martedì 11 dicembre 2007

LA SPIRALE E IL LABIRINTO TEMPLARE

Buon giorno a tutti voi: amici, bloggers e semplici curiosi!

Credevate che mi fossi dimenticato di voi?!

No, carissimi. Ho ricevuto tutti i vostri messaggi e vi voglio mandare, anche a nome di Irene Sarpato, un grande Grazie. Grazie per il sostegno, grazie per l’apprezzamento, grazie per i vari auguri che ci giungono.
Non c’è’ miglior ricompensa per scrittori come noi, che perseguono la via della Verità, che quella di essere capiti, apprezzati, stimati ed amati dal pubblico dei lettori. Ci conforta sapere che abbiamo fatto il nostro dovere e che i disertori della Verità se la diano a gambe.

Le prime conferenze su Atlantide e sul mondo sotterraneo sono andate a gonfie vele. Più di 150 persone per volta, recensioni positive da parte di giornalisti intelligenti e preparati.
La gente sembrava non volersene mai andare via. E’ attenta, è vigile, chiede spiegazioni, vuole conoscere ed approfondire. Tutti sono partecipi di questo bagno sapienziale in cui la cultura celtica incontra quella cristiana e quella indiana e dove i miti e le leggende di antichi popoli scomparsi rivivono nell’esoterismo sincretista templare.

Tra gli argomenti maggiormente richiesti dal pubblico, durante le conferenze, vi è la geometria sacra delle cattedrali e i luoghi misteriosi e mitici del Graal, che portano gli uomini con un animo puro a percorrere un sentiero travagliato verso il Regno sotterraneo dell’immortalità .

Oggi, infatti, vi voglio parlare di figure antiche e sacre come la Spirale e il Labirinto, due simboli cari anche ai nostri monaci-guerrieri, i quali li ripresero dalla civiltà megalitica portati dai Primi Uomini sulla Terra e li riprodussero sulle mura di molti castelli.

Questi simboli sacri li troviamo incisi nelle entrate di molte grotte, nei meandri o sopra le fessure rocciose di molti paesaggi europei e non. A Chartres, per esempio, si trova una spirale, simbolo del viaggio dell’iniziato verso il centro della Terra. Infatti, noi vediamo la spirale sul pavimento, in modo bidimensionale, ma provate ad immaginarla in profondità e vedrete che scende verso il centro della Terra.Mettendovi al centro, cari pellegrini, potreste captare onde telluriche capaci di farvi sbandare.
Molto simile a quello di Chartres è il labirinto raffigurato nel Duomo di Lucca, che vi consiglio di vedere.
Questi non sono gli unici casi celebri, visto che altre spirali si trovano in Lapponia, in Norvegia, in Danimarca, in Svezia, in Finlandia. Presso alcune popolazioni, essa era chiamata di “Babilonia” o
“Strada dei Giganti”.
L’idea è quella di un percorso concentrico, senza complicazioni, facile da eseguire sia all’andata che al ritorno. Ricorda la forma del Serpente primordiale, simbolo, per i templari e per gli gnostici, della conoscenza del proprio passato e del proprio futuro. E’ il famoso Uroboros, il serpente che si morde la coda, segno dell’eterno ritorno, così come lo concepì il filosofo Nietzsche.
Ma è anche la rappresentazione del potere delle forze dell’inconscio, associate alla sessualità, alla naturalità, alla magia e alla figura della Grande Madre, Notre Dame ( Iside), come la chiamavano i Templari che la veneravano. E’ persino il cammino del monaco verso la Verità e verso il Cristo.

Un’altra variante non meno importante della spirale è il labirinto. Associato al mondo sotterraneo e alle grotte naturali, profonde e complicate, veniva chiamato dagli alchimisti del XIV secolo con l’appellativo di “centro di Salomone”. L’etnologia colloca la data della comparsa di questo simbolo nell’epoca megalitica.
Alcune versioni vedono nel labirinto il viaggio dell’anima del defunto verso l’isola dell’immortalità, Avalon per i celti, Agert per gli Egizi.

Secondo molti studiosi di antropologia comparata, il labirinto sarebbe strettamente connesso con le viscere materne, col grembo che da la vita e col grembo della terra che ci accoglie dopo la morte.

Celebre è il racconto di Dedalo che costruisce il palazzo di Cnosso, a forma non regolare, su ordine di re Minosse, per rinchiudervi il Minotauro, figlio di un toro inviato al re dal dio Poseidone e della moglie di re Minosse Pasifae. Il labirinto di Creta si divideva in due parti e la parte sotterranea era un labirinto dedicato alla Luna e alla Morte.
Altrettanto importante è il Labirinto di Meride, in Egitto, risalente al 1842 a.C. circa, che pare possa avere ispirato l’ingegnere greco dedalo (dati i continui e profondi rapoporti tra il mondo greco e quello egiziano, attestati anche da Platone). L'area sulla quale fu costruito doveva raggiungere i 70000 metri quadri e pare avesse più di 3.000 stanze disposte su due piani, uno dei quali sotterraneo. Sembra che la sua destinazione fosse di tipo religioso. Quest'opera archittetonica impressionò notevolmente lo storico greco Erodoto che lo considerava addirittura superiore alle piramide e scrisse: "Ed io ho visto; è superiore a qualsiasi cosa si possa dire in merito”.
Il simbolo del labirinto rifiorisce in età medievale ma con connotazioni essenzialmente negative, tanto che il clero cattolico lo bolla come un simbolo pagano e demoniaco.

Nell’augurarvi un sereno Natale, in attesa che il buon Re e pastore torni, come ogni anno, tra noi peccatori, chiudo con una frase degli scrittori inglesi Picknett e Price:
In Egitto le più importanti celebrazioni di Iside cadevano il 25 dicembre, quando si commemorava la nascita del figlio Horus…”.

Saluti Templari!

Michele Allegri

martedì 30 ottobre 2007

GLI DEI TEMPLARI E IL MONDO SOTTERRANEO - PARTE SECONDA

Ben trovati, come sempre, cari amici, bloggers e semplici curiosi!

Inizio, come al solito, con il ringraziare il grande popolo del blog che continua a seguirci e a manifestare vivo interesse per gli argomenti trattati in questo spazio. Lo so che da tempo avrei dovuto celebrare un sonoro de profundis per l’ambiente neotemplare che, ormai, appare a tutti noi sempre più sgangherato e composto da pochi gran priori col ventre grasso e politicizzato che “si fanno la guerra” sul NULLA, affermando questo, dicendo quello, facendo a gara a chi ha il mantello più pulito o la medaglietta più dorata. A ciò porterò rimedio, evitando di parlarne in questo spazio, anche se il tema è stato centrale per il nostro Dossier, per far conoscere al grande pubblico (più di 3600 copie vendute!) un fenomeno, un mito che, a detta di molti amici bloggers, “avrei creato io stesso prima di distruggerlo definitivamente”, parafrasando con quest’affermazione ciò che scrisse Aristotele di Platone in merito al mito di Atlantide.
Ognuno è libero di pensare qualsiasi cosa ma questa non è la Verità. Nel fenomeno neotemplare ci sono i pro (pochini, pochini) e i contro (molti, molti) e li abbiamo scritti entrambi. Come sapete, cari amici bloggers, per averlo sperimentato voi stessi, questo blog è celebre perché vengono ospitate tutte le più diverse opinioni del caso, a differenza, invece, di quei blog che nascono solo per percorrere ostinatamente una strada a senso unico ed hanno come unica funzione quella di celebrare il tortuoso pensiero dei loro gestori. Guardateli, amici bloggers, mentre si autogalvanizzano, mentre il loro contatore “giger” segna i 500000 visitatori l’anno, mentre espongono in bella vista e in maniera strumentale le figura del Papa di turno e i simboli magici ed esoterici appartenuti ai templari. Non sto a dirvi ciò che sapete già e cioè che nessun utente li frequenta perché tutti sanno che loro fanno solo propaganda e che questa è la peggior nemica della Verità. Ma andiamo oltre.

Ringrazio, poi, singolarmente, senza poter fare i nomi di tutti quanti, coloro che ci stanno aiutando a presentare in alcune città del Nord Italia la conferenza che ha per titolo:

“Dal mito di Atlantide al misterioso Regno sotterraneo di Agarthi: catari, templari, rosacrociani e nazisti alla ricerca del Santo Graal ”

Il tema, interessantissimo per tutti gli appassionati del genere, sarà una specie di viaggio iniziatico alla riscoperta della Verità nascosta e si svolgerà come una sorta di dialogo platonico a due voci, con sottofondo di musica celtica. Per questo vi invito ad essere numerosi e preparati sugli argomenti che tratteremo.

Il legame tra l’Ordine del Tempio e il mito della sotterranea Nostra Signora che veglia il corpo del Re che dorme è un legame molto stretto, cari bloggers. A questo proposito, vi segnalo le ottime ricerche dell’amico scrittore Gianni Glinni, i cui libri avranno carattere e ambizioni planetarie. Da questo, cari bloggers, voglio che traiate questa conclusione: quando si ha una squadra, quando si hanno i mezzi e le capacità e, soprattutto, onestà intellettuale, niente e nessuno può ostacolare chi decide di portare il fuoco sacro della Verità al mondo…. Come lui stesso sa, a Gianni e alla sua squadra, per dicembre, io ed Irene non faremo mancare un forte appoggio logistico…. perché tutti gli amici bloggers possano essere compartecipi e discutere dei pro e dei contro di quanto è stato trovato.

Segnalo solo un ultimo fatto, la pubblicazione degli atti processuali riguardanti il Tempio in un libro che costerà una bella cifretta, quasi 6000 euro. Il Vaticano, infatti, ha deciso di “rendere pubblici” (lo abbiamo appreso dalle pagine di repubblica di domenica 7 ottobre) gli atti e gli antefatti del processo ai templari che si concluse con “lo SCIOGLIMENTO dell’ORDINE ”, come ha ricordato il prof. Franco Cardini (quello della polemica con il caro dott. Venceslai), ordinario di Storia Medievale.
Non credo ci sia niente di nuovo in quegli atti che cambi il corso della storia. Ci saranno, forse, questo sì, i soliti detrattori che, facendo speculazioni per un proprio tornaconto personale, vorranno far passare Papa Clemente V per un fellone, per un semplicione della borgata di Avignone che leccava i piedi, per non dire peggio, al re francese Filippo il Bello. Noi, a queste considerazioni, a questo coro di voci insulse che vomita infamie sulla figura del Papa, ci siamo sempre opposti, anche per rispetto alla figura e al ruolo che ebbe Clemente. A meno che non si voglia dire che tra le qualità per essere scelti pontefici di Santa Romana Chiesa ci sia quella di non aver il coraggio delle proprie azioni, quella di essere persona dal carattere debole e facilmente influenzabile e quella, se chiamati a testimoniare la Verità, di non essere pronti per il martirio, cosa che, invece, fu accettata volontariamente da Gesù Cristo.
Vedremo che dibattito sortirà da questa pubblicazione commerciale, spero solo che non ci sia la solita bagarre degli ammantellati della domenica che si fanno passare per i templari del 2000.
Ma veniamo, ora, a discutere della seconda parte del nostro tema.

