mercoledì 28 febbraio 2007

UN MISTERIOSO DIPINTO A SAINT SULPICE

Salve a tutti: amici, bloggers e semplici curiosi,

un grazie di cuore a voi che mi avete scritto numerosi commenti di sostegno e di apprezzamento che mi testimoniano quanto abbiate gradito la mia battaglia per la Verità. Mi permetto di chiamarla “la nostra battaglia” che è condotta nel rispetto della democrazia e che rappresenta oggi il più alto baluardo a difesa di quella Verità che alcuni vorrebbero falsificare per un proprio tornaconto personale. Essa è anche una lotta pacifica ma indefessa che guarda agli avvenimenti storici del Tempio e dell’attualità neotemplare con obiettività e severità, esprimendo giudizi là dove ci sono prove oggettive e riscontrabili. In questo modo io ed Irene abbiamo scritto il Dossier e in questo modo io, Irene e gli amici bloggers argomentiamo su questo piccolo ma seguitissimo spazio web.

Ma veniamo all’argomento di oggi, aperto ai commenti del mio amato pubblico.

Tra le ipotesi più accreditate da storici, accademici e giornalisti di tutto il mondo vi è quella secondo la quale molti templari, una volta soppresso l’Ordine nel 1312, si rifugiarono in altre organizzazioni o confraternite. Tra queste spiccano, per esempio, l’Ordine di San Giovanni
(Smom), gli Agostiniani, i Cistercensi, le corporazioni degli scalpellini (compagnonagge) e persino la già citata Compagnia del Santissimo Sacramento dell’altare detta anche dei devoti della Kabbala.
Quest’ultima fu definita da più parti come un vero centro di potere e di esoterismo nel cuore della Chiesa francese e fu combattuta aspramente sia dalla Compagnia di Gesù, che l’accusò di avere al suo interno “pratiche empie d’iniziazione” (si ricordino le accuse ai templari), sia da re Luigi XIV che l’accusò di cospirazione politica contro la monarchia e che la soppresse nel 1660 (grazie al potere di molti giudici affiliati alla Compagnia, quest’ordinanza del re non fu applicata fino al 1666. Per sei lunghi anni la Compagnia poté continuare la sua opera senza alcun arresto!).

La Compagnia fu fondata da alcuni eminenti uomini di Chiesa che si radunavano in un gruppo che si faceva chiamare l’invisibile cenacolo fraterno e che si diceva custode di un segreto in grado di sconvolgere il mondo e le fondamenta delle religioni monoteiste, un segreto in grado di fare arricchire chi lo possedesse. Di questo segreto abbiamo una testimonianza documentale, una lettera scritta da Louis Fouquet al fratello Nicolas, ministro delle finanze di Luigi XIV. Entrambi i Fouquet erano membri attivi della Compagnia. Louis, nella lettera, parla anche di Poussins, il celebre pittore che rappresentò in un quadro la tomba da cercare o dentro la quale scivolare o calarsi, apponendovi il motto della Compagnia: Et in Arcadia Ego…
Nessuno ve lo avrà mai detto ma i greci situavano l’entrata dell’Ade o regno dei morti proprio in Arcadia.

Per il momento vediamo, amici bloggers, cosa scrive Louis Fouquet nella celebre lettera:
“ Poussins ed io abbiamo progettato alcune cose di cui vorrei parlarti presto dettagliatamente, che ti daranno, attraverso Poussins, vantaggi che i sovrani farebbero molta fatica ad ottenere da lui e che, dopo di lui, forse nessuno nei secoli a venire potrà mai riprendere; in più sarebbe senza grande spesa, ma fornirebbe un guadagno, e queste cose sono così difficili da trovare che nulla su questa terra potrebbe ora avere una fortuna migliore, e neppure uguale”.

Ma andiamo avanti.


All’interno del Cenacolo vi erano tre uomini di Chiesa particolarmente devoti alla Grande Madre, la Nostra Signora dei templari: Saint Vincent de Paul, Jean Jacques Olier e il vescovo Pavillon. Quest’ultimo aveva la sua diocesi a Rennes Les Bains, piccola cittadina al confine con la celeberrima Rennes Le Chateau, in una zona, quella dell’Aude e del Razes, molto cara sia ai cavalieri del Tempio che ai catari. Essa presenta degli interessanti aspetti geologici. E’ attraversata da gallerie sotterranee, cunicoli e grotte nei quali scorrono fiumi ed acque che provengono dal sottosuolo. Acque che vengono definite, ancora oggi, miracolose e che sono posizionate intorno ad un luogo dedicato ad una Regina o una Signora o una Vergine nera che spesso è stata identificata con la figura di Maria Maddalena. Molti studiosi, invece, ritengono che sia la dea egiziana Iside, regina del Regno dei morti. Al di sopra di questo territorio vi sono, spesso, una serie di rocce a forma di fallo che vengono chiamate Cromleck attorno alle quali, anticamente, i sacerdoti della religione celtica, i druidi, si riunivano per celebrare feste e riti pagani.

