martedì 16 dicembre 2014

LUZ, IL REGNO SOTTERRANEO...L'ATLANTIDE DEI TEMPLARI



Cari amici, bloggers e semplici curiosi,

vi ringrazio per i commenti che mi avete inviato per l’ultimo post, quello sui Templari e la “Tomba Bartoccini”, anche se non li ho voluti pubblicare. Terrò conto, comunque, dei contenuti di questi e dei vostri suggerimenti.

Come ho scritto nel mio ultimo saggio “La Religione Segreta dei Templari”, il regno dei morti è un regno sotterraneo, simboleggiato dalla figura del Capricorno, che ha corna e coda di pesce: un simbolo sempre presente sulle mura delle fortezze dei Templari, spesso ubicate nelle prossimità di fiumi e/o laghi.
Il celebre medico di corte e veggente Nostradamus, dal centro esoterico di Paray-le-Monial, aveva scritto a proposito un testo di prosa: “Molte cose occulte e segrete sono nella Cavità della Terra, tanto vicine ai fiumi…”.
Athanasius Kircher, dotto gesuita, nel 1665 nell’opera “Mundus Subterraneus“, parlava dell’esistenza di questo Regno segreto, questa sorta di Paradiso Terrestre governato da un Re sacro ed immortale, collocando uno dei suoi accessi in una zona remota dell’Estremo Oriente.
Nel passato, molte sono state le mitiche accezioni date al Regno sotterraneo nel quale
“l’Angelo della Morte non [vi] può entrare”: i Campi Elisi per i Greci, il Monte Meru per gli Indù, la mitica Ys per i Celti, il Vahalalla per le popolazioni germaniche, El Dorado per i sudamericani, Agharta per i Tibetani…
Il Filosofo greco Platone, che ci racconta dell’isola di Atlantide che sprofondò negli abissi del mare, afferma che vi erano misteriose gallerie che, come un labirinto, portano alla scoperta di questo Regno governato da un Re-Dio che, nato in una grotta, siede al centro della Terra, sull’ombelico della Terra, ed è il mediatore della religione per tutto il genere umano.
Nella Tradizione ebraica si parla di una città chiamata Luz, misteriosa, sotterranea ma luminosa e perduta. Non è un caso che la parola Luz assomigli al latino lux, luce, e all’inglese loose che vuol perdere, da cui deriva il nome della celebre famiglia nobiliare dei Lusignano, sovrani di Gerusalemme, imparentati con i Blanchefort, al vertice dell’Ordine del Tempio di Salomone.
Luz è, infatti, anche il nome dell’osso chiamato sacro, a forma di mandorla, che i Templari baciavano “[…] durante la cerimonia di accoglienza nell’Ordine”, come sta scritto negli atti inquisitori portati nel processo contro i Templari del 12 agosto del 1308.
Sempre secondo la tradizione ebraica, Luz è una citta sotterranea che porta lo stesso nome del posto in cui Giacobbe ebbe il sogno della casa di Dio (Bet-El) e della scala che vi conduce da cui scendevano e salivano gli angeli.
Ed è una frase di Giacobbe, tradotta in latino con “Terribilis locus iste est” a essere incisa appositamente dal parroco Bérenger Saunière sul timpano della chiesa di Rennes-le-Château, come a indicare una di quelle “vie” o “porte” che conducono al mitico mondo sotterraneo, atlantideo, sottomarino, che si aprono, secondo la Tradizione templare, la notte del 24 dicembre…



Ed è proprio per ritrovare la luce, dopo un periodo di buio, che auguro a voi tutti… un Felice Hanukkah!

martedì 28 ottobre 2014

HALLOWEEN E I RITI TEMPLARI NELLA TOMBA ETRUSCA “BARTOCCINI” DI TARQUINIA



Cari amici, bloggers e semplici curiosi,

grazie per i vostri commenti e suggerimenti.

Avvicinandosi ormai la data del 31 ottobre, antica festa celtica di Halloween in onore dei defunti che tornano  a riappropriarsi, per una sola notte, del loro “spazio vitale” su questa terra, voglio segnalarvi una notizia molto interessante che casca a fagiolo, come si suol dire.