Torno ad approfondire ciò che era rimasto incompleto nel precedente post e che riguarda sia la provenienza della testa adorata dai templari sia le caratteristiche del culto della Grande Madre che porta Lena.
Per questa seconda parte farò solo alcuni accenni, non vi dirò ciò di cui si tratta in maniera dettagliata, non perché io ami nascondere alcunché ma per preservare una Tradizione che dice che la Somma Verità si mostrerà agli amanti della Verità sotto forma di simboli ed allegorie.
Per ciò che riguarda la testa, vi dico che, un tempo, era stata di proprietà di Papa Silvestro II, al secolo Gerbert d’Aurillac. Alcune leggende dicono che fosse un discendente degli oscuri e potenti maghi e signori duchi d’Aquitania, di Occitania per intenderci, coloro che avevano come simbolo una “Torre di Maddalena che sfidava il cielo…”. Abbandonato dai genitori, Gerbert fu accolto ed istruito dalla monache di Aurilllac, celebri per il loro sapere in tutti i campi. Diventato giovinetto, si dice che andò in Egitto e lì incontrò alcuni uomini dotti uno dei quali gli dette un libro sacro, l’Abacum.
Secondo un’altra leggenda, Gerbert trovò l’entrata di un castello sotterraneo tutto in oro massiccio che aveva delle scale che portavano in una profonda cripta. Lì trovò una testa che rispondeva sì o no a tutte le domande che gli venivano poste e che aveva la possibilità di prevedere il futuro. Questo Papa, secondo alcune leggende popolari, era in comunicazione tramite la magia con il mondo dei morti. Si dice che la testa parlante passò ai templari e da lì a Bacone, a Flamel e a molti altri. Questo è quanto.

Per quanto riguarda il culto di Nostra Signora sotterranea, le sue acque vengono dal centro della Terra e guariscono tutti i mali. Si tenga presente che:
1. Ci sono molte leggende che hanno lo stesso tema e che si sovrappongono per annunciare una stessa Tradizione (si pensi a Gesù e Maddalena o Gesù e Maria o Artù e Ginevra….).
2. La Donna in questione è una Dama, regina delle acque e della Terra
3. La Dama ha due mariti e ha due figli.
4. Il figlio della Dama non è stato riconosciuto dagli uomini come loro Re, è stato colpito dagli uomini malvagi per la sua estrema sapienza ma non è morto perché non può morire. Dorme in attesa che possa tornare a governare sul suo popolo. Intanto la Dama veglia perché nessuno lo vada a disturbare.
5. Solo agli iniziati è possibile trovare il luogo dove il re dorme.
6. L’uomo è capostipite di una dinastia dal sangue blu e il suo popolo ha anche storicamente abitato la zona del Razès, in particolare la valle dell’Aude.
7. Secondo molte leggende medievali legate al Graal, i Templeisen e cioè i Templari, sapevano dove era custodito il corpo del Re “Pescatore” e che fine avesse fatto la sua dinastia e il suo popolo.

Questo è quanto.
Per questo post non sono previsti commenti.

Finisco col salutare con simpatia Silas, il gestore di un blog tematico che ha inserito questo nostro blog tra i suoi preferiti.
Ora, come dicevamo un tempo... a voi tutti il calice del simposio…il Graal che, ovviamente, non è la fiaschetta degli pseudo templari….

Michele Allegri

P.S.
AGGIORNAMENTO

Cari bloggers,
volevo solo aggiornarvi in merito alla pubblicazione degli atti processuali da parte del Vaticano.
Un giornalista mi ha scritto oggi che gli esemplari in vendita sono 799 e che costano cadauno interno ai 5900 euro. Una bella cifretta, soprattutto pensando alle famiglie italiane che non arrivano alla fine del mese!
Il giornalista mi conferma che erano presenti Manfredi, Cardini e la Frale.
Tutti e tre sono stati d'accordo sul fatto che l’Ordine fu SCIOLTO, LIQUIDATO e quindi non sospeso da papa Clemente V, come molti, erroneamente ed in mala fede, hanno propagandato.
La Frale ha anche fatto questa dichiarazione: “il 18 marzo 1314 moriva sul rogo Jacques De Molay l’ultimo gran maestro del Tempio con una condanna per ERESIA, benché fosse stato assolto precedentemente dall’autorità pontificia
“L’assoluzione” alla quale la Frale fa riferimento è quella operata dalla commissione cardinalizia che, con a capo il cardinal Fredol, sentì gli imputati templari nel 1308 e li assolse, come riportato a pagina 118/119/253 del mio libro “Dossier: i nuovi Templari”.
Tuttavia, è bene ricordare che l’atto finale di questo processo si concluse con un sonoro scioglimento dell’Ordine con tanto di bolla papale di Clemente nel 1313!
E’ inutile che intelletualoidi da strapazzo facciano passare Clemente per un minus sapiens in mano a Filippo. Egli fu, invece, un pontefice che governò la Chiesa nel pieno delle sua facoltà mentali! Forse, non fu tanto forte quanto Bonifacio VIII, ma questa è un’altra storia…...
Inoltre, contro i tentativi maldestri di alcuni neotemplari di piegare a loro piacimento la Verità, riporto quanto ha detto in conferenza mons. Sergio Pagano, archivista capo dell’Archivio Segreto Vaticano, riguardo alla pubblicazione di queste carte:
“ NON C’E’ ALCUNA VOLONTA’ CELEBRATIVA NE’ TANTOMENO RIABILITATIVA DELL’ORDINE DEL TEMPIO ”.
Questa frase è da leggersi così: l’Ordine templare fu sciolto in quegli anni, non se ne sente la mancanza e l’attuale papa Ratzinger non procederà alla riabilitazione o alla ricostituzione dell’Ordine sotto l'egida della Chiesa di Roma
Tenete presente, cari amici, che i vari Osmth, Osmtj, Smtho, Priorato di Ballion o similia sono associazioni ricreative e folkloristiche che non hanno alcun legame diretto con il glorioso Ordine del Tempio.
Il tentativo di alcuni neotemplari di farsi riconoscere dalla Chiesa in virtù di una presunta sospensione, di una ibernazione dell’originale Ordine, è andato a farsi benedire con tanto di ghiaccioli al gusto templare! Di ibernato, questo sì, rimane solo capitan templare findus di Prato e il suo cervello solitario e fantasioso…
Concludo, citando, ancora una volta, la dott.ssa Frale che ha detto:
Papa Clemente era convinto che i templari fossero colpevoli di volgarità, abusi e atti peccaminosi di varia natura ma non di eresia. Tuttavia Clemente, nel 1312, né ordinò lo sterminio per il bene della Chiesa…”
Da ciò evinco che il Vaticano, con questa opera di trasparenza, stia giocando la carta della lotta politica tutta interna alla Francia e là dove c’è politica, ricordate amici, c’è la liceità di ogni atto….
A buon intenditor, poche parole…..
Un saluto dal vostro fedele scrittore amante della Verità.

Michele Allegri

lunedì 3 settembre 2007

GLI DEI TEMPLARI E IL MONDO SOTTERRANEO - PARTE PRIMA

Ben trovati amici, bloggers e semplici curiosi!

Volevo ringraziare un po’ tutti coloro che ci hanno scritto, ponendoci domande, manifestando il loro pensiero, salutandoci e spronandoci a proseguire la nostra democratica Battaglia per la Verità. Una Battaglia con la B maiuscola, pacifica e corretta, fatta per voi e con voi.
Un grazie di cuore a Iolanda, Camillo, Arrigo e il figlio Benjamin, Aronne, Mattevon (così ti sei firmato!), Romeo e Sitty22, Claudio, Benedetto, Regina e Grace.
Al gentile prof. Sandro Manfè, persona di raffinata cultura e alle sue puntuali e precise domande sui templari e neotemplari, rispondo ora con questo post. Mi scuso con lui per non averlo fatto prima.

Come abbiamo più volte scritto sia nei precedenti post quanto nel Dossier, un parte dell’avversione del clero cattolico nei confronti dei templari era dovuta al fatto che, durante i loro capitoli, i cavalieri praticavano un’antica dottrina esoterica, pagana ed eretica, che venne attentamente studiata dall’ufficio della Santa Inquisizione dal 1307 al 1314.
Alcuni Papi avevano persino preso posizioni nette contro il Tempio e i suoi massimi dirigenti. Ricordo a voi tutti papa Clemente IV, che accusò l’Ordine di condotta anti-cristiana e papa Clemente V, che ne decretò lo scioglimento, la soppressione, la liquidazione con tanto di bolla
(amici bloggers non fatevi mai ingannare dalla fandonia della sospensione dell’Ordine, propagandata da molti capi e capetti neotemplari, che ha come unico scopo quello di attirare con un artifizio i fedeli cattolici e di revisionare la storia piegandola ad interessi di parte. Di questo abbiamo già ampiamente parlato. Vi ricordo solo che lo stesso presidente dell’associazione dei cavalieri di Jerusalem- Osmth Italia, dott. Stelio Venceslai, ha dovuto ritrattare la sua versione della sospensione tornando sui suoi passi ed adducendo come scusa quella di essersi sbagliato a tradurre la bolla papale, confondendo il termine soppressione con sospensione! Comunque, al dottore che in quella occasione ha dimostrato di essere lucido, ravveduto di fronte alla Verità, a differenza di altri, dico: bravo, meglio tardi che mai!) .

Ma c’è un altro Pontefice che accusò i templari di praticare riti magici e negromantici. Fu Papa Innocenzo III che, nel 1208, cioè più di cent’anni prima della fine ufficiale del Tempio, scrisse queste frasi di fuoco al Grand Visiteur du Temple:
I crimini dei tuoi fratelli ci turbano profondamente per lo scandalo che essi provocano all’interno della Chiesa. I cavalieri del Tempio praticano le dottrine del demonio; il loro abito non è che ipocrisia…”.
Di questa duplicità dell’Ordine, a cui fa accenno Papa Innocenzo III col termine di ipocrisia, abbiamo già trattato più volte e lo facciamo ancora oggi in relazione alla religione dei templari.
La duplicità dei comportamenti e delle finalità dei templari è un chiaro segno di come la dottrina gnostica e dualista, già propria della chiesa Catara dell’Occitania ma anche di una certa cultura orientale e mediorientale, avesse plasmato l’Ordine, fin dalla fondazione, avvenuta nel lontano 1118.
Inserita in questo contesto, la duplicità appare come una visione del mondo chiaramente olistica, anti-cristiana, anti-occidentale, eretica e pagana ma, soprattutto, per la Chiesa, diabolica .
Ricordo a voi tutti che i templari coltivavano alcuni misteriosi culti pagani di natura duplice e che fanno riferimento ad una teogonia o religione che esalta il mondo sotterraneo e/o il mondo dei morti. E’ per questo motivo che i templari facevano cerimonie e/o capitoli nelle grotte o nelle cripte delle chiese o nelle segrete dei loro castelli (vedi il castello di Gisors o quello di Tomar). In particolar modo, vorrei far sapere a voi tutti che una serie interminabile di gallerie sotterranee si diramano sotto l’Europa e persino sotto Gerusalemme. Cosa pensate che i templari abbiano fatto per nove anni, scavando sotto il Tempio di Salomone? Che cosa avranno trovato, secondo voi? Quale era la loro MISSION e chi li mandava?