Quartier generale della Compagnia del SS Sacramento è stata la celebre chiesa parigina di Saint Sulpice, il santo che, assieme a Santa Rosalina (Rosslyn), è celebrato il giorno del 17 Gennaio, data che ricorre spessissimo nell’enigma di Rennes (in quel giorno sono morti il curato Sauniere e la marchesa d’Hautpoul-Blanchefort, discendente di un gran maestro del Tempio ed ultima detentrice del grande segreto che lei stessa definì segreto di Stato). Secondo molti scrittori, la Compagnia del SS Sacramento è stata una delle facciate con la quale il Priorato di Sion di Nostra Signora si è manifestato ma questa è solo un’ipotesi.
Andiamo oltre.


Se fate una visita nella chiesa di Saint Sulpice, potete vedere strane cose che non hanno nulla a che fare né con una chiesa né con culti cristiani.
Per esempio vi è nel portone d’ingresso un pentacolo che, nella simbologia pagana, rappresenta la donna. Un polpo con otto tentacoli sotto l’acquasantiera (c’è un polpo anche sulla tomba della già citata marchesa d’Hautpoul). Un grossa Ank egiziana (chiave del regno dei morti tenuta da Iside). Due serpenti, due cobra attorno all’Ank. Due Esse capovolte. La N della parola Signol invertita (la stessa cosa la si ha sulla croce tombale di Sauniere a Rennes dove la N di INRI è capovolta). Un obelisco egiziano che traccia la cosiddetta linea della Rosa (Ross-lyn) o Meridiano Zero. E alcune pitture interessanti.

Di una in particolare vi voglio parlare in questo post.
Si tratta di una dipinto che riproduce uno strano passo della Bibbia, quello di Giacobbe che combatte contro l’angelo (dipinto di Delacroix).
Al versetto 32,25 del Libro della Genesi sta scritto (io riporto quanto dice una Bibbia cattolica):
“Giacobbe rimase solo: or, un uomo lottò con lui fino allo spuntar dell’alba. E vedendo che non poteva vincere Giacobbe, lo colpì nella giuntura della coscia, sicché la giuntura dell’anca di Giacobbe si slogò nel lottare con lui. Allora quell’angelo gli disse: Lasciami andare perché sta spuntando l’alba. Ma Giacobbe rispose: Non ti lascerò, finché tu non mi avrai benedetto. L’altro gli domandò: Come ti chiami?. Rispose: Giacobbe. Ed egli: Non ti chiamerai più Giacobbe ma Israele, perché sei stato forte contro Dio e con gli uomini ed hai vinto. Giacobbe gli chiese: Dimmi, ti prego, il tuo nome. Ma quello rispose: perché vuoi sapere il mio nome? E lì stesso lo benedisse. Giacobbe pose nome a quel luogo Fanuel, perché, disse, ho visto Dio faccia a faccia ed ho avuto salva la vita…..”.

Leggo nelle note che Fanuel significa Faccia di Dio, mentre Israel significa lottare con Dio ma, visto che Giacobbe lotta contro l’angelo che poi chiama Dio, quel con potrebbe essere contro Dio…Un passo strano, non vi pare? Un passo che è collegato al segreto detenuto dalla Compagnia, da molte famiglie nobili del Razes (i catari Hautpoul, Fleury, Ables, De Negre) e delle Ardenne e dai templari che, anche per questo, furono colpiti.
La figura di Giacobbe non è stata usata casualmente da chi ha dipinto e collocato questa opera a Saint Sulpice. C’è stata la volontà di lanciare un messaggio in codice.

Mi pongo delle domande, dopo una riflessione a voce alta.

Giacobbe è figlio di Isacco, che è a sua volta il figlio di Abramo con il quale Dio ha stretto un patto di alleanza. Giacobbe ha un gemello che si chiama Esaù.
Isacco ha avuto dalla moglie Rebecca due gemelli, grazie all’intervento di Dio, in quanto Rebecca era sterile. E Dio, dopo aver concesso ad Isacco due figli, gli disse che ciascuno dei due sarebbe stato a capo di una Nazione e che una delle due sarebbe stata schiava dell’altra.

Perché mai Dio si dovrebbe presentare, ad un certo punto della storia, sotto forma di uomo o di angelo per combattere contro un discendente di Abramo con il quale ha stretto un patto di alleanza?
Perché Dio, in questo passo, ha l’aspetto fisico di un uomo? Perché Giacobbe pensa che quell’uomo sia un angelo? Come potrebbe dirlo? Quali sono le caratteristiche che distinguono un uomo da un angelo?
Perché mai l’angelo avrebbe paura dell’alba? Perché l’angelo non riesce a vincere fisicamente il povero Giacobbe ? Perché l’angelo lo colpisce all’anca?
Ancora oggi, in ricordo di quel passo biblico, gli ebrei sono soliti non mangiare il nervo sciatico degli animali.
Perché, ad un certo punto, Giacobbe ritiene che quello non è un uomo, non è un angelo ma è Dio?
Chi glielo ha detto, visto che l’angelo non dice il suo nome?
Perché l’angelo si dice compiaciuto con Giacobbe in quanto è stato forte contro Dio?
Quale angelo si potrebbe compiacere di un combattimento contro Dio?
Un’altra cosa strana è che, nei passi che seguono, Giacobbe incontrerà di nuovo Dio che gli confermerà che lui si dovrà chiamare Israel.

