti venivano iniziati singolarmente, di seguito invece si sono sempre tenuti in luogo pubblico e in maniera collettiva. Ai profani, in abiti civili, vengono fatti indossare o una mascherina o una benda sugli occhi. Poi vengono messi in fila indiana, uno dietro all’altro, con il braccio destro teso e la mano appoggiata alla spalla destra di colui che gli sta davanti. Il capo fila è un dignitario del KKK che dirige il serpentone di iniziandi al cospetto del Mago Imperiale, dietro al quale viene bruciata una croce latina di legno. Gli iniziandi a cui viene messo un cappio intorno al collo, vengono poi fatti inginocchiare e coralmente giurano fedeltà al Klan e ai suoi vertici, mettendo la propria mano sul celebre Kloran, la Bibbia del Klan, il cui nome sembra richiamare una storpiatura della parola Coran, il libro sacro dei Mussulmani. Nel Kloran sono condensati i dogmi e la morale dell’organizzazione: razzismo, suprematismo bianco, antisemitismo, antipapismo, anticomunismo.
INIZIAZIONE DI NUOVI MEMBRI AL KKK NEL 1936
Il Mago
Imperiale è la suprema autorità del KKK. Nathan Bedford Forrest, tenente
generale dei confederati, originario di Memphis, Tennessee, fu il primo Mago
Imperiale del Klan. Il termine mago si rifà al concetto greco di magos che vuol
dire sacerdote o stregone, così come era chiamato colui che praticava le arti
magiche nelle società dei popoli del bacino del Mar Mediterraneo e dell’Asia
Minore. Infatti, a Babilonia, in Egitto, in Persia, in Grecia, in Italia, i
maghi praticavano l’arte della divinazione, della previsione del futuro, della
guarigione, dell’astrologia ed erano considerati personaggi sacri.
La seconda carica è quella di Gran Dragone che è una sorta di capozona che dipende direttamente dal Mago imperiale e che gestisce il Klan nelle varie città. Nella Bibbia il termine Dragone è sinonimo di Serpente primordiale. Entrambi rappresentano due delle manifestazioni del diavolo. Per i popoli pagani, o nei gruppi gnostici anche di marca cristiana, come gli Ofiti per esempio, il serpente era un animale sacro, simbolo della saggezza e della conoscenza.
GIURAMENTO COLLETTIVO DEGLI INIZIANDI AL COSPETTO DEL MAGO IMPERIALE E DEL GRAN DRAGONE
In posizione
mediana rispetto alle due precedenti c’è la carica di Grandi Ciclopi, i
sorveglianti interni dell’organizzazione per conto del Mago Imperiale. Nella
mitologia pagano-greca, i Ciclopi erano giganti-cannibali che abitavano nelle
caverne e svolgevano lavori nel campo pastorizia e della lavorazione dei
metalli. Figli del dio del mare Poseidone, i Ciclopi avevano un occhio solo al
centro della testa, come il celebre Polifemo del racconto dell’Odissea. In tutte le tradizioni religiose, i Giganti
incarnano le forze dissolventi della controiniziazione, come ebbe a dire Renè
Guenon. In particolare nel libro della Genesi della Bibbia, i Giganti sono
presentati come i figli degli angeli decaduti e delle figlie degli uomini. Nel
libro apocrifo dei Vigilanti di Enoch si racconta come prima del diluvio
universale ci fosse una civiltà empia e progredita, comandata da una razza
bastarda, formata da duecento Giganti nati dall’accoppiamento di donne
terrestri con gli angeli decaduti, guidati da Shemihaza. I Vigilanti o angeli
decaduti, uno dei quali è rappresentato a testa in giù nella cappella della
famiglia templare-massonica di Rosslyn, “insegnarono agli uomini comuni gli
occulti misteri della natura e della scienza”. Le donne, invece, appresero
dagli angeli decaduti, Harut e Marut, l’arte della stregheria, dei sortilegi,
delle erbe curatrici, degli incantesimi, dei prodigi e della divinazione.
Nel corso
della sua lunga storia, il KKK si macchiò di molti delitti là dove mise le
proprie radici, dal Tennessee al Mississippi, passando per il Kentucky,
l’Alabama, il Texas, l’Arizona, l’Arkansas: linciaggi, omicidi, attentati,
ricatti, bancarotte, evasione fiscale, roghi di chiese. Dopo essere stato
soppresso nel 1869 dal Governo Federale, rinacque in Georgia nel 1915. Cinque
anni dopo, nel 1920, il KKK arrivò ad avere 40.000 tesserati che, a viso
scoperto e in tono di sfida, sfilarono per le strade di Washington ma nel 1925,
il Mago Imperiale, fu arrestato per un omicidio a sfondo sessuale e il KKK
s’inabissò di nuovo. Ritornò in auge negli Anni Sessanta del secolo scorso, quando,
nello stato del Mississippi, si macchiò degli omicidi di tre attivisti per i
diritti civili, delitti che provocarono la reazione del presidente Kennedy, del
suo vice Jhonson, ma soprattutto del potentissimo capo dell’FBI Hoover, che agì
per affondare il Klan, tanto che l’organizzazione ne uscì decimata e diventò
sempre più un’associazione folkloristica, pur mantenendo intatte le proprie
gerarchie e i propri riti paganeggianti, d’iniziazione e di passaggi di grado.
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