Ma torniamo ai culti.

E’ ormai ben nota la venerazione dei templari per la Grande Madre, Notre Dame, la Dea egiziana Iside, la vedova regina dell’oltretomba le cui statue, in Francia, sono veramente innumerevoli, e che nel linguaggio occultista viene definita o come la Vergine Nera o come la Regina Bianca.
I templari, però, praticavano anche il culto di un idolo, il Bafomet.
Durante il Medioevo queste due divinità vennero equiparate ed accorpate dalla Chiesa alla figura del demonio o del diavolo, con l’intento palese di cercare di estirpare un’antica religione dedita alla magia, forte e radicata tra le popolazioni europee. Nel Medioevo, infatti, si riteneva che i demoni o il diavolo potessero prendere la forma di donne o di teste parlanti che profetizzavano sciagure.
Si riteneva, altresì, che i demoni potessero possedere alcune persone e, tramite, loro agire contro la Chiesa di Cristo sulla terra. Le Istituzioni del tempo, in collaborazione con la Chiesa di Roma, tentavano di sradicare culti sciamanici ed animistici ben presenti in alcune zone del continente, utilizzando lo spauracchio della caccia all’invasato, al posseduto dal demonio. Infatti, là dove la Chiesa non riusciva ad assorbire i culti pagani, cercava di estirparli con la forza e con l’aiuto degli eserciti dei re e dei principi convertiti al cristianesimo.
Ed è nel Medioevo che ebbe inizio la caccia alle streghe, con tanto di torture e roghi, unitamente ad una concezione sessuofoba della vita (in tutte le religione pagane il sesso era un elemento fondamentale di consonanza con la Natura) perché, si diceva, ciò avrebbe aiutato gli uomini e le donne ad espiare le colpe di Adamo ed Eva e ad innalzarsi al di sopra dei piaceri della carne, dietro la quale si celava il demonio.
Aggiungo che sia Iside che il dio cornuto ( = Cernunnos, l’antico dio dei celti con le corna di cervo) venivano rappresentati come Dei malvagi, che vivevano in un mondo sotterraneo chiamato o Ade o Regno dei Morti o Inferno, regno degli inferi. Si riteneva che queste divinità venissero adorate dai pagani (contadini e abitanti delle campagne) durante alcune feste orgiastiche chiamate Sabbat o Esbat. Insieme a questi dei, nel sottosuolo vivevano anche altre figure non meno importanti come i giganti, gli gnomi, le fate e strani animali serpentiformi viventi negli abissi delle acque che, non a caso, sono legati ad antiche leggende riguardo ad una stirpe regale che regnò in alcuni Stati europei, una linea di sangue di Re taumaturghi capaci di ridare la vita ai morti…

Per quanto riguarda il Bafomet, invece, la sua descrizione ci viene dai verbali degli interrogatori dei templari da parte della S. Inquisizione.
Guillame Imbert, domenicano ed inquisitore di Parigi, scrive:
“…aveva la forma di una testa di uomo con una grande barba…i templari lo presentavano come l’immagine del vero Dio, dell’unico al quale bisogna credere”.
Sapendo che nel rituale di iniziazione veniva ordinato al neofita, aspirante cavaliere del Tempio di sputare sulla croce e di non credere che l’Uomo crocifisso fosse il vero dio, il redentore dell’umanità, ma solo un ladrone punito per le sue malefatte, allora c’è da chiedersi cosa rappresentasse Bafometto e se fosse uno di quegli dei adorati anche dai contadini del Medioevo.
Come avrete certamente notato, parlo di Dei e non di un Dio specifico, poiché la teogonia pagana non era monoteista ma prevedeva sempre un Dio e una Dea e mai un solo Dio o una sola Dea.
E’ ciò che Dan Brown chiama il Calice il femminino sacro o Graal) e la Lama (il mascolino sacro o excalibur n.d.r.).
Entrambi questi aspetti sono infatti opposti e complementari e si attraggono.
Come ho già scritto, la duplicità è una visione del mondo che, se vogliamo, risponde ad uno studio empirico di ciò che ci circonda. Infatti, la duplicità è sempre sotto i nostri occhi: la luna e il sole, la femmina e il maschio, il bianco e il nero, l’ombra e la luce, il bene e il male, la vita e la morte, la razionalità e le pulsioni…

Molte sono le ipotesi in campo per ciò che riguarda Bafomet, la testa di morto. Alcuni ritengono che sia una storpiatura del nome del grande profeta islamico, per altri sarebbe un nome in codice, per altri un’ invocazione magica alla Luna Nera, per altri ancora l’immagine del telo sindonico o un’opera alchemica…
Noi stessi avevamo lanciato un’ ipotesi sincretista tra il nome del grande profeta e quello del Battista (ricordate che molti cristiani veneravano la testa del profeta Giovanni, mozzata da re Erode). Entrambe le figure erano, infatti, degne di venerazione per molti cavalieri del Tempio; i templari avevano avuto un rapporto privilegiato con l’Islam.
Inoltre, Giovanni Battista è un’icona importante ancora oggi per i cavalieri di Malta (SMOM).

Come abbiamo scritto nel Dossier, l’adorazione delle teste di morto, dei crani che parlano e profetizzano è una manifestazione rituale della religione pagana dei celti che in Gallia, cioè in Francia, aveva una delle sue roccaforti. La religione celtica, come scrive l’abate Boudet sul finire del 1800, proveniva dall’India, culla del genere umano…..

Ricordatevi, amici e bloggers, di quando i militari di re Filippo fecero irruzione con la forza nel quartier generale del Tempio, la fatidica sera del 13 ottobre 1307, per arrestare i capi dell’Ordine.
A parte il fatto che non un templare mise mano alla fondina (e in questo senso si mostrarono ben poco cavalieri pronti a morire), ebbene, lì furono trovati 58 crani numerati, alcuni dei quali parevano essere molto piccoli, ed erano tenuti avvolti nel baucent bianco e nero, lo stendardo che per i templari rappresentava l’unione delle forze dualiste ed opposte (è un antica idea pagana quella per la quale la divinità è una sola ma ha due modi per manifestarsi. E’ tipico del pensiero pagano e successivamente gnostico considerare, per esempio, che Lucifero e Cristo siano le due facce di una stessa medaglia).

Se andiamo ai fatti del nostro tempo ci accorgiamo che la maggior parte delle osservanze neotemplari ha una velata tendenza al sincretismo, alla new age, alle tradizioni gnostiche e dualiste. Se guardate i loro siti, vedrete immagini del Papa o della Chiesa cattolica ma, contemporaneamente, immagini magiche ed esoteriche. Per voi o per noi questo, eventualmente, potrebbe essere definito con il termine ipocrisia, per usare l’espressione di papa Innocenzo. In realtà i neotemplari non fanno altro che applicare in maniera rude e semplicistica le originali concezioni dell’Ordine: avere un’immagine pubblica diversa ed opposta a quella privata. E’ ciò che Mandeville definì nel 1700 come “vizi privati e pubbliche virtù”.
Quella stessa immagine di duplicità è ben rappresentata dal sigillo del Tempio: due cavalieri su uno stesso cavallo, il secondo è nascosto dietro il primo e rappresenta gli impulsi sessuali e le forze magiche, è il mister Hyde che è nascosto dietro ad ogni dottor Jekyll!

Sappiate, inoltre, che alcuni gruppi neotemplari celebrano riti dualisti destinati a pochi, da non far conoscere al grande pubblico, perché non sarebbero compresi.
Il tutto, infatti, si svolge secondo le sacre parole di “non dare le perle ai porci”, dove per perle s’intende la sapienza iniziatica e i porci…beh i porci saremmo un po’ tutti noi che apparteniamo al “popolino, ignorante e cornuto”.
Ci sono, infatti, persone che, mettendosi un mantello bianco con croce vermiglia, si sentono trasformati, pensano di appartenere ad una società di èlite, ad una società iniziatica che schifa il volgo, che ha segreti da custodire e da tramandare (sic!).
In realtà, siffatte personalità appartengono a piccole associazioni culturali dedite alle gite fuori porta e a conviviali conversazioni del più e del meno, del tempo, del calcio e della casa al mare. Non c’è alcun segreto, né alcuna cerimonia che non sia stata appositamente costruita in tempi assai recenti.


Una volta smascherato il gioco, quindi, squarciato il velo dell’ipocrisia, cosa resta alla maggior parte delle osservanze neotemplari se non la classica sana riunione o, come la chiamano impropriamente loro, l’ agape in trattoria, al grido del motto, anche questo autentico e storicamente provato, di “bere e mangiare come un templare”?
Difatti, per molti neotemplari, “l’uomo non vive di solo pane”….ma anche di pizze, di abbacchi al forno, di prosciutti, mortadelle e meloni ma soprattutto di buon vino, di novello e di invecchiato nelle botti di rovere antico, da bere da soli e in compagnia in ogni occasione nella quale bisogna mettersi il mantello, mentre si traduce il bollo dell’auto, mentre si fa un meeting in un “modesto” hotel a cinque stelle, mentre si rilascia un’intervista e si dice di essere riconosciuti dalla Chiesa o di essere sullo stesso piano dell’Ordine di Malta, che l’Ordine è stato sospeso e che i massoni non capiscono niente…tanto per mortificare o, come ha detto uno scrittore molto apprezzato dal galantuomo Venceslai, per “martirizzare la memoria” di quegli autentici cavalieri del Tempio di Salomone che persero la vita per la loro fede pagana e dei quali molti si dicono eredi “nelle parole e nei fatti”!

Nella seconda parte approfondiremo in maniera interessante ed inedita da dove venga la testa adorata dai templari e in cosa consista il culto della Grande Madre, Nostra Signora…che porta Lena, cioè sollievo agli afflitti.