Per tirare le somme, c’è da pensare o che l’angelo è Dio e, quindi, non si capisce perché lotti contro Giacobbe, oppure è un’entità che non ama la luce ma che conosce il futuro e sa che Dio chiamerà Giacobbe con il nuovo nome di Israel. Sembra un angelo che ha saldi radici nella Terra o, meglio, sottoterra.
Tutto questo, cari amici, cari bloggers, non vi fa venire in mente quell’entità con cui Giovanna d’Arco diceva di parlare e dalla quale traeva forza e consiglio?

Le ipotesi non sono tante ma è bene che ne dibattiate liberamente, sempre se ciò vi sarà gradito.

A voi, quindi, il calice del simposio!


Michele Allegri

venerdì 16 febbraio 2007

MASSONERIA E NEOTEMPLARI

Salve amici, bloggers e semplici curiosi!

Dopo il bel discorso su Giovanna d’Arco, il re perduto e il tema dell’Arcadia, vi riporto di nuovo alla modernità.
Faccio un’unica precisazione riguardo al post precedente: il termine SION non ha alcun riferimento biblico né riguarda la terra d’Israele, tanto per essere chiari. In alcune traduzioni, SION vuol dire Ramo, Origine…e, mi fermo qua.
Dai tantissimi interventi che ho pubblicato, anche in quest’ultimo post, ho potuto notare come il tema “massoneria e neotemplari” sia uno dei più gettonati.
Alcuni di voi anonimi bloggers hanno anche iniziato un’inutile polemica con un altro ex frequentatore di questo modesto blog, e sottolineo modesto, tal anonimo CercatorPerpetuo o cercatorPeripatetico, che si dichiara massone ed in particolar modo massone del rito di York.
Questo è il fatto nuovo che mi sollecita a riprendere le considerazioni sull’attualità.
Dico che la polemica è stata inutile perché l’ex ospite, a me gradito tanto quanto gli altri, voleva dare lezioni di stile e, invece, è finito per assomigliare agli altri che lui criticava. Abbandonato l’abito del tollerante, si è manifestato in tutta la sua nudità. Alcuni bloggers mi hanno fatto notare quali parole di spregio ha manifestato il suddetto anonimo sia nei confronti di noi autori sia nei confronti di voi bloggers (qui sotto riprodurrò alcune sue frasi tolleranti, pur ricordando sempre, come mi ha insegnato l’esimio Venceslai, che ognuno in democrazia è libero di dire quello che vuole).
CercatorPerpetuo, a mio modesto avviso, al contrario di quello che sbandiera ai quattro venti senza alcuna discrezione, ha dato un chiaro esempio di come non dovrebbe essere un vero massone: iracondo, pettegolo, acrimonioso, altezzoso con la verità in tasca! Si vede che la pietra è rimasta grezza o è stata levigata solo in superficie…
Infatti, come ha rilevato l’autodichiaratosi massone Tubal Cain, CercatorPerpetuo o non è un affiliato alla libera muratoria o, se lo è o lo è stato, sarebbe da considerarsi un“infiltrato”, cioè una specie di corpo estraneo che non avrebbe interiorizzato i valori liberali e tolleranti che quest’antica organizzazione di mutuo soccorso trasmette ai propri affiliati fin dal 1717. Anche in questo caso, non faccio di ogni erba un fascio: ci sono massoni degnissimi, altri meno ed altri ancora dei perfetti farabutti.
Cerco ora di entrare nel merito di alcune considerazioni senza soffermarmi troppo solo su questa piccola ma interessante polemica che riprenderò in seguito.

Ho sempre sostenuto che parte della ritualità massonica scozzese è di derivazione templare.
Quando parlo di scozzesismo intendo riferirmi alla massoneria degli Ancients (degli antichi), esistente ed operante prima del 1717, prima, cioè, che gli inglesi del reverendo Anderson codificassero un tipo di Istituzione massonica meno esoterica della precedente, più banchettante, rivolta alla benevolenza e al mutuo soccorso interno. Questo tipo di massoneria fu detta anche dei Moderns, cioè dei moderni (assomiglia nelle forme all’Osmth International di Osservanza Atlantica).
Per dimostrare come la massoneria scozzese, templare, pagana ed ereticamente cristiana sia esistita prima del 1717, ho sempre portato un semplice esempio: la celebre cappella di Rosslyn in Edimburgo (Scozia). Là è visibile a tutti e a ciascuno una scultura risalente al 1450, cioè 267 anni prima dell’ufficiale anno di fondazione dell’Ordine massonico, che rappresenta un cavaliere templare che inizia un altro cavaliere templare all’Ordine del Tempio mettendogli intorno al collo una corda per impiccagione e una benda sugli occhi.
Per chi è poco pratico di ritualità massonica, dico che questo rito di derivazione templare è ancora in uso presso tutte le obbedienze, regolari e non, ed è una delle prove che dimostra un legame storico tra massoneria scozzese e templari fin da quando le nobili famiglie dei Saint Clair/Sinclair e del principe Bruce li ospitarono in quel Regno celtico, permettendo loro di entrare come membri accettati nelle corporazioni muratorie del compagnonaggio, intorno ad un periodo che va dal 1307 al 1310.
Da questa forma di massoneria scozzese è derivato l’attuale Rito Scozzese Antico ed Accettato. Esso è un rito di perfezione che richiama, anche se solo nell’apparenza, i fasti della massoneria scozzese, la quale ha cessato di esistere dall’anno 1813, cioè da quando gli Ancients e i Moderns si fusero in un sola Obbedienza, la Gran Loggia UNITA d’Inghilterra.

