martedì 11 dicembre 2007

LA SPIRALE E IL LABIRINTO TEMPLARE

Buon giorno a tutti voi: amici, bloggers e semplici curiosi!

Credevate che mi fossi dimenticato di voi?!

No, carissimi. Ho ricevuto tutti i vostri messaggi e vi voglio mandare, anche a nome di Irene Sarpato, un grande Grazie. Grazie per il sostegno, grazie per l’apprezzamento, grazie per i vari auguri che ci giungono.
Non c’è’ miglior ricompensa per scrittori come noi, che perseguono la via della Verità, che quella di essere capiti, apprezzati, stimati ed amati dal pubblico dei lettori. Ci conforta sapere che abbiamo fatto il nostro dovere e che i disertori della Verità se la diano a gambe.

Le prime conferenze su Atlantide e sul mondo sotterraneo sono andate a gonfie vele. Più di 150 persone per volta, recensioni positive da parte di giornalisti intelligenti e preparati.
La gente sembrava non volersene mai andare via. E’ attenta, è vigile, chiede spiegazioni, vuole conoscere ed approfondire. Tutti sono partecipi di questo bagno sapienziale in cui la cultura celtica incontra quella cristiana e quella indiana e dove i miti e le leggende di antichi popoli scomparsi rivivono nell’esoterismo sincretista templare.

Tra gli argomenti maggiormente richiesti dal pubblico, durante le conferenze, vi è la geometria sacra delle cattedrali e i luoghi misteriosi e mitici del Graal, che portano gli uomini con un animo puro a percorrere un sentiero travagliato verso il Regno sotterraneo dell’immortalità .

Oggi, infatti, vi voglio parlare di figure antiche e sacre come la Spirale e il Labirinto, due simboli cari anche ai nostri monaci-guerrieri, i quali li ripresero dalla civiltà megalitica portati dai Primi Uomini sulla Terra e li riprodussero sulle mura di molti castelli.

Questi simboli sacri li troviamo incisi nelle entrate di molte grotte, nei meandri o sopra le fessure rocciose di molti paesaggi europei e non. A Chartres, per esempio, si trova una spirale, simbolo del viaggio dell’iniziato verso il centro della Terra. Infatti, noi vediamo la spirale sul pavimento, in modo bidimensionale, ma provate ad immaginarla in profondità e vedrete che scende verso il centro della Terra.Mettendovi al centro, cari pellegrini, potreste captare onde telluriche capaci di farvi sbandare.
Molto simile a quello di Chartres è il labirinto raffigurato nel Duomo di Lucca, che vi consiglio di vedere.
Questi non sono gli unici casi celebri, visto che altre spirali si trovano in Lapponia, in Norvegia, in Danimarca, in Svezia, in Finlandia. Presso alcune popolazioni, essa era chiamata di “Babilonia” o
“Strada dei Giganti”.
L’idea è quella di un percorso concentrico, senza complicazioni, facile da eseguire sia all’andata che al ritorno. Ricorda la forma del Serpente primordiale, simbolo, per i templari e per gli gnostici, della conoscenza del proprio passato e del proprio futuro. E’ il famoso Uroboros, il serpente che si morde la coda, segno dell’eterno ritorno, così come lo concepì il filosofo Nietzsche.
Ma è anche la rappresentazione del potere delle forze dell’inconscio, associate alla sessualità, alla naturalità, alla magia e alla figura della Grande Madre, Notre Dame ( Iside), come la chiamavano i Templari che la veneravano. E’ persino il cammino del monaco verso la Verità e verso il Cristo.

Un’altra variante non meno importante della spirale è il labirinto. Associato al mondo sotterraneo e alle grotte naturali, profonde e complicate, veniva chiamato dagli alchimisti del XIV secolo con l’appellativo di “centro di Salomone”. L’etnologia colloca la data della comparsa di questo simbolo nell’epoca megalitica.
Alcune versioni vedono nel labirinto il viaggio dell’anima del defunto verso l’isola dell’immortalità, Avalon per i celti, Agert per gli Egizi.

Secondo molti studiosi di antropologia comparata, il labirinto sarebbe strettamente connesso con le viscere materne, col grembo che da la vita e col grembo della terra che ci accoglie dopo la morte.

Celebre è il racconto di Dedalo che costruisce il palazzo di Cnosso, a forma non regolare, su ordine di re Minosse, per rinchiudervi il Minotauro, figlio di un toro inviato al re dal dio Poseidone e della moglie di re Minosse Pasifae. Il labirinto di Creta si divideva in due parti e la parte sotterranea era un labirinto dedicato alla Luna e alla Morte.
Altrettanto importante è il Labirinto di Meride, in Egitto, risalente al 1842 a.C. circa, che pare possa avere ispirato l’ingegnere greco dedalo (dati i continui e profondi rapoporti tra il mondo greco e quello egiziano, attestati anche da Platone). L'area sulla quale fu costruito doveva raggiungere i 70000 metri quadri e pare avesse più di 3.000 stanze disposte su due piani, uno dei quali sotterraneo. Sembra che la sua destinazione fosse di tipo religioso. Quest'opera archittetonica impressionò notevolmente lo storico greco Erodoto che lo considerava addirittura superiore alle piramide e scrisse: "Ed io ho visto; è superiore a qualsiasi cosa si possa dire in merito”.
Il simbolo del labirinto rifiorisce in età medievale ma con connotazioni essenzialmente negative, tanto che il clero cattolico lo bolla come un simbolo pagano e demoniaco.

Nell’augurarvi un sereno Natale, in attesa che il buon Re e pastore torni, come ogni anno, tra noi peccatori, chiudo con una frase degli scrittori inglesi Picknett e Price:
In Egitto le più importanti celebrazioni di Iside cadevano il 25 dicembre, quando si commemorava la nascita del figlio Horus…”.

Saluti Templari!

Michele Allegri