A voi tutti, amici, bloggers, curiosi e… semplici neotemplari un mio personale ed affettuoso saluto,

Michele Allegri

sabato 21 luglio 2007

LEGGENDE TEMPLARI E STORIE MEDIEVALI - PARTE II

Ben trovati a tutti, amici, bloggers e semplici curiosi,

vi ringrazio per la tempesta di e-mail che ci avete inviato. Mi dispiace se non ho risposto a tutti ma lo faccio ora, lanciando un unico messaggio: torneremo ad aprire i commenti, non preoccupatevi!
Ribadisco quanto ho già scritto e cioè che è inutile fare chiose su queste storie e leggende che circolavano in pieno Medioevo e che, non a caso, riguardano alcuni aspetti dell’esoterismo templare che era utile farvi conoscere, sempre nell’ottica del miglioramento nella comprensione di ciò che fu il vero Tempio.

Molti di voi mi hanno chiesto in che stato si trova l’ambiente neotemplare. Che dire?
E’ sempre più dimesso ed infiacchito: assomiglia tanto ad un uomo in sovrappeso e un po’ avanti con l’età che cerca di acchiappare una farfalla leggiadra.
Pensate, amici e bloggers che, secondo dati ufficiali e ministeriali, l’ambiente neotemplare conta, oggi, in Italia, non più di 700 iscritti. Alla faccia di quanti millantano, da nord a sud del Paese, di avere chissà quanti affiliati! Ma si sa che la politica del gonfiare i muscoli serve a far credere all’uomo della strada che bisogna mettersi in fila per entrare in qualche osservanza, perché, come dicono alcuni gran priori, non basta pagare mille e più euro per farne parte, occorrono doti particolari di saggezza culinaria in salsa pseudo-esoterica poiché non a tutti è concesso il privilegio ed l’ onore di appartenere per l’eternità al corpo d’elite del neotemplarismo italiano.

In realtà il fenomeno, almeno in Italia, sta avendo una battuta d’arresto.
In parte, molti cavalieri se ne stanno andando perché si accorgono che, come mi ha scritto il neotemplare Benito (non dico a quale Osservanza appartiene, onde evitare che ci siano ripicche contro di lui), “ i capitoli neotemplari sono scanditi dai ritmi delle mangiate, da cerimonie goliardiche filmate con la cinepresa dai parenti dei cavalieri e da gite scolastiche costose ed inutili poiché non si impara nulla di nuovo…”.
In parte, molti neotemplari si accorgono che alcuni gran priori, come è costume, ci marciano e ci mangiano su…
E’ la solita storia di poltrone, botteghe e pensioni integrative che si ripropone!
Ma questo è un altro capitolo che, se vorrete, apriremo più avanti, anche perché sono in molti a chiedermi di fare i conti in tasca a qualche gran priore, degno rappresentante di questa casta neotemplare nostrana, che ha dimostrato molta ignorance e molta arrogance sotto le ascelle (per usare una frase piacevole del nostro grande blogger Antonin). Ma c’è dell’altro.
Innanzitutto la Chiesa non perdona ai neotemplari la strumentalizzazione che essi fanno della religione cattolica, pensando così di aumentare gli iscritti. Come si sa, infatti, i neotemplari hanno una vera vocazione a modificare e a revisionare la storia per un loro tornaconto e questo è un fatto di malcostume che, pacatamente, ho segnalato in alcuni miei precedenti post. Pensate alla colossale balla della sospensione dell’Ordine del Tempio che, in spregio alla Chiesa, alcuni gran priori ancora ottusamente sostengono. Oppure osservate, cari amici e bloggers, come alcuni gran priori si sbraccino a prendere le distanze dalla massoneria, criticandola e sbeffeggiandola sui loro siti, facendo finta di non ricordarsi che il 90 % dei loro iscritti sono massoni. Ci sarebbe da ridere (o da piangere) per tali ed evidenti mistificazioni. C’è addirittura chi, neotemplare gnostico- cattolico filo papista-new-age-tradizionalista-filomassonico anarchico insurrezionalista di destra con pseudonimo satanico e gran priore del menga, si improvvisa giornalista e fa interviste a se stesso con l’intenzione di voler far credere che sul suo blog (che non visita mai nessuno) si rivelano degli scoop. Che pochezza! Che mezzucci per avere qualche adesione in più… e, visto che il gran priore del menga si è improvvisato anche scrittore e non disdegna da anni di seguire il mio blog e di criticare voi bloggers, gli dico apertis verbis: aspetto con ansia il suo libro e, ancor di più, aspetto di trovarlo in qualche libreria…. almeno di periferia. Si ricordi, però, di pagare qualche buona insegnante delle medie per fare le revisioni!

Ringrazio sempre e comunque tutti coloro che ci apprezzano poiché, con serenità e severità, da scrittori liberi ed amanti della verità quali noi siamo, abbiamo fatto luce su un fenomeno che nel mondo non conosce ostacoli, quello delle apertura di nuovi ordini self-styled neotemplari di tradizione palapratiana, cioè massonica e giovannita. Se, infatti, diminuiscono gli iscritti in Italia, aumentano, in Europa, i gruppi meno conosciuti.

Ma veniamo alla seconda parte delle nostre storie medievali.
Ancora una volta il tema che proponiamo si lega ai templari, all’Egitto e alla Grande Madre Iside, la vedova venerata e chiamata dai cavalieri Notre Dame, cioè Nostra Adam o Vergine Nera (si ricordi che i massoni scozzesi francesi, eredi dei templari, si sono sempre fatti chiamare figli della Vedova...)

“Tre cavalieri templari che sono partiti per fare la crociata, vengono catturati in Egitto dai musulmani. Condotti davanti al sultano, questi porta davanti a loro sua figlia Ismerie (crasi per Isis e Marie) per convertirli. Tuttavia, Ismerie, parlando con i tre templari, non solo non li converte ma chiede loro di mostragli la figura femminile che essi venerano. Allora, sono gli stessi angeli, Gabriele e Raffaele, a portarle dal cielo la statua della Vergine Nera. Gli angeli, poi, prendono i tre cavalieri e la giovane donna e li portano in Francia, assieme alla statua.
I quattro si mettono in cammino per la città di Laon e, durante la notte, si fermano presso una fonte d’acqua per riposarsi. Lì viene deposta la statua della Vergine Nera venuta dal cielo. Un pastore transita in quella zona e, ammalato grave, si ferma ad abbeverarsi a quella fonte e guarisce all’istante. I quattro viandanti, intanto, non riescono a proseguire il cammino, poiché la statua è diventata pesantissima. Tutto ciò viene interpretato dai quattro come il desiderio della statua di rimanere lì. I cavalieri templari e Ismerie decidono di costruire un santuario in suo onore poiché possa guarire con il suo potere, gli infermi e i malati".


Cari amici e bloggers, riflettete ancora una volta su questa leggenda che è legata al santuario, tutt’ora esistente, di Notre Dame de Liesse, tra Laons e Reims. Andate a visitarlo e tornerete più forti di prima.

Per chi vorrà andare quest’agosto a Lourdes, si ricordi che lì apparve la Madonna e che le acque sono miracolose, note per guarire molte patologie delle ossa. Ricordatevi altresì che, prima delle apparizioni della Santissima, il luogo era un santuario dedicato alla Vergine Nera d’Egitto, Iside. Come potrete vedere, se andrete, le acque provengono dal sottosuolo, dalla terra nera…

Con questo ho chiuso, vi auguro buone vacanze. Siate sereni e non dimenticate di cercare sempre la verità e, soprattutto, portate con voi una copia del Dossier…rileggetelo e scoprirete ciò che non avevate notato…

Un affettuoso saluto dai vostri Michele Allegri e Irene Sarpato

martedì 5 giugno 2007

LEGGENDE TEMPLARI E STORIE MEDIEVALI - PARTE I

Buongiorno a tutti quanti, bloggers, amici e semplici curiosi,

vi ringraziamo per tutti i vostri commenti e per le continue e-mail e i suggerimenti che ci fate pervenire. Sappiamo che l’argomento continua a suscitare interesse, soprattutto perché, con umiltà e con passione, ci sforziamo di spiegare con semplicità le verità che riguardano l’Ordine del Tempio e quelle organizzazioni che, come le Osservanze dei nuovi Templari ( Osmth, Osmtj, Smotj, Smtho), rifanno vivere il mito in spirito new age.
Il grande interesse del pubblico per il passato e il presente ci sprona a fare sempre meglio nell’interesse supremo di quella Verità alla quale abbiamo consacrato tutte le nostre forze e tutte le nostre virtù. Così abbiamo fatto noi autori, così avete sempre apprezzato voi amici lettori e bloggers e a voi dedichiamo il successo della nostra prima opera.

Questo post ha una valenza particolare. Non vuole essere un argomento di approfondimento di talune tematiche storiche, come spesso facciamo. Vogliamo, invece, puntare la vostra attenzione su un paio di leggende e di storie medievali che riguardano il Tempio e la cavalleria.
Si tratta, infatti, di mettere a fuoco la cultura esoterica del tempo che, attraverso, simboli, immagini, allegorie, ripropone l’antico pensiero ermetico orientale, il linguaggio degli iniziati a superiori stadi della conoscenza.

In questa prima parte, riporteremo un episodio collegato ai templari e scritto da un certo Walter Map. E’ del 1307 e fu riportato ampiamente negli atti dei verbali inquisitori redatti dal domenicano Imbert.
Si tratta di un racconto che richiama alcune concezioni templari ma anche della cavalleria e della queste (ricerca) del Graal.
Sono presenti elementi pagani ed esoterici tipici di molte società segrete ed iniziatiche, dall’orfismo greco alla skull & bones (teschio ed ossa) dell’Università di Yale.

Nel racconto si parla di una testa parlante (celtismo, mito di Orfeo, mito di Medusa, di San Giovanni Battista…), di una donna morta che porta il nome di Yse (leggasi Iside, la Vergine Nera), di un mito di morte e resurrezione e molti altri aspetti “macabri” legati alla magia e alla necromanzia .

Ecco il testo. Inutile dirlo ma non dovrà essere commentato da voi. Il racconto è abbastanza esplicativo in merito all’esoterismo segreto del Tempio.

“Una nobilissima dama di Maraclea di nome Yse era amata da un Templare, un Signore re di Sidone; ma ella morì giovane, e la notte in cui fu sepolta, il perverso amante penetrò nella tomba, esumò il cadavere e lo violò. Allora uscì dal nulla una voce che gli comandò di ritornare dopo nove mesi perché avrebbe trovato un figlio. Il cavaliere obbedì all’ ingiunzione e al momento stabilito aprì di nuovo la tomba e trovò una testa sulle ossa delle gambe dello scheletro (teschio ed ossa incrociate N.d.R.). La stessa voce gli comandò: “ Custodiscila con ogni cura, poiché sarà dispensatrice di ogni bene”. Perciò egli la portò con sé. La testa divenne il suo genio protettore, ed egli potè sconfiggere i suoi nemici semplicemente mostrandola. A tempo debito, la testa entrò in possesso dell’Ordine”.

venerdì 13 aprile 2007

BONIFACIO VIII: UN PAPA CORAGGIOSO

Salve amici, bloggers e semplici curiosi!