Altro punto fondamentale, più volte spiegato, è che l’Ordine neotemplare Osmtj, da cui deriva il moderno OSMTH di Osservanza Atlantica del generale americano Patrick Rea, fu creato da massoni francesi tra i quali spicca il medico Raymond Fabrè Palaprat. Il documento su cui si basa questa “rifondazione templare” in terra di Francia è la Carta di Larmenio, datata 18 febbraio 1324, che si trova attualmente depositata presso la loggia massonica di ricerca Quattuor Coronati della Gran Loggia Unita d’Inghilterra (UGLE).
In questo documento, considerato dai nuovi templari come vera ed autentica legittimazione della loro attuale esistenza, sono presenti: un ricordo del martire De Molay, un’invettiva ed una maledizione contro i cavalieri di San Giovanni (oggi Sovrano e Militare Ordine di Malta) poiché avevano percepito da Papa Clemente V i beni e i possedimenti del Tempio (e con questo confuto, ancora una volta, quanto i neotemplari hanno dichiarato più volte e cioè che il re Filippo il Bello ha distrutto l’Ordine del Tempio per incamerare i loro beni!) ed una contro i “disertori templari di Scozia” perché hanno abbandonato anzitempo De Molay e il Tempio al loro tragico destino. Questi disertori sono gli stessi cavalieri del Tempio che andarono ad ingrossare la file della massoneria scozzese, portando in essa riti e concezioni e conoscenze superiori, precedentemente estranee alle corporazioni degli scalpellini, in particolar modo elementi che riguardano la cultura celtico-pagano-magica e l’esoterismo eretico-gnostico. Faccio alcuni esempi, tanto per farmi capire: la vendetta dei kadosch che deriva da quella dei guerrieri celti, il simbolo della testa di morto e delle tibie incrociate, il serpente che rappresenta la conoscenza antica o il demiurgo platonico, il regno dei morti, il mondo della terra cava, il valore delle costellazioni, gli iniziati uomini verdi della razza favolosa (il verde è il colore della massoneria e del serpente, gli uomini verdi sono rappresentati nella cappella templare di Rosslyn), le coppie antinomiche manichee e catare (il bianco/nero del pavimento massonico; luce/tenebra), lo studio geodetico, la numerologia pitagorica, il motto V.I.T.R.I.O.L che invita l’iniziato massone a recarsi nel sottosuolo, nell’Ade o regno dei morti per trovare il Graal, la pietra nascosta che dona l’ immortalità.

I templari hanno anche introdotto nella massoneria di Scozia il terzo grado, quello di Maestro, che muore e rinasce grazie alla dea della saggezza egiziana Iside, impersonata dalla massoneria stessa, che dona la luce all’iniziato e quindi la libertà. E’ questo, infatti, il motivo per cui i massoni si chiamano i figli della Vedova. La vedova è Iside, regina del regno dei morti alla quale è stato ucciso il marito-fratello Osiride. Solo Lei è in grado di scendere agli inferi e ricomporre il corpo del marito straziato, donandogli di nuovo la vita.
Notate che nelle antiche culture pagane, chi donava la vita non era un dio maschile ma femminile. Altro esempio di questa sacra femminilità è la figura di Notre Dame venerata da catari e templari, come più volte detto.
La figura di Hiram, già precedentemente ammirata e venerata dagli scalpellini, diviene centrale nel terzo grado massonico e, per i nobili templari accettati, diventa una copertura ideale, un’allegoria per celebrare la figura del Maestro De Molay, morto come eretico sul rogo nel 1314. La figura del Maestro De Molay che si cela dietro alla figura di Hiram rammenta ai massoni che l’Ordine del Tempio è risorto a miglior vita e governa ora la loro Istituzione muratoria dal terzo grado in su.
Ricordate amici bloggers che il compagnonaggio (le corporazioni degli scalpellini) prevedeva solo due gradi: il primo grado di apprendista muratore e il secondo grado di compagno d’arte.
Il terzo grado è stato quindi aggiunto da quei fuggiaschi templari in terra di Scozia che hanno creato quell’arco ideale che sovrasta, completa e sovrintende il primo e secondo grado.