Dal 14 ottobre è visitabile a Tarquinia, città fondata dagli Etruschi,  in prossimità di Viterbo, la cosiddetta tomba “Bartoccini”, dal nome del sopraintendente che la scoprì nel 1959.
Situata nella necropoli dei Monterozzi, questo sepolcro, risalente al VI secolo a.C., divenne un possedimento templare intorno al 1.200 d.C.
Il tema centrale della tomba, delle sue pitture e dei suoi graffiti, è l’estrema speranza di un “ritorno dalla morte”, come ben scrive il sito del Ministero dei Beni Culturali, un leitmotiv che lega gli Etruschi ai Templari, che credevano entrambi alla potenza delle forze oscure e della magia, capaci di far tornare in vita i corpi dei defunti, proprio come accade nella già citata festa di Halloween.
Oltre alle belle decorazioni ad arazzo che si possono ammirare sul soffitto,  in questa tomba spiccano, nelle camere laterali, quelle a scacchiera, di color bianco e rosso, eseguite dai cavalieri dell’Ordine del Tempio che, in quel luogo, compivano i loro riti magici d’iniziazione.
Con buona pace delle “fralate” di Barbara Frale o delle “cerrinate” di Simonetta Cerrini, sono infatti ben visibili a tutti, esperti e non, i molti graffiti che rappresentano gli “sfrenati riti sessuali” dei Templari, come scrivono il Corriere della Sera, La Repubblica e molti altri quotidiani nazionali e locali.

La tomba “Bartoccini”, infatti, ben rappresenta quel mix di sessualità magica, sincretismo religioso e riti pagani che, come  ho ben descritto nel mio ultimo e-book, è davvero il fulcro della “religione segreta dei templari”.
Una religione totemica, praticata nei capitoli segreti dai cavalieri  ma propria di alcuni nobili clan europei franco-belgo-occitani che  fondarono e governarono l’Ordine del Tempio fin dal lontano 1118, le stesse famiglie nobiliari che  ritroveremo protagoniste anche nell’affare di Rennes-le-Château e come registe delle azioni del parroco Berenger Sauniere, nel 1891.

Con l’apertura al pubblico di questa tomba, un altro tassello alla verità storica è stato aggiunto, mentre il castello delle menzogne si sgretola sempre  di più davanti alle evidenze tangibili di ciò che non può essere smentito.
Nello studio dei fenomeni storici, gli edifici e le costruzioni, come questa tomba, sono, infatti, molto più affidabili di qualche “documentuccio” trovato nella Biblioteca Vaticana, e molto più efficaci nel testimoniare un evento, descrivere un comportamento o un’azione umana.
E non è un caso, infatti, che io abbia voluto inserire nel mio ultimo saggio la descrizione particolare di un luogo simbolo dei Templari, del quale nessuno vi aveva mai parlato.
Mi sto riferendo alla Piramide di Falicon, in terra di Francia.
Vi anticipo che proprio questo sarà l’oggetto del mio prossimo post.

Grazie a tutti e… shalom!







lunedì 13 ottobre 2014

13 OTTOBRE 1307-13 OTTOBRE 2014: ALLA RICERCA DEL GRAAL


Cari amici, bloggers e semplici curiosi,

eccomi  di nuovo con voi, nel “nostro” blog, dopo questa lunga pausa.

Devo ringraziare quanti mi hanno scritto negli ultimi mesi, in particolare  tutti coloro che ho incontrato durante le presentazioni del libro “La religione segreta dei templari”, i quali mi hanno sollecitato ad aprire di nuovo i commenti.
Let it be! Così sia!

Devo anche salutare il prof. Beny che dalla Francia mi ha contattato dopo aver letto quest’ultima mia opera che, da storico, gli è molto piaciuta per la varietà degli argomenti trattati che voglio qui elencare per sommi capi.

  1. Sfatamento delle “castronate ideologiche ” scritte e dette da alcuni seplocri imbiancati dopo il “ritrovamento” della cosiddetta pergamena di Chinon
  2. Dimostrazione dell’esistenza dell’eresia templare e della radice pagana dei riti praticati nei capitoli segreti.
  3. Valutazione della “cultura esoterica”  di alcune nobili famiglie europee legate a doppio filo con l’ordine templare
  4. Illustrazione di luoghi simbolo dei templari, dalla piramide di Falicon  (in esclusiva) a Rennes-le-Chateau
  5. L’incontro con un membro del priorato di Sion...
…e dulcis in fundo:

  1. La “back cup”, il vero Santo Graal, il vero segreto dei templari…

Da dove volete incominciare?

Michele Allegri

martedì 8 aprile 2014

“NON ABBIATE PAURA! NON SI PUO’ SOFFOCARE LA VERITA’ CON LA FORZA, FIGURIAMOCI CON LA MENZOGNA!”


Cari amici, bloggers e semplici curiosi,

come ho scritto nel mio ultimo libro “Non abbiate paura! Non si può soffocare la Verità con la forza, figuriamoci con la menzogna!”.
E così, di conferenza in conferenza, ripeto questo mio slogan alle centinaia di persone che partecipano alla presentazione del libro “La Religione Segreta dei Templari”, in occasione dei 700 anni dalla fine dell’Ordine del Tempio, un tour de force che mi porta in giro per lo Stivale.