Iniziamo col comunicarvi una novità che riguarda il nostro libro: da aprile è in vendita anche nelle più importanti edicole d’Italia. C’è chi ci ha già scritto dicendoci di averlo acquistato alla Stazione Centrale di Milano e alla Stazione Termini di Roma. E’ un’occasione per chi viaggia per passare qualche ora in “piacevole compagnia”.
Cogliamo l’occasione anche di salutare don Agostino e i boy scout con i quali abbiamo passato una splendida giornata a Bormio. Ma ora veniamo al consueto post.

Quando parliamo della storia dei templari non possiamo tralasciare quella di Papa Bonifacio VIII, al secolo Benedetto Caetani, originario della splendida città di Anagni.
Di famiglia nobile, Bonifacio nacque intorno al 1230 e divenne successore di San Pietro nel Conclave che si riunì a Napoli il 24 dicembre 1294.
Fu giurista e canonista ma, soprattutto, strenuo ed intransigente difensore della supremazia della Chiesa nelle cose spirituali e temporali sui poteri laicali, rappresentati da alcuni monarchi dell’epoca, come Carlo II d’Inghilterra, Edoardo I d’Inghilterra e Filippo IV di Francia, che erano in lotta tra loro. Fu proprio questo scontro tra Francia ed Inghilterra che portò Bonifacio, propugnatore di una pace tra i due Stati, ad una pressante intromissione negli affari del re di Francia, il che lo rese inviso a Filippo.
Nel 1295, Bonifacio emanò la Bolla Clericis Laicos, con la quale vietava al clero inglese e francese di fare donazioni ai re e ai principi senza autorizzazione papale. Mentre Edoardo si conformò ai dettami del Papa, Filippo rispose con una ordinanza che interdiceva l’esportazione dalla Francia di ogni sorta di denaro o derrata, con lo scopo di far venire meno molte entrate alla curia romana. Bonifacio, viste alcune situazioni, dovette ripiegare ma subito dopo attaccò Filippo con un’Enciclica nella quale ribadiva il potere della tradizione teocratica dei Papi sui regnanti.
Intanto, in questo tempo, si era proceduto alla canonizzazione in Vaticano di Luigi IX, zio di Filippo, che divenne santo. Ciò diede maggior lustro alla famiglia reale francese che, grazie a questa canonizzazione, poteva interessarsi anche di questioni ecclesiastiche e di dottrina.
Tutto sembrava essere tornato alla normalità nei rapporti tra Santa Sede e Francia quando, all’improvviso, Filippo fece arrestare, nel 1301, Bernardo Saisset, vescovo di Pamiers, con l’accusa di alto tradimento nei confronti della monarchia.
Bonifacio protestò energicamente e con la Bolla Ausculta fili del 5 dicembre indisse a Roma, per il primo novembre del 1302, un sinodo del clero francese nel quale Filippo avrebbe dovuto presentarsi e render conto del suo blasfemo gesto di sfida al pontefice di Roma. A seguito di quell’increscioso evento, Bonifacio ribadì l’esistenza del mandato divino che i Papi hanno per governare e che li pone sopra i regni della terra e i loro re e la doverosa subordinazione di quest’ultimi alla volontà della Chiesa.
Filippo rispose prima liberando il vescovo, poi convocando una dieta di nobili, del clero e di rappresentanti delle città di Francia e rispose che non si sarebbe fatto sottomettere in quanto re per diritto divino. In quell’occasione disse: “ Filippo, re di Francia per grazia, a Bonifacio, con funzioni di sommo pontefice, poca o nessuna salute. La vostra estrema follia sappia che, nelle questioni temporali, non siamo soggetti ad alcuno”.
La risposta di Bonifacio fu la Bolla Unam Sanctam del 18 novembre 1302, con la quale ribadiva che il potere laico e civile è subordinato a quello ecclesiastico.
Stizzito, Filippo IV, in virtù anche della parentela con San Luigi, convocò una nuova dieta a Parigi nella quale accusò Bonifacio di eresia, simonia, magia nera, omicidio, incesto, sodomia, mentre proclamava che la Chiesa era senza una guida e che avrebbe dovuto riunirsi al più presto un sinodo di vescovi per imbastire un processo a quello che ormai considerava un “ex Papa”.
Lo stesso Dante Alighieri, molto legato alla fazione ghibellina e quindi al potere laico, espresse un giudizio negativo su Bonifacio, tanto da metterlo all’Inferno, nel girone dei simoniaci.
Come atto di spregio a Bonifacio, Filippo bruciò sulla pubblica piazza la Bolla, con tanto di suono di trombe, ed ordinò la confisca delle proprietà di tutti i religiosi francesi che appoggiavano il Papa.
Gli emissari del re di Francia giunsero in Anagni per notificare a Papa Bonifacio VIII queste accuse e questa convocazione e, di tutta risposta, Bonifacio emanò la scomunica, Super Petri Solio, nella quale dichiarava che Filippo era scomunicato a diviniis e che i sudditi francesi erano liberi dai vincoli con questo re.
L’escalation ci fu con l’arrivo di Guglielmo di Nogaret, consigliere di Filippo, ad Anagni che, appoggiandosi sulla famiglia Colonna, avversaria di quella dei Caetani, saccheggiò il paese, prese d’assalto il palazzo papale e rubò il tesoro di Bonifacio, il 7 settembre del 1303. Poi, con l’aiuto di trecento cavalieri, sequestrò il pontefice.
Questo episodio fu reso celebre perché il De Nogaret assestò uno schiaffone a Bonifacio in segno di supremazia del Regno di Francia. Bonifacio fu tenuto in segregazione per tre giorni e più volte malmenato ma mai una volta cedette agli ordini di Nogaret che lo voleva prostrato davanti al re francese. Intanto, una folla di cittadini assalì il palazzo, liberò il Papa e mise in fuga i francesi e i Colonna. Il papa tornò a Roma ma non fu più lo stesso dopo quello schiaffo. Affranto nel cuore e nel corpo per le umiliazioni subite, morì per un arresto cardiaco qualche settimana dopo.
Questa è, per sommi capi, la parabola ascendente e discendente di un Papa che seppe restituire al papato una dignità e una forza che da tempo non si vedevano ma, ora, vediamo il caso dei templari inseriti in questo contesto.

Fin dal 1246 i templari erano stati, per varie ragioni, oggetto di critiche da parte dei vescovi francesi (ricordate che l’Ordine del Tempio godeva di un rapporto diretto e non mediato con tutti i pontefici; l’Ordine era papalino e non curiale).
Come abbiamo già citato in un post precedente, è lo stesso Papa Clemente IV nel 1265 a parlare dell’eresia dei templari e a pronunciare nei loro confronti le seguenti parole, come ricorda Alain Demurger: “Se la Chiesa, anche solo per un istante, togliesse la mano che vi garantisce protezione di fronte ai prelati e ai principi secolari, voi non potreste in nessun caso opporre resistenza all’attacco di questi prelati e alla forza dei principi”.
Bonifacio, però, salito al soglio pontificio, aveva costretto Giacomo d’Aragona a rispettare le immunità di cui i templari godevano in virtù della protezione papale. La posizione non poteva essere altrimenti, visto che questo energico Papa ribadiva le piene prerogative di potere che la Chiesa, ed in particolar modo il Papa, dovevano manifestare in tutti gli ambiti della vita civile. Secondo Bonifacio, se i templari erano mal visti da principi e vescovi per presunti comportamenti anti-cristiani, non erano questi ultimi i più adatti a giudicarli. Rimetteva alla figura del pontefice questo arduo compito.
C’è da dire che, durante lo scontro che oppose la tiara alla corona, molti templari francesi presero le difese di Filippo mentre abbiamo significative testimonianze che ci furono alcuni cavalieri del Tempio a proteggere il Papa ad Anagni quando ci fu l’assalto di Gugliemo di Nogaret.
La cosa più sorprendente è che una parte delle accuse rivolte ai templari fu riversata anche nei confronti di Bonifacio.
Sappiamo, per esempio, che Filippo il Bello, dopo la morte del pontefice di Anagni, imbastì un processo contro il defunto pontefice. Le sue spoglie, si dice, furono fatte riesumare in attesa di un verdetto di innocenza o di colpevolezza.
Le accuse che furono pronunciate in questo processo post-mortem furono identiche a quelle che Bonifacio dovette subire in vita e che accomuna i templari a questo Papa. Eresia, stregoneria, magia nera, satanismo, tanto che, secondo De Nogaret, “Bonifacio custodiva nel suo anello pontificale un demonietto”. Inoltre fu accusato di aver ucciso Papa Celestino V e di non credere nella vita oltre la morte. Stranamente, gli atti di questo processo furono archiviati nel 1311 per volere di Papa Clemente V, il quale temeva che Bonifacio potesse essere condannato post-mortem e dichiarato eretico. Clemente avvertiva che sarebbe stato un grave danno per la Chiesa…mentre fosche nubi si stavano addensando sull’Ordine del Tempio che, con Clemente, non godeva più di appoggi particolari.


Michele Allegri & Irene Sarpato

mercoledì 28 febbraio 2007

UN MISTERIOSO DIPINTO A SAINT SULPICE

Salve a tutti: amici, bloggers e semplici curiosi,

un grazie di cuore a voi che mi avete scritto numerosi commenti di sostegno e di apprezzamento che mi testimoniano quanto abbiate gradito la mia battaglia per la Verità. Mi permetto di chiamarla “la nostra battaglia” che è condotta nel rispetto della democrazia e che rappresenta oggi il più alto baluardo a difesa di quella Verità che alcuni vorrebbero falsificare per un proprio tornaconto personale. Essa è anche una lotta pacifica ma indefessa che guarda agli avvenimenti storici del Tempio e dell’attualità neotemplare con obiettività e severità, esprimendo giudizi là dove ci sono prove oggettive e riscontrabili. In questo modo io ed Irene abbiamo scritto il Dossier e in questo modo io, Irene e gli amici bloggers argomentiamo su questo piccolo ma seguitissimo spazio web.

Ma veniamo all’argomento di oggi, aperto ai commenti del mio amato pubblico.

Tra le ipotesi più accreditate da storici, accademici e giornalisti di tutto il mondo vi è quella secondo la quale molti templari, una volta soppresso l’Ordine nel 1312, si rifugiarono in altre organizzazioni o confraternite. Tra queste spiccano, per esempio, l’Ordine di San Giovanni
(Smom), gli Agostiniani, i Cistercensi, le corporazioni degli scalpellini (compagnonagge) e persino la già citata Compagnia del Santissimo Sacramento dell’altare detta anche dei devoti della Kabbala.
Quest’ultima fu definita da più parti come un vero centro di potere e di esoterismo nel cuore della Chiesa francese e fu combattuta aspramente sia dalla Compagnia di Gesù, che l’accusò di avere al suo interno “pratiche empie d’iniziazione” (si ricordino le accuse ai templari), sia da re Luigi XIV che l’accusò di cospirazione politica contro la monarchia e che la soppresse nel 1660 (grazie al potere di molti giudici affiliati alla Compagnia, quest’ordinanza del re non fu applicata fino al 1666. Per sei lunghi anni la Compagnia poté continuare la sua opera senza alcun arresto!).