C’è un altro elemento che accomuna templari, massoni di ieri, di oggi e i nuovi templari dei quali parliamo nel nostro libro.
Tutti sono in condizione di SCOMUNICA PERPETUA da parte della Chiesa cattolica apostolica e romana. Le loro ritualità, infatti, abbracciano il paganesimo, la magia e l’eresia mentre proclamano devozione o ispirazione ad un dio che non è il Gesù del Nuovo Testamento.
Solo per ricordare quanto detto più volte: i massoni sono scomunicati fin dal 1738 e i nuovi templari fin dalla bolla Vox in Excelso del 1313 (ma come dice il cattolico/new age Venceslai in sberleffo all’autorità ecclesiastica a cui vorrebbe avvicinarsi: Checchè ne dica la chiesa…)

Detto questo possiamo affermare che non molti si possono dire autentici massoni o templari de facto.
Molti bloggers hanno fatto notare come tra molti massoni e nuovi templari regnino arroganza, ignoranza e superbia e, come hanno rilevato alcuni, anche un alto tasso di profanità. A questa “incoraggiante” lista io aggiungerei anche mistificazione/menzogna.
Infatti, molti massoni e moltissimi neotemplari non conoscono la storia e non hanno un minimo di cultura esoterica. Non sono io il solo a dirlo ma una quantità notevole di persone semplici ed altolocate. Tra queste vi segnalo la professoressa Isastia (una professoressa vera!!), docente di Storia Contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, che ha dichiarato, in un suo studio recente, che “La maggior parte dei massoni ha una cultura esoterica molto modesta e forse un 10% di loro vi si dedica in maniera seria e regolare”.
Si vede che la professoressa , prima di esprimere la sua autorevole opinione, ha incontrato persone come il nostro caro amico massone CercatorPerpetuo che, come vedremo alla fine, con proprie parole “dona lustro alla Libera Muratoria universale” manifestando quello che ha appreso nei lavori di loggia.
Per far cambiare idea all’opinione pubblica italiana su cosa sia stata la massoneria ci vuol ben altro che gran maestri in jeans, ci vogliono atti, fatti e non dichiarazioni d’intenti che suonano all’orecchio dell’uomo della strada come slogan politici svuotati di contenuto! Ma, si sa, alcuni neotemplari e alcuni massoni considerano l’opinione pubblica non un popolo ma un popolino da disprezzare o, meglio, da fregare! Come è chiaro, in questo caso, io sto dalla parte del popolo perché è da lì che provengo.
Voglio ricordare a CercatorPerpetuo, nel caso se la fosse persa, che mercoledì 14 febbraio alle 21.10 su Raiuno è stata trasmessa la fiction “L’ultimo dei corleonesi” che parla dei notori Riina, Provenzano, Bagarella, Liggio.
Ebbene, c’è una scena in cui avviene un colloquio tra Riina e Provenzano nel quale il primo rimprovera al secondo di frequentare troppo gli amici massoni con il grembiule e il cappuccio.
Vorrei chiedere al massone CercatorPerpetuo, che rimprovera gli altri di usare luoghi comuni, cosa ne pensa di questa rappresentazione che unisce mafia e massoneria, che è stata vista da milioni di italiani, che è stata prodotta e messa in onda dalla RAI e vorrei chiedergli se, per difendere l’onore della Libera Muratoria della quale sbandiera la sua fiera appartenenza, andrà a protestare sotto gli uffici di Saxa Rubra.

Ma andiamo oltre.

Se prendiamo il caso del dott. Stelio Venceslai del Gran Priorato dell’Osmth, la cui Osservanza Atlantica deriva per gemmazione dall’originale massonico Osmtj di Palaprat, possiamo sempre notare anche qui delle colossali incongruenze, anche quando si parla di massoneria.
L’ordine neotemplare Osmth ha moltissimi massoni tra le sue file. Lo stesso Venceslai si è dato da fare di organizzare un convegno a Perugia (città ad alta densità massonica) invitando un autorevole esponente massone del rito di Memfi. Tale convegno è stato ampiamente stigmatizzato dal prof. Cardini, autorevole storico del Medioevo (nonché altro vero professore).
In merito ai massoni, Venceslai dimostra un’ambivalenza.
Infatti, prima mi dichiara con una e-mail che “Molti sono i massoni che vengono da noi, i più alla ricerca di un’attualità che mi dicono che nelle loro Logge s’è perduta…non abbiamo nulla contro di loro”. (Questa dichiarazione, che prendo per vera, getta anche una luce interessante su cosa i massoni stessi pensino della loro beneamata Istituzione N.d.R.).
In seguito, in un’altra e-mail, smentisce quanto detto prima e afferma “Non sono mai stato massone ed, anzi, ho SEMPRE AVUTO UNA CERTA PREVENZIONE NEI LORO CONFRONTI, TANTO IMMOTIVATA QUANTO ISTINTIVA”.
Quale dobbiamo tenere per vera, la prima o la seconda affermazione dell’esimio Venceslai?