Nell’ultima conferenza “rotariana”, poi, ho avuto modo di sfatare altre due menzogne, o meglio balle, che vengono propagandate come Verità da scrittori di parte o da dipendenti d’Oltretevere, senza alcun ritegno per chi li ascolta o li legge.
La prima cosa che uno scrittore deve fare, infatti, è quella di avere una grande considerazione dei propri lettori e, nel caso di conferenze a tema, dei propri ascoltatori che, in democrazia, non devono essere mai indottrinati ma considerati libere persone a cui si devono offrire tutti gli strumenti utili a comprendere la Verità storica, che non è la Verità degli storici-accademici, tanto per capirci.
Questi ultimi, come si sa, sono l’espressione massima della Burocrazia del pensiero e della politica servile e asservita alla convenienza di parte, seppur con alcune rinomate eccezioni, badate bene.
Per esempio ho apprezzato profondamente il prof. Luciano Canfora e il prof. Nicolotti quando hanno demolito, con le giuste argomentazioni e con dovizia di particolari, le ricostruzioni pseudo-storiche e pseudo-scientifiche di chi, tirando a campare, s’inventava che i Templari adorassero la Sindone e non Bafometto.
E vengo alle due grosse “balle” che, nella Conferenza di qualche giorno fa, ho “rottamato” grazie anche all’ausilio di un pubblico particolarmente erudito.


1. Si dice erroneamente, anzi si propaganda che papa Clemente V fosse ostaggio del re francese Filippo IV il Bello perché aveva stabilito la sua residenza ad Avignone.
Una grossa balla ovviamente!
Infatti, Avignone non faceva parte del Regno di Francia ma, dal 1271, era una contea indipendente controllata per metà dalla famiglia degli Angiò e per metà, la parte orientale, dagli stessi pontefici, i quali attuavano il pieno dominio anche su tutto il Contado Venassino che comprende appunto la citta di Avignone. Già dal 1229, comunque, i pontefici di Roma “godevano la signoria del territorio abbracciante Avignone dalla parte d’Oriente, il Contado Venassino”, come recita  l’Enciclopedia Treccani.
Avignone aveva preso parte, come altre città della Linguadoca, alla guerra contro gli invasori “papisti”, abbracciando l’eresia catara, tanto che fu scomunicata nel 1226.
Com’è storicamente provato poi, i Templari non presero parte alla Crociata contro gli Albigesi perché consideravano giuste le critiche mosse da questi “eretici” contro il soglio pontificio e la religione cattolica che avrebbero dovuto proteggere.


2. Si dice erroneamente, anzi si propaganda, che l’ultimo Maestro dell’Ordine del Tempio, Jacques De Molay, avesse confessato di aver commesso gesti blasfemi contro la Croce, come il celebre sputo, dopo essere stato torturato per benino.
Un’altra grossa balla, ovviamente!
Nel tanto sbandierato (a vanvera) Documento o Pergamena di Chinon del 1308 si può leggere a proposito degli interrogatori subiti da De Molay:
Interrogato se avesse confessato le cose appena dette su richiesta, per denaro, gratitudine, simpatia, paura o odio o istigazione di qualcuno ovvero per paura della tortura, disse di no. Interrogato se dopo che fu arrestato gli fossero state poste domande o fosse stato torturato, disse no”.
Avete letto? E’ scandaloso, quindi, scrivere ancora che De Molay, arrestato nel 1307, fosse stato malmenato o torturato a dovere. La realtà storica e documentale è ben altra, nel suo caso: Jacques De Molay rese confessioni spontanee circa gli atti di blasfemia che lui e tutti i fratelli avevano commesso nei Capitoli o durante le investiture. Ancora più grave per la Chiesa del tempo e per Clemente V  fu il comportamento dei cavalieri templari che, mentre sputavano ritualmente sulla croce, non credendo nella figura di Gesù ed adorando, invece, un idolo chiamato Bafomett, si fregiavano del titolo di “monaci”.

Una grande beffa, ovviamente!
 
 

giovedì 20 marzo 2014

18 MARZO 1314 -18 MARZO 2014…700 ANNI DALLA FINE DELL’ORDINE DEL TEMPIO


Cari amici, bloggers e semplici curiosi,

il 18 marzo è una ricorrenza storica importante perché segnò la fine dell’Ordine del Tempio.

Sono trascorsi 700 anni dal rogo di Parigi nel quale il Maestro Jacques De Molay, bruciato come eretico impenitente, maledisse i suoi carnefici, papa Clemente V e re Filippo IV il Bello, entrambi morti in “circostanze misteriose” non molto tempo dopo…

Quale migliore occasione, allora, per ripercorrere le tappe salienti della vita dell’Ordine templare, presentando il mio ultimo libro “La Religione Segreta dei Templari” nella splendida cornice dello Sporting Club di Monza, come ospite del “Lions Club” della città?