La Compagnia fu fondata da alcuni eminenti uomini di Chiesa che si radunavano in un gruppo che si faceva chiamare l’invisibile cenacolo fraterno e che si diceva custode di un segreto in grado di sconvolgere il mondo e le fondamenta delle religioni monoteiste, un segreto in grado di fare arricchire chi lo possedesse. Di questo segreto abbiamo una testimonianza documentale, una lettera scritta da Louis Fouquet al fratello Nicolas, ministro delle finanze di Luigi XIV. Entrambi i Fouquet erano membri attivi della Compagnia. Louis, nella lettera, parla anche di Poussins, il celebre pittore che rappresentò in un quadro la tomba da cercare o dentro la quale scivolare o calarsi, apponendovi il motto della Compagnia: Et in Arcadia Ego…
Nessuno ve lo avrà mai detto ma i greci situavano l’entrata dell’Ade o regno dei morti proprio in Arcadia.

Per il momento vediamo, amici bloggers, cosa scrive Louis Fouquet nella celebre lettera:
“ Poussins ed io abbiamo progettato alcune cose di cui vorrei parlarti presto dettagliatamente, che ti daranno, attraverso Poussins, vantaggi che i sovrani farebbero molta fatica ad ottenere da lui e che, dopo di lui, forse nessuno nei secoli a venire potrà mai riprendere; in più sarebbe senza grande spesa, ma fornirebbe un guadagno, e queste cose sono così difficili da trovare che nulla su questa terra potrebbe ora avere una fortuna migliore, e neppure uguale”.

Ma andiamo avanti.


All’interno del Cenacolo vi erano tre uomini di Chiesa particolarmente devoti alla Grande Madre, la Nostra Signora dei templari: Saint Vincent de Paul, Jean Jacques Olier e il vescovo Pavillon. Quest’ultimo aveva la sua diocesi a Rennes Les Bains, piccola cittadina al confine con la celeberrima Rennes Le Chateau, in una zona, quella dell’Aude e del Razes, molto cara sia ai cavalieri del Tempio che ai catari. Essa presenta degli interessanti aspetti geologici. E’ attraversata da gallerie sotterranee, cunicoli e grotte nei quali scorrono fiumi ed acque che provengono dal sottosuolo. Acque che vengono definite, ancora oggi, miracolose e che sono posizionate intorno ad un luogo dedicato ad una Regina o una Signora o una Vergine nera che spesso è stata identificata con la figura di Maria Maddalena. Molti studiosi, invece, ritengono che sia la dea egiziana Iside, regina del Regno dei morti. Al di sopra di questo territorio vi sono, spesso, una serie di rocce a forma di fallo che vengono chiamate Cromleck attorno alle quali, anticamente, i sacerdoti della religione celtica, i druidi, si riunivano per celebrare feste e riti pagani.

Quartier generale della Compagnia del SS Sacramento è stata la celebre chiesa parigina di Saint Sulpice, il santo che, assieme a Santa Rosalina (Rosslyn), è celebrato il giorno del 17 Gennaio, data che ricorre spessissimo nell’enigma di Rennes (in quel giorno sono morti il curato Sauniere e la marchesa d’Hautpoul-Blanchefort, discendente di un gran maestro del Tempio ed ultima detentrice del grande segreto che lei stessa definì segreto di Stato). Secondo molti scrittori, la Compagnia del SS Sacramento è stata una delle facciate con la quale il Priorato di Sion di Nostra Signora si è manifestato ma questa è solo un’ipotesi.
Andiamo oltre.


Se fate una visita nella chiesa di Saint Sulpice, potete vedere strane cose che non hanno nulla a che fare né con una chiesa né con culti cristiani.
Per esempio vi è nel portone d’ingresso un pentacolo che, nella simbologia pagana, rappresenta la donna. Un polpo con otto tentacoli sotto l’acquasantiera (c’è un polpo anche sulla tomba della già citata marchesa d’Hautpoul). Un grossa Ank egiziana (chiave del regno dei morti tenuta da Iside). Due serpenti, due cobra attorno all’Ank. Due Esse capovolte. La N della parola Signol invertita (la stessa cosa la si ha sulla croce tombale di Sauniere a Rennes dove la N di INRI è capovolta). Un obelisco egiziano che traccia la cosiddetta linea della Rosa (Ross-lyn) o Meridiano Zero. E alcune pitture interessanti.

Di una in particolare vi voglio parlare in questo post.
Si tratta di una dipinto che riproduce uno strano passo della Bibbia, quello di Giacobbe che combatte contro l’angelo (dipinto di Delacroix).
Al versetto 32,25 del Libro della Genesi sta scritto (io riporto quanto dice una Bibbia cattolica):
“Giacobbe rimase solo: or, un uomo lottò con lui fino allo spuntar dell’alba. E vedendo che non poteva vincere Giacobbe, lo colpì nella giuntura della coscia, sicché la giuntura dell’anca di Giacobbe si slogò nel lottare con lui. Allora quell’angelo gli disse: Lasciami andare perché sta spuntando l’alba. Ma Giacobbe rispose: Non ti lascerò, finché tu non mi avrai benedetto. L’altro gli domandò: Come ti chiami?. Rispose: Giacobbe. Ed egli: Non ti chiamerai più Giacobbe ma Israele, perché sei stato forte contro Dio e con gli uomini ed hai vinto. Giacobbe gli chiese: Dimmi, ti prego, il tuo nome. Ma quello rispose: perché vuoi sapere il mio nome? E lì stesso lo benedisse. Giacobbe pose nome a quel luogo Fanuel, perché, disse, ho visto Dio faccia a faccia ed ho avuto salva la vita…..”.

Leggo nelle note che Fanuel significa Faccia di Dio, mentre Israel significa lottare con Dio ma, visto che Giacobbe lotta contro l’angelo che poi chiama Dio, quel con potrebbe essere contro Dio…Un passo strano, non vi pare? Un passo che è collegato al segreto detenuto dalla Compagnia, da molte famiglie nobili del Razes (i catari Hautpoul, Fleury, Ables, De Negre) e delle Ardenne e dai templari che, anche per questo, furono colpiti.
La figura di Giacobbe non è stata usata casualmente da chi ha dipinto e collocato questa opera a Saint Sulpice. C’è stata la volontà di lanciare un messaggio in codice.

Mi pongo delle domande, dopo una riflessione a voce alta.

Giacobbe è figlio di Isacco, che è a sua volta il figlio di Abramo con il quale Dio ha stretto un patto di alleanza. Giacobbe ha un gemello che si chiama Esaù.
Isacco ha avuto dalla moglie Rebecca due gemelli, grazie all’intervento di Dio, in quanto Rebecca era sterile. E Dio, dopo aver concesso ad Isacco due figli, gli disse che ciascuno dei due sarebbe stato a capo di una Nazione e che una delle due sarebbe stata schiava dell’altra.

Perché mai Dio si dovrebbe presentare, ad un certo punto della storia, sotto forma di uomo o di angelo per combattere contro un discendente di Abramo con il quale ha stretto un patto di alleanza?
Perché Dio, in questo passo, ha l’aspetto fisico di un uomo? Perché Giacobbe pensa che quell’uomo sia un angelo? Come potrebbe dirlo? Quali sono le caratteristiche che distinguono un uomo da un angelo?
Perché mai l’angelo avrebbe paura dell’alba? Perché l’angelo non riesce a vincere fisicamente il povero Giacobbe ? Perché l’angelo lo colpisce all’anca?
Ancora oggi, in ricordo di quel passo biblico, gli ebrei sono soliti non mangiare il nervo sciatico degli animali.
Perché, ad un certo punto, Giacobbe ritiene che quello non è un uomo, non è un angelo ma è Dio?
Chi glielo ha detto, visto che l’angelo non dice il suo nome?
Perché l’angelo si dice compiaciuto con Giacobbe in quanto è stato forte contro Dio?
Quale angelo si potrebbe compiacere di un combattimento contro Dio?
Un’altra cosa strana è che, nei passi che seguono, Giacobbe incontrerà di nuovo Dio che gli confermerà che lui si dovrà chiamare Israel.

Per tirare le somme, c’è da pensare o che l’angelo è Dio e, quindi, non si capisce perché lotti contro Giacobbe, oppure è un’entità che non ama la luce ma che conosce il futuro e sa che Dio chiamerà Giacobbe con il nuovo nome di Israel. Sembra un angelo che ha saldi radici nella Terra o, meglio, sottoterra.
Tutto questo, cari amici, cari bloggers, non vi fa venire in mente quell’entità con cui Giovanna d’Arco diceva di parlare e dalla quale traeva forza e consiglio?

Le ipotesi non sono tante ma è bene che ne dibattiate liberamente, sempre se ciò vi sarà gradito.

A voi, quindi, il calice del simposio!


Michele Allegri

venerdì 16 febbraio 2007

MASSONERIA E NEOTEMPLARI

Salve amici, bloggers e semplici curiosi!

Dopo il bel discorso su Giovanna d’Arco, il re perduto e il tema dell’Arcadia, vi riporto di nuovo alla modernità.
Faccio un’unica precisazione riguardo al post precedente: il termine SION non ha alcun riferimento biblico né riguarda la terra d’Israele, tanto per essere chiari. In alcune traduzioni, SION vuol dire Ramo, Origine…e, mi fermo qua.
Dai tantissimi interventi che ho pubblicato, anche in quest’ultimo post, ho potuto notare come il tema “massoneria e neotemplari” sia uno dei più gettonati.
Alcuni di voi anonimi bloggers hanno anche iniziato un’inutile polemica con un altro ex frequentatore di questo modesto blog, e sottolineo modesto, tal anonimo CercatorPerpetuo o cercatorPeripatetico, che si dichiara massone ed in particolar modo massone del rito di York.
Questo è il fatto nuovo che mi sollecita a riprendere le considerazioni sull’attualità.
Dico che la polemica è stata inutile perché l’ex ospite, a me gradito tanto quanto gli altri, voleva dare lezioni di stile e, invece, è finito per assomigliare agli altri che lui criticava. Abbandonato l’abito del tollerante, si è manifestato in tutta la sua nudità. Alcuni bloggers mi hanno fatto notare quali parole di spregio ha manifestato il suddetto anonimo sia nei confronti di noi autori sia nei confronti di voi bloggers (qui sotto riprodurrò alcune sue frasi tolleranti, pur ricordando sempre, come mi ha insegnato l’esimio Venceslai, che ognuno in democrazia è libero di dire quello che vuole).
CercatorPerpetuo, a mio modesto avviso, al contrario di quello che sbandiera ai quattro venti senza alcuna discrezione, ha dato un chiaro esempio di come non dovrebbe essere un vero massone: iracondo, pettegolo, acrimonioso, altezzoso con la verità in tasca! Si vede che la pietra è rimasta grezza o è stata levigata solo in superficie…
Infatti, come ha rilevato l’autodichiaratosi massone Tubal Cain, CercatorPerpetuo o non è un affiliato alla libera muratoria o, se lo è o lo è stato, sarebbe da considerarsi un“infiltrato”, cioè una specie di corpo estraneo che non avrebbe interiorizzato i valori liberali e tolleranti che quest’antica organizzazione di mutuo soccorso trasmette ai propri affiliati fin dal 1717. Anche in questo caso, non faccio di ogni erba un fascio: ci sono massoni degnissimi, altri meno ed altri ancora dei perfetti farabutti.
Cerco ora di entrare nel merito di alcune considerazioni senza soffermarmi troppo solo su questa piccola ma interessante polemica che riprenderò in seguito.