Non avevo dubbi sul fatto che il dott. Venceslai giudicasse le persone per così dire “a pelle” e non sulla base di ragionamenti sensati ma allora mi chiedo, e vi chiedo, senza far alcuna polemica ma con una punta di ironia:
Perché Stelio W. Venceslai non comunica ai suoi iscritti neotemplari massoni questa immotivata ed istintiva avversione per i massoni? Come è stato dimostrato dalle più recenti ricerche in campo psichiatrico e scientifico, non fa bene tener per sé il livido rancore, può provocare seri disturbi all’apparato digerente, ovviamente nei casi in cui uno non abbia uno stomaco corazzato e il pelo sullo stesso… Chissà cosa penserà la dott.ssa Anna Giacomini, alta dignitaria della Gran Loggia d’Italia, intervistata nel sito dal cavaliere Osmth Giovanni Lettieri…chissà cosa pensernno la dott.ssa e gli affiliati massoni di quell’Obbedienza di queste sue esternazioni contro la massoneria…

Noto che, come nel caso della Chiesa, anche nei confronti della massoneria, c’è la voglia di strumentalizzare non tanto con le parole ma con i fatti.
Si motteggia la Chiesa ma ci si dichiara templari cattolici, si odiano a pelle i massoni ma si aprono loro le porte delle osservanze neotemplari.
Vi sembrano, cari bloggers, comportamenti coerenti dettati dall’amore per la verità?

Alcune frasi incongruenti rivelano, invece, una duplicità che io chiamo ipocrisia. Quando le leggo non posso non pensare alle parole di chi, come Gesù, soffrì e patì con il corpo e con lo spirito per aver detto sempre la verità . Ma Gesù ci rincuora, ricordandoci che gli ipocriti riceveranno un giusto castigo:
Guai a voi scribi e farisei ipocriti, perché divorate le case delle vedove e fate lunghe preghiere per mettervi in mostra, perciò riceverete maggior condanna”.

Come vi avevo promesso, chiudo elencando splendide frasi rivolte a noi autori e a voi bloggers dal massone, l’umile, così si è definito, CercatorPerpetuo e commentando una sua affermazione che, come diceva un molisano, non c’azzecca nulla con la storia del Tempio o con i nuovi templari.
Io ricordo a CercaPerpetuo che la libertà, come diceva Gaber, non è uno spazio libero ma è partecipazione. Ho l’impressione che questo post gli abbia insegnato più cose di quelle che ha imparato in loggia. L’ho fatto con la pazienza che meritava il suo caso. Mi dovrebbe ringraziare invece di arrabbiarsi. Gli farei un’unica raccomandazione, però, di andarci piano con le agapi rituali e soprattutto con quelle bianche. Magari all’inizio le danno l’impressione di potere tutto, poiché a tavola i suoi commensali le danno ragione per questioni di opportunità e cortesia ma, quando viene l’ora della verità, lei stesso ricorda e scrive che è meglio ritirarsi nella ‘fogna’. Sono sue parole e le prendo sul serio, capendo che Lei intendeva dire che la verità la costringe a rifugiarsi nelle tenebre. La prendo sul serio come ho sempre fatto. D’altra parte Lei ha esordito in questo blog dicendo che noi autori avevamo fatto un pregevole lavoro (chissà quanti complimenti ci ha scritto in privato… se lei mi dice chi è, magari li pubblico anche) .

Buona lettura e buon divertimento a tutti!
(I commenti a questo post verranno letti da noi ma non postati per evitare inutili polemiche)

CercatorPerpetuo che ci ha “misurato, pesato e giudicato” dall’alto del suo grado massonico di York e scrive:

Che il Blog è poco erudito
Che noi autori siamo dei sapientoni
Che i bloggers sono repressi sociali
Che i bloggers sono degli svantaggiati socio-culturali
Che noi autori siamo fantomatici autori di romanzi filo esoterici (!?)
Che i bloggers sono gonzi
Che i bloggers non sanno argomentare nulla
Che i bloggers hanno idee confuse
Che nel blog ci sono massoni di poca pretesa
Che i bloggers sono cani e noi autori siamo come loro

CercatorPerpetuo scrive a proposito del Tempio e delle Osservanze neotemplari:

“Chiunque può liberamente, fondare delle organizzazioni che si rifacciano alla Tradizione ed ai valori del Tempio; infatti l’ordine originale è tutt’ora sotto scomunica e non esiste più. Rimane, però, la realtà dell’immediata scomunica ed il fatto che non si debba far credere di avere a che fare con un ordine cavalleresco. Si deve onestamente fondare un’Associazione di carattere templare ai cui soci si può dare l’appellativo di cavalieri, nulla di più”.

Caro CercatorPerpetuo,

l’Ordine del Tempio non è stato scomunicato. L’Ordine è stato soppresso per volontà del Papa nel 1312 con tanto di Bolla dogmatica e sono scomunicati quanti indosseranno e porteranno le insegne, l’abito e il nome dopo la bolla, cioè i cosiddetti nuovi templari.
In tanti anni di massoneria non sa ancora questa cosa?

