venerdì 16 maggio 2025

GIUDA ISCARIOTA, IL DISCEPOLO PREDILETTO DI GESU'

                                                                                                                                                                                                                                                         


Care/i amiche/i, bloggers e semplici curiose/i,

nel 1978, nella provincia di Al Minya, in Egitto, è stato ritrovato un papiro ritenuto scomparso da 1.700 anni, poi restaurato nel 2001. Scritto in lingua sahidica, un dialetto copto, intorno al 280 d.C., è la copia dell’originale Vangelo di Giuda, scritto in greco nel 150 d.C., del quale parla il vescovo di Lione Ireneo nel libro Contro le eresie: confutazione e smascheramento della falsa gnosi, scritto nel 180 d.C.

Lo gnosticismo era un vasto movimento popolare che, tra il 100 e il 130 d.C., era diventato una florida corrente del nascente cristianesimo, osteggiata fortemente dai membri della corrente ortodossa, tra i quali, appunto, il vescovo gallico Ireneo. Gli ortodossi, infatti, non ammettevano la lettura di tutta una serie di libri di contenuto gnostico perché, secondo loro, davano una visione distorta della figura di Gesù, diversa da quella presentata dai 4 Vangeli canonici, scritti da Marco, Matteo, Luca e Giovanni, tra i 35 e i 65 anni dopo la crocifissione di Gesù.

Per questo motivo, il Vangelo di Tommaso e Pietro, il Vangelo di Maria Maddalena, il Vangelo di Verità, il Vangelo di Filippo, il Libro segreto di Giovanni, la Prima Apocalisse di Giacomo, la Lettera di Pietro e Filippo e soprattutto il Vangelo di Giuda, furono bollati come eretici e pericolosi per la diffusione della “vera fede”. Inoltre il pensiero filosofico-religioso gnostico metteva in crisi la struttura gerarchica e organizzativa che gli ortodossi stavano lentamente costruendo nel 200 d.C.

Molti erano, infatti, gli elementi dottrinali che dividevano la corrente gnostica da quella ortodossa. Innanzitutto, gli gnostici ritenevano che si potesse arrivare alla salvezza solo attraverso un processo conoscitivo e non certamente attraverso un atto di cieca fede verso Gesù né tantomeno a seguito di buone opere. In secondo luogo, ritenevano che Gesù fosse un Maestro illuminato, una scintilla divina proveniente dal regno immortale e spirituale di Barbelo, venuto sulla Terra non per redimere i peccati del mondo e degli uomini ma per rivelare la Verità, smascherando le false credenze, e per svegliare le coscienze di quelle anime che erano cadute nella prigione della materia corporea. Inoltre, per gli gnostici, Gesù non era affatto il figlio del Dio-creatore vetero-testamentario che loro consideravano un dio inferiore, un Demiurgo che aveva creato un’illusione, la materia imperfetta e mortale, specchio capovolto e imbruttito del vero regno divino.

Nel Vangelo di Giuda, in particolare, Gesù ride dei dodici apostoli perché non conoscono il vero Dio trascendente ma continuano a pregare il Demiurgo, “la disastrosa divinità” che, caduta dal regno divino, creò la materia, l’universo e l’uomo, come raccontato nella Bibbia.  Giuda, invece, dimostra a Gesù di essere ferrato sulla conoscenza del regno immortale di Barbelo e, per questo motivo, Gesù decide di confidare a lui solo alcuni segreti, ritenendolo l’unico apostolo in grado capire la Verità. In più, Gesù affida al suo discepolo prediletto una missione sacra ma pericolosa, quella di tradirlo, col fine di liberarlo dalla prigione del corpo. In questo Vangelo, Gesù, infatti, usa queste parole nei confronti di Giuda:

“Tu sarai al di sopra di tutti loro. Perché tu sacrificherai l’uomo che mi riveste”.

Per questo motivo, Gesù gli confida che gli altri undici apostoli lo sostituiranno con Mattia, lo odieranno e il mondo intero lo calunnierà ingiustamente ma una nube luminosa lo porterà via verso il regno immortale di Barbelo, sottraendolo alle grinfie degli uomini malvagi.

Il Vangelo di Giuda è, quindi, un vangelo gnostico di grande importanza che spiega “in maniera dettagliata come si sia originato il nostro malvagio mondo materiale” e come sia accaduto che le anime della generazione dei discendenti di Seth, il terzo figlio di Adamo ed Eva, sia rimasta imprigionata nei corpi materiali, costruiti col fango da El, il Signore e Creatore, coadiuvato in questo dai suoi due fedeli arconti e assistenti, Yaldaboath e Saklas. Il Vero Dio è, invece, una mente divina, situata al di fuori dell’universo fisico, che non si è mai rivelata o incarnata né ha a cuore le vicende di questo mondo, poiché “è priva di aspetti o qualità materiali”.  Gesù rivela a Giuda che la maggior parte degli uomini e delle donne, compresi tutti gli esseri viventi creati dal demiurgo El, sono fatti di corpo e di spirito e che periranno in maniera definitiva quando sarà scoccata la loro ora, in quanto privi di anima. Coloro che, invece, posseggono anche l’anima, non dovranno mai abbracciare il mondo e il suo creatore che li ha intrappolati “in questo capriccioso reame di materia” ma devono sapere che una volta morti, potranno tornare trionfanti nel regno divino dal quale provengono. Proprio per questo motivo, come si è detto, Giuda riceve da Gesù il comando di aiutarlo a liberare l’anima divina dal corpo che lo avvolge, attraverso il celebre tradimento.

Il Vangelo di Giuda si conclude così, senza il processo e la crocifissione di Gesù ma con la glorificazione del “tredicesimo apostolo” che, per il suo atto, viene portato via da una nube celeste e luminosa.

Per approfondire, vi consiglio il libro “Il Vangelo di Giuda”. Testo integrale pubblicato da National Geographic.

Buona lettura!

Michele Allegri (email   templarcenter@libero.it).

 




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