Ho sempre sostenuto che parte della ritualità massonica scozzese è di derivazione templare.
Quando parlo di scozzesismo intendo riferirmi alla massoneria degli Ancients (degli antichi), esistente ed operante prima del 1717, prima, cioè, che gli inglesi del reverendo Anderson codificassero un tipo di Istituzione massonica meno esoterica della precedente, più banchettante, rivolta alla benevolenza e al mutuo soccorso interno. Questo tipo di massoneria fu detta anche dei Moderns, cioè dei moderni (assomiglia nelle forme all’Osmth International di Osservanza Atlantica).
Per dimostrare come la massoneria scozzese, templare, pagana ed ereticamente cristiana sia esistita prima del 1717, ho sempre portato un semplice esempio: la celebre cappella di Rosslyn in Edimburgo (Scozia). Là è visibile a tutti e a ciascuno una scultura risalente al 1450, cioè 267 anni prima dell’ufficiale anno di fondazione dell’Ordine massonico, che rappresenta un cavaliere templare che inizia un altro cavaliere templare all’Ordine del Tempio mettendogli intorno al collo una corda per impiccagione e una benda sugli occhi.
Per chi è poco pratico di ritualità massonica, dico che questo rito di derivazione templare è ancora in uso presso tutte le obbedienze, regolari e non, ed è una delle prove che dimostra un legame storico tra massoneria scozzese e templari fin da quando le nobili famiglie dei Saint Clair/Sinclair e del principe Bruce li ospitarono in quel Regno celtico, permettendo loro di entrare come membri accettati nelle corporazioni muratorie del compagnonaggio, intorno ad un periodo che va dal 1307 al 1310.
Da questa forma di massoneria scozzese è derivato l’attuale Rito Scozzese Antico ed Accettato. Esso è un rito di perfezione che richiama, anche se solo nell’apparenza, i fasti della massoneria scozzese, la quale ha cessato di esistere dall’anno 1813, cioè da quando gli Ancients e i Moderns si fusero in un sola Obbedienza, la Gran Loggia UNITA d’Inghilterra.

Altro punto fondamentale, più volte spiegato, è che l’Ordine neotemplare Osmtj, da cui deriva il moderno OSMTH di Osservanza Atlantica del generale americano Patrick Rea, fu creato da massoni francesi tra i quali spicca il medico Raymond Fabrè Palaprat. Il documento su cui si basa questa “rifondazione templare” in terra di Francia è la Carta di Larmenio, datata 18 febbraio 1324, che si trova attualmente depositata presso la loggia massonica di ricerca Quattuor Coronati della Gran Loggia Unita d’Inghilterra (UGLE).
In questo documento, considerato dai nuovi templari come vera ed autentica legittimazione della loro attuale esistenza, sono presenti: un ricordo del martire De Molay, un’invettiva ed una maledizione contro i cavalieri di San Giovanni (oggi Sovrano e Militare Ordine di Malta) poiché avevano percepito da Papa Clemente V i beni e i possedimenti del Tempio (e con questo confuto, ancora una volta, quanto i neotemplari hanno dichiarato più volte e cioè che il re Filippo il Bello ha distrutto l’Ordine del Tempio per incamerare i loro beni!) ed una contro i “disertori templari di Scozia” perché hanno abbandonato anzitempo De Molay e il Tempio al loro tragico destino. Questi disertori sono gli stessi cavalieri del Tempio che andarono ad ingrossare la file della massoneria scozzese, portando in essa riti e concezioni e conoscenze superiori, precedentemente estranee alle corporazioni degli scalpellini, in particolar modo elementi che riguardano la cultura celtico-pagano-magica e l’esoterismo eretico-gnostico. Faccio alcuni esempi, tanto per farmi capire: la vendetta dei kadosch che deriva da quella dei guerrieri celti, il simbolo della testa di morto e delle tibie incrociate, il serpente che rappresenta la conoscenza antica o il demiurgo platonico, il regno dei morti, il mondo della terra cava, il valore delle costellazioni, gli iniziati uomini verdi della razza favolosa (il verde è il colore della massoneria e del serpente, gli uomini verdi sono rappresentati nella cappella templare di Rosslyn), le coppie antinomiche manichee e catare (il bianco/nero del pavimento massonico; luce/tenebra), lo studio geodetico, la numerologia pitagorica, il motto V.I.T.R.I.O.L che invita l’iniziato massone a recarsi nel sottosuolo, nell’Ade o regno dei morti per trovare il Graal, la pietra nascosta che dona l’ immortalità.

I templari hanno anche introdotto nella massoneria di Scozia il terzo grado, quello di Maestro, che muore e rinasce grazie alla dea della saggezza egiziana Iside, impersonata dalla massoneria stessa, che dona la luce all’iniziato e quindi la libertà. E’ questo, infatti, il motivo per cui i massoni si chiamano i figli della Vedova. La vedova è Iside, regina del regno dei morti alla quale è stato ucciso il marito-fratello Osiride. Solo Lei è in grado di scendere agli inferi e ricomporre il corpo del marito straziato, donandogli di nuovo la vita.
Notate che nelle antiche culture pagane, chi donava la vita non era un dio maschile ma femminile. Altro esempio di questa sacra femminilità è la figura di Notre Dame venerata da catari e templari, come più volte detto.
La figura di Hiram, già precedentemente ammirata e venerata dagli scalpellini, diviene centrale nel terzo grado massonico e, per i nobili templari accettati, diventa una copertura ideale, un’allegoria per celebrare la figura del Maestro De Molay, morto come eretico sul rogo nel 1314. La figura del Maestro De Molay che si cela dietro alla figura di Hiram rammenta ai massoni che l’Ordine del Tempio è risorto a miglior vita e governa ora la loro Istituzione muratoria dal terzo grado in su.
Ricordate amici bloggers che il compagnonaggio (le corporazioni degli scalpellini) prevedeva solo due gradi: il primo grado di apprendista muratore e il secondo grado di compagno d’arte.
Il terzo grado è stato quindi aggiunto da quei fuggiaschi templari in terra di Scozia che hanno creato quell’arco ideale che sovrasta, completa e sovrintende il primo e secondo grado.

C’è un altro elemento che accomuna templari, massoni di ieri, di oggi e i nuovi templari dei quali parliamo nel nostro libro.
Tutti sono in condizione di SCOMUNICA PERPETUA da parte della Chiesa cattolica apostolica e romana. Le loro ritualità, infatti, abbracciano il paganesimo, la magia e l’eresia mentre proclamano devozione o ispirazione ad un dio che non è il Gesù del Nuovo Testamento.
Solo per ricordare quanto detto più volte: i massoni sono scomunicati fin dal 1738 e i nuovi templari fin dalla bolla Vox in Excelso del 1313 (ma come dice il cattolico/new age Venceslai in sberleffo all’autorità ecclesiastica a cui vorrebbe avvicinarsi: Checchè ne dica la chiesa…)

Detto questo possiamo affermare che non molti si possono dire autentici massoni o templari de facto.
Molti bloggers hanno fatto notare come tra molti massoni e nuovi templari regnino arroganza, ignoranza e superbia e, come hanno rilevato alcuni, anche un alto tasso di profanità. A questa “incoraggiante” lista io aggiungerei anche mistificazione/menzogna.
Infatti, molti massoni e moltissimi neotemplari non conoscono la storia e non hanno un minimo di cultura esoterica. Non sono io il solo a dirlo ma una quantità notevole di persone semplici ed altolocate. Tra queste vi segnalo la professoressa Isastia (una professoressa vera!!), docente di Storia Contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, che ha dichiarato, in un suo studio recente, che “La maggior parte dei massoni ha una cultura esoterica molto modesta e forse un 10% di loro vi si dedica in maniera seria e regolare”.
Si vede che la professoressa , prima di esprimere la sua autorevole opinione, ha incontrato persone come il nostro caro amico massone CercatorPerpetuo che, come vedremo alla fine, con proprie parole “dona lustro alla Libera Muratoria universale” manifestando quello che ha appreso nei lavori di loggia.
Per far cambiare idea all’opinione pubblica italiana su cosa sia stata la massoneria ci vuol ben altro che gran maestri in jeans, ci vogliono atti, fatti e non dichiarazioni d’intenti che suonano all’orecchio dell’uomo della strada come slogan politici svuotati di contenuto! Ma, si sa, alcuni neotemplari e alcuni massoni considerano l’opinione pubblica non un popolo ma un popolino da disprezzare o, meglio, da fregare! Come è chiaro, in questo caso, io sto dalla parte del popolo perché è da lì che provengo.
Voglio ricordare a CercatorPerpetuo, nel caso se la fosse persa, che mercoledì 14 febbraio alle 21.10 su Raiuno è stata trasmessa la fiction “L’ultimo dei corleonesi” che parla dei notori Riina, Provenzano, Bagarella, Liggio.
Ebbene, c’è una scena in cui avviene un colloquio tra Riina e Provenzano nel quale il primo rimprovera al secondo di frequentare troppo gli amici massoni con il grembiule e il cappuccio.
Vorrei chiedere al massone CercatorPerpetuo, che rimprovera gli altri di usare luoghi comuni, cosa ne pensa di questa rappresentazione che unisce mafia e massoneria, che è stata vista da milioni di italiani, che è stata prodotta e messa in onda dalla RAI e vorrei chiedergli se, per difendere l’onore della Libera Muratoria della quale sbandiera la sua fiera appartenenza, andrà a protestare sotto gli uffici di Saxa Rubra.

Ma andiamo oltre.