Il fondare un’associazione di carattere templare ai cui soci si può dare l’appellativo di cavalieri di per sé non è uno schermo per evitare una condanna per proselitismo a favore di falsi ordini cavallereschi e per distribuzioni di falsi titoli.
Oggi, quasi tutte le osservanze neotemplari sono associazioni non riconosciute con codice fiscale ma si comportano e fanno credere (basta guardare i loro siti le foto e le cerimonie con tanto di spada in chiesa per le investiture) di essere Ordini cavallereschi riconosciuti. Vorrei sapere se la spada che supera i 7 centimetri e che è portata nelle loro investiture o agapi è denunciata alle autorità di pubblica sicurezza e se hanno il permesso di portarla in giro!
Anche in questo il sig. Cercator ha dimostrato di sapere poco.

Che posso dirle di altro: le auguro un buon soggiorno nel suo amato mondo sotterraneo dove di “materia alchemica” ne troverà parecchia, solida e liquida, e spero che Lei possa finalmente raccontarci di aver scoperto cosa sia il Graal!
Io, comunque, mi tengo il mio… senza rancore.

Michele Allegri - un giovane scrittore che ama la verità

lunedì 5 febbraio 2007

GIOVANNA D'ARCO, I TEMPLARI E IL RE PERDUTO

Cari bloggers ed amici ben ritrovati.
Come avrete notato, nel precedente post abbiamo fatto un’opera di bonifica di tutti commenti meno ragionevoli. D’ora in avanti, infatti, chi vorrà intervenire lo potrà fare, aggiungendo commenti che dovranno necessariamente essere pacati, ragionevoli, rispettosi e non arroganti e, soprattutto, veritieri e con queste ultime due parole mi rivolgo agli ammantellati ed affratellati templari smile che credono di modificare la storia a loro piacimento e pensano di appartenere, in Italia, a legittimi ordini cavallereschi, sovrani e militari, riconosciuti da particolari enti o in via di riconoscimento. Non voglio una quantità abnorme di interventi ne voglio anche pochi, purchè siano intelligenti e di qualità e, dal nostro pubblico, so che posso aspettarmeli.
Veniamo, invece, al nuovo argomento che vi sto per lanciare. Se c’è un merito, un pregio da riconoscere alle varie Osservanze neotemplari è quello di aver aperto le porte alle donne. In questo gesto si mescolano due elementi tradizionali: uno storico ed uno, diciamo, ideologico. Dovete sapere, cari bloggers, che tra i cavalieri del Tempio, prima dell’anno 1128 che segna la subordinazione dell’Ordine alla Chiesa cattolica, c’erano persino donne. Non molte ma ce ne erano, alcune animate anche da un reale spirito combattivo. L’altro elemento si rifà alla grande venerazione che i templari avevano, in generale, per le figure femminili e che si era affermata in particolare dopo l’assorbimento di cavalieri catari provenienti dalla zona dell’Occitania . Una devozione religiosa che si esplicava nei confronti della figura di Nostra Signora, la Grande Madre delle culture europee precristiane, e che finiva per assorbire in sé più significati diversi: la conoscenza (sophia), la morte e l’amore. Non è un caso, infatti, che sul territorio francese si trovino dislocate un po’ ovunque statue di Madonne nere che ricordano il culto lunare della dea egiziana Iside, la vedova regina dell’oltretomba, dell’Ade (Aude), e che proprio nel sud della Francia si sia sviluppata una cavalleria dedita alla ricerca della sapienza ultima (Queste du Graal) che venne anche detta cavalleria dell’amor cortese.
Una delle figure femminili più apprezzate in Francia, circondata dallo stesso alone di mistero che avvolse i templari, fu quella di Giovanna d’Arco, la “pulzella d’Orleans” detta anche “ la vergine di Lorena”. Contadina di quella regione, diventò un celebre simbolo della Francia nel lungo conflitto che la contrappose all’Inghilterra nel corso della Guerra dei Cent’anni (1337-1453). Giovanna d’Arco, pur essendo inesperta di pratiche di armi, guidò un’armata dell’esercito regio francese riportando innumerevoli vittorie (Orleans 1429) e riconquistando molte parti del regno che erano cadute sotto il controllo inglese. Giovanna diceva di sentirsi ispirata direttamente da Dio con il quale parlava regolarmente e dal quale aveva avuto incarico di liberare la Francia, novella Sion. Della sua “missione divina” fece partecipi più di un personaggio celebre, in particolar modo Renato d’Angiò, il buon Renè che fu tanto attratto dal mito dell’Arcadia. Egli fu uno dei personaggi più importanti degli anni del Rinascimento e fu conosciuto anche con il titolo di re di Gerusalemme, in onore della sua discendenza da Goffredo di Buglione. La celebre croce di Lorena o doppia croce che anche molti neotemplari portano sui loro mantelli è il suo stemma araldico. Renato combattè a fianco di Giovanna in molte battaglie e l’accompagnò a Chinon per incontrare il futuro re di Francia Carlo VII, figlio di Iolanda d’Angio, sorella di Renato e futura protettrice di Giovanna.