Una partecipazione sentita, con più di 60 persone tra donne e uomini affascinati da questo frammento della storia medievale.

Molte domande, pubblico attento alla spiegazione, pronto ad accogliere e capire le tante mistificazioni messe in campo nelle ricostruzioni storiche dei Templari degli ultimi anni.

Una per tutte la grandissima “balla” dell’indebitamento del re francese Filippo il Bello che si sarebbe mosso contro i Templari per avidità.

Niente di più falso. A testimoniarlo la mia lettura di un documento importantissimo, la Bolla papale “Vox in Excelso” nella quale il pontefice Clemente V indica chiaramente quali sono i veri motivi dell’intraprendenza del re di Francia, cioè “l’eccesso di zelo” nel difendere la religione cattolica dalla pericolosità dell’eresia templare.

Durante la serata ho appunto evidenziato il fulcro di quest’eresia, che non è  il classico discostamento dalla religione cattolica bensì un antico retaggio pagano proprio delle famiglie nobili che hanno composto i quadri alti dell’Ordine con le loro “mitiche” parentele di “sangue blu”.

Due esempi: la famiglia Blanchefort, che dette un Gran Maestro all’Ordine, imparentata con la famiglia Lusignano, i re di Gerusalemme, che ci riportano nei domini templari della valle dell’Aude (Valle dell’Ade, il regno dei morti) là dove l’Ordine aveva un 1/3 dei propri possedimenti immobiliari.

Famiglie la cui legittimità si basava su genealogie “interessanti”, la discendenza, per esempio, da un mitico progenitore che, nel caso della famiglia Lusignano, era la sirena Melusina (Mère Lusine). 

Esponenti di quella famiglia patrizia del “re perduto” o Grande Monarca (ma nascosto da qualche parte) che è stata cantata, sotto forma allegorica, nel ciclo della letteratura del Graal, i Lusignano furono messi all’Inferno, nella Divina Commedia, proprio dal sommo poeta Dante.

Persone blasonate, definite come esponenti della razza favolosa, con evidenti deformazioni fisiche ma con capacità semi-divine, taumaturgiche e magiche, condivisero con i Merovingi, l’appartenenza alla grande famiglia europea dei “Rex Deus” che ha avuto una parte centrale nel periodo delle Crociate e nella formazione dei Regni d’Oltremare (Regno Latino, Contea di Edessa, Contea di Tripoli e di Antiochia).

La loro religione di famiglia è stata tramandata anche all’interno dell’Ordine del Tempio ed è conosciuta da noi solo in parte, grazie alla lettura dei verbali della Santa Inquisizione. Si tratta di una religione totemica, a metà tra il soprannaturale e l’umano, nella quale giocano un ruolo fondamentale la magia e l’adorazione della testa dell’Avo.

Nel caso dei Merovingi inoltre, il padre mitico di Meroveo, come racconta la leggenda, è un “mostro marino”, il Quinotauro, che seduce e violenta la Regina Clodione. Il sangue del Quinotauro e dei suoi discendenti veniva ritenuto capace di salvare le vite degli esseri umani, di rimarginare le loro ferite, di far scomparire i loro malanni, ed infine di dare l’eterna giovinezza dopo la pratica di taluni rituali magici . Dato ciò e detto ciò, i Merovingi, così come i Lusignano o i Blanchefort nulla hanno a che vedere con la discendenza di Gesù e Maddalena…

E’ provato che i Papi conoscevano l’esistenza di questa particolare nobiltà, così come la conoscevano quei regnanti, come Filippo il Bello, che erano devoti alla religione cristiana. Essendo questi acerrimi nemici e rivali di quella “razza favolosa” di nobili, quella del fuoco e della sapienza, delle arti divinatorie e magiche, quella della celebre maledizione templare di Jacques De Molay e della difesa strenua dell’indipendenza dell’Occitania dalle grinfie papali, decisero, dopo la sconfitta di San Giovanni d’Acri del 1291, di eliminare uno dei suoi bracci più armati e più ricchi, l’Ordine del Tempio, appunto… ma ci riuscirono solo in parte…
 
 

lunedì 20 gennaio 2014

Anche la carta stampata si interessa alle mie opere digitali

Cari amici, bloggers e semplici curiosi,

ecco uno degli articoli che stanno apparendo sulla carta stampata sulle mie nuove pubblicazioni digitali:

 
Ricordate che potete scaricare i miei e-books da www.amazon.it e dai seguenti link diretti:
Buona settimana a tutti,
Michele Allegri