Due curiosità: secondo i documenti segreti del Priorato di Sion, Renato fu un loro autorevole Gran Maestro mentre Giovanna d’Arco fu incaricata della sua missione contro gli inglesi da re Carlo VII nel celebre castello di Chinon, là dove vennero rinchiusi De Molay e gli alti capi del Tempio a partire dal 1307 fino al 1314. Non dimenticatevi, cari bloggers, che presso la corte di Renato d’Angiò alloggiava stabilmente il nonno di Nostradamus ( Notre Dame), tale Jean de Saint Remy, astrologo, medico e cabalista. Inoltre Renato aveva una coppa in cui vi era la celebre iscrizione: Chi ben berrà, Dio vedrà. Chi berrà tutto di un fiato, vedrà Dio e la Maddalena.
Secondo una leggenda, Giovanna d’Arco arrivata a Chinon per incontrare il re di Francia, lo riconobbe tra centinaia di persone senza che alcuno glielo avesse indicato e si racconta che la contadina di Orleans gli avrebbe svelato la sua appartenenza all’Ordine del Tempio e che lo avrebbe aiutato a liberare la Francia dagli inglesi poiché lui non discendeva da quel Filippo il Bello che aveva bruciato sul rogo gli ultimi capi del Tempio. Se in un primo tempo le battaglie condotte da Giovanna furono vincenti, nel 1430 venne catturata dai borgognoni a Compiègne e consegnata a gli inglesi che, con l’ausilio di un tribunale ecclesiastico, la condannarono al rogo per eresia e stregoneria. Negli atti del processo sta scritto che gli ecclesiastici inglesi l’accusaronono e le rinfacciarono i suoi rapporti con il demonio, con il re del mondo che l’avrebbe ispirata ed aiutata a vincere molte battaglie. Giovanna d’Arco non ritrattò mai alcunché, dimostrando un coraggio ed una forza particolare che, nemmeno davanti alla pila ardente, venne meno. Solo centinaia di anni più tardi la figura emblematica di Giovanna d’Arco venne riabilitata dalla Chiesa cattolica che la fece persino santa e martire.
Non si può dire che la stessa cosa avvenne o è avvenuta per i templari Jacques De Molay o Geoffray De Charnay, anch’essi bruciati e condannati per eresia e stregoneria. Il mito di Giovanna d’Arco è tutt’oggi vivo in Francia come lo fu molto anche nel 1800, quando un umile sacerdote di campagna, Berengere Sauniere, disse di aver trovato un qualcosa in grado di sconvolgere il mondo e divenne miliardario ed amico di potenti del tempo. La sua casa era piena di immagini dell’eroina francese alla quale il curato era assai devoto. In questo senso non possiamo non pensare al significato della parola Giovanna e al significato della parola Arc.
Infatti, tutti i gran maestri dell’Ordine di Sion, detti anche nocchieri dell’arca, si chiamano con l’appellativo di Giovanni o di Giovanna e la parola Arc rievoca sia l’Arcadia, il mitico paesaggio dell’Ade, sia l’Arca del diluvio universale, quando, secondo leggende antichissime, una particolare razza di uomini con conoscenze avanzate dovette rifugiarsi con il loro re nel sottosuolo, per sfuggire al diluvio, castigo di Dio. Come sappiamo Giovanna non proveniva da nessun paese che si chiamasse Arc ma da Orleans.
Chiudo riportando questo importante documento che spero voi analizzerete: “Il re è nel contempo pastore. Talvolta egli invia qualche geniale ambasciatore al suo vassallo al potere, il suo factotum, che ha la fortuna d’essere soggetto alla morte. Così Renato d’Angiò, il connestabile di Borbone, Nicolas Fouquet…e numerosi altri, la cui sorprendente fortuna fu seguita da un’inspiegabile sfortuna…poiché questi emissari sono nel contempo terribili e vulnerabili. Custodi un segreto, si può soltanto esaltarli o annientarli. Ecco quindi personaggi come Gille de Rais, Leonardo da Vinci, Giuseppe Balsamo, i duchi di Nevers e Gonzaga, la cui ascendenza è circondata da un profumo di magia nel quale lo zolfo si mescola all’incenso: il profumo di Maddalena. Se re Carlo VII, all’ingresso di Giovanna d’Arco nella grande sala del suo castello di Chinon, si nascose tra la folla dei cortigiani, non lo fece per un gioco frivolo bensì perché già sapeva di chi elle era ambasciatrice. E sapeva che, dinnanzi a lei, era poco più di un cortigiano tra i tanti. Il segreto che ella gli rivelò in privato era contenuto in queste parole: “DOLCE SIGNORE, IO VENGO IN NOME DEL RE”…il re perduto che guida il popolo sotterraneo devoto alla Grande Madre.
A voi il calice del simposio!!

Dott. Michele Allegri