Se prendiamo il caso del dott. Stelio Venceslai del Gran Priorato dell’Osmth, la cui Osservanza Atlantica deriva per gemmazione dall’originale massonico Osmtj di Palaprat, possiamo sempre notare anche qui delle colossali incongruenze, anche quando si parla di massoneria.
L’ordine neotemplare Osmth ha moltissimi massoni tra le sue file. Lo stesso Venceslai si è dato da fare di organizzare un convegno a Perugia (città ad alta densità massonica) invitando un autorevole esponente massone del rito di Memfi. Tale convegno è stato ampiamente stigmatizzato dal prof. Cardini, autorevole storico del Medioevo (nonché altro vero professore).
In merito ai massoni, Venceslai dimostra un’ambivalenza.
Infatti, prima mi dichiara con una e-mail che “Molti sono i massoni che vengono da noi, i più alla ricerca di un’attualità che mi dicono che nelle loro Logge s’è perduta…non abbiamo nulla contro di loro”. (Questa dichiarazione, che prendo per vera, getta anche una luce interessante su cosa i massoni stessi pensino della loro beneamata Istituzione N.d.R.).
In seguito, in un’altra e-mail, smentisce quanto detto prima e afferma “Non sono mai stato massone ed, anzi, ho SEMPRE AVUTO UNA CERTA PREVENZIONE NEI LORO CONFRONTI, TANTO IMMOTIVATA QUANTO ISTINTIVA”.
Quale dobbiamo tenere per vera, la prima o la seconda affermazione dell’esimio Venceslai?

Non avevo dubbi sul fatto che il dott. Venceslai giudicasse le persone per così dire “a pelle” e non sulla base di ragionamenti sensati ma allora mi chiedo, e vi chiedo, senza far alcuna polemica ma con una punta di ironia:
Perché Stelio W. Venceslai non comunica ai suoi iscritti neotemplari massoni questa immotivata ed istintiva avversione per i massoni? Come è stato dimostrato dalle più recenti ricerche in campo psichiatrico e scientifico, non fa bene tener per sé il livido rancore, può provocare seri disturbi all’apparato digerente, ovviamente nei casi in cui uno non abbia uno stomaco corazzato e il pelo sullo stesso… Chissà cosa penserà la dott.ssa Anna Giacomini, alta dignitaria della Gran Loggia d’Italia, intervistata nel sito dal cavaliere Osmth Giovanni Lettieri…chissà cosa pensernno la dott.ssa e gli affiliati massoni di quell’Obbedienza di queste sue esternazioni contro la massoneria…

Noto che, come nel caso della Chiesa, anche nei confronti della massoneria, c’è la voglia di strumentalizzare non tanto con le parole ma con i fatti.
Si motteggia la Chiesa ma ci si dichiara templari cattolici, si odiano a pelle i massoni ma si aprono loro le porte delle osservanze neotemplari.
Vi sembrano, cari bloggers, comportamenti coerenti dettati dall’amore per la verità?

Alcune frasi incongruenti rivelano, invece, una duplicità che io chiamo ipocrisia. Quando le leggo non posso non pensare alle parole di chi, come Gesù, soffrì e patì con il corpo e con lo spirito per aver detto sempre la verità . Ma Gesù ci rincuora, ricordandoci che gli ipocriti riceveranno un giusto castigo:
Guai a voi scribi e farisei ipocriti, perché divorate le case delle vedove e fate lunghe preghiere per mettervi in mostra, perciò riceverete maggior condanna”.

Come vi avevo promesso, chiudo elencando splendide frasi rivolte a noi autori e a voi bloggers dal massone, l’umile, così si è definito, CercatorPerpetuo e commentando una sua affermazione che, come diceva un molisano, non c’azzecca nulla con la storia del Tempio o con i nuovi templari.
Io ricordo a CercaPerpetuo che la libertà, come diceva Gaber, non è uno spazio libero ma è partecipazione. Ho l’impressione che questo post gli abbia insegnato più cose di quelle che ha imparato in loggia. L’ho fatto con la pazienza che meritava il suo caso. Mi dovrebbe ringraziare invece di arrabbiarsi. Gli farei un’unica raccomandazione, però, di andarci piano con le agapi rituali e soprattutto con quelle bianche. Magari all’inizio le danno l’impressione di potere tutto, poiché a tavola i suoi commensali le danno ragione per questioni di opportunità e cortesia ma, quando viene l’ora della verità, lei stesso ricorda e scrive che è meglio ritirarsi nella ‘fogna’. Sono sue parole e le prendo sul serio, capendo che Lei intendeva dire che la verità la costringe a rifugiarsi nelle tenebre. La prendo sul serio come ho sempre fatto. D’altra parte Lei ha esordito in questo blog dicendo che noi autori avevamo fatto un pregevole lavoro (chissà quanti complimenti ci ha scritto in privato… se lei mi dice chi è, magari li pubblico anche) .

Buona lettura e buon divertimento a tutti!
(I commenti a questo post verranno letti da noi ma non postati per evitare inutili polemiche)

CercatorPerpetuo che ci ha “misurato, pesato e giudicato” dall’alto del suo grado massonico di York e scrive:

Che il Blog è poco erudito
Che noi autori siamo dei sapientoni
Che i bloggers sono repressi sociali
Che i bloggers sono degli svantaggiati socio-culturali
Che noi autori siamo fantomatici autori di romanzi filo esoterici (!?)
Che i bloggers sono gonzi
Che i bloggers non sanno argomentare nulla
Che i bloggers hanno idee confuse
Che nel blog ci sono massoni di poca pretesa
Che i bloggers sono cani e noi autori siamo come loro

CercatorPerpetuo scrive a proposito del Tempio e delle Osservanze neotemplari:

“Chiunque può liberamente, fondare delle organizzazioni che si rifacciano alla Tradizione ed ai valori del Tempio; infatti l’ordine originale è tutt’ora sotto scomunica e non esiste più. Rimane, però, la realtà dell’immediata scomunica ed il fatto che non si debba far credere di avere a che fare con un ordine cavalleresco. Si deve onestamente fondare un’Associazione di carattere templare ai cui soci si può dare l’appellativo di cavalieri, nulla di più”.

Caro CercatorPerpetuo,

l’Ordine del Tempio non è stato scomunicato. L’Ordine è stato soppresso per volontà del Papa nel 1312 con tanto di Bolla dogmatica e sono scomunicati quanti indosseranno e porteranno le insegne, l’abito e il nome dopo la bolla, cioè i cosiddetti nuovi templari.
In tanti anni di massoneria non sa ancora questa cosa?

Il fondare un’associazione di carattere templare ai cui soci si può dare l’appellativo di cavalieri di per sé non è uno schermo per evitare una condanna per proselitismo a favore di falsi ordini cavallereschi e per distribuzioni di falsi titoli.
Oggi, quasi tutte le osservanze neotemplari sono associazioni non riconosciute con codice fiscale ma si comportano e fanno credere (basta guardare i loro siti le foto e le cerimonie con tanto di spada in chiesa per le investiture) di essere Ordini cavallereschi riconosciuti. Vorrei sapere se la spada che supera i 7 centimetri e che è portata nelle loro investiture o agapi è denunciata alle autorità di pubblica sicurezza e se hanno il permesso di portarla in giro!
Anche in questo il sig. Cercator ha dimostrato di sapere poco.

Che posso dirle di altro: le auguro un buon soggiorno nel suo amato mondo sotterraneo dove di “materia alchemica” ne troverà parecchia, solida e liquida, e spero che Lei possa finalmente raccontarci di aver scoperto cosa sia il Graal!
Io, comunque, mi tengo il mio… senza rancore.

Michele Allegri - un giovane scrittore che ama la verità

lunedì 5 febbraio 2007

GIOVANNA D'ARCO, I TEMPLARI E IL RE PERDUTO

Cari bloggers ed amici ben ritrovati.
Come avrete notato, nel precedente post abbiamo fatto un’opera di bonifica di tutti commenti meno ragionevoli. D’ora in avanti, infatti, chi vorrà intervenire lo potrà fare, aggiungendo commenti che dovranno necessariamente essere pacati, ragionevoli, rispettosi e non arroganti e, soprattutto, veritieri e con queste ultime due parole mi rivolgo agli ammantellati ed affratellati templari smile che credono di modificare la storia a loro piacimento e pensano di appartenere, in Italia, a legittimi ordini cavallereschi, sovrani e militari, riconosciuti da particolari enti o in via di riconoscimento. Non voglio una quantità abnorme di interventi ne voglio anche pochi, purchè siano intelligenti e di qualità e, dal nostro pubblico, so che posso aspettarmeli.
Veniamo, invece, al nuovo argomento che vi sto per lanciare. Se c’è un merito, un pregio da riconoscere alle varie Osservanze neotemplari è quello di aver aperto le porte alle donne. In questo gesto si mescolano due elementi tradizionali: uno storico ed uno, diciamo, ideologico. Dovete sapere, cari bloggers, che tra i cavalieri del Tempio, prima dell’anno 1128 che segna la subordinazione dell’Ordine alla Chiesa cattolica, c’erano persino donne. Non molte ma ce ne erano, alcune animate anche da un reale spirito combattivo. L’altro elemento si rifà alla grande venerazione che i templari avevano, in generale, per le figure femminili e che si era affermata in particolare dopo l’assorbimento di cavalieri catari provenienti dalla zona dell’Occitania . Una devozione religiosa che si esplicava nei confronti della figura di Nostra Signora, la Grande Madre delle culture europee precristiane, e che finiva per assorbire in sé più significati diversi: la conoscenza (sophia), la morte e l’amore. Non è un caso, infatti, che sul territorio francese si trovino dislocate un po’ ovunque statue di Madonne nere che ricordano il culto lunare della dea egiziana Iside, la vedova regina dell’oltretomba, dell’Ade (Aude), e che proprio nel sud della Francia si sia sviluppata una cavalleria dedita alla ricerca della sapienza ultima (Queste du Graal) che venne anche detta cavalleria dell’amor cortese.
Una delle figure femminili più apprezzate in Francia, circondata dallo stesso alone di mistero che avvolse i templari, fu quella di Giovanna d’Arco, la “pulzella d’Orleans” detta anche “ la vergine di Lorena”. Contadina di quella regione, diventò un celebre simbolo della Francia nel lungo conflitto che la contrappose all’Inghilterra nel corso della Guerra dei Cent’anni (1337-1453). Giovanna d’Arco, pur essendo inesperta di pratiche di armi, guidò un’armata dell’esercito regio francese riportando innumerevoli vittorie (Orleans 1429) e riconquistando molte parti del regno che erano cadute sotto il controllo inglese. Giovanna diceva di sentirsi ispirata direttamente da Dio con il quale parlava regolarmente e dal quale aveva avuto incarico di liberare la Francia, novella Sion. Della sua “missione divina” fece partecipi più di un personaggio celebre, in particolar modo Renato d’Angiò, il buon Renè che fu tanto attratto dal mito dell’Arcadia. Egli fu uno dei personaggi più importanti degli anni del Rinascimento e fu conosciuto anche con il titolo di re di Gerusalemme, in onore della sua discendenza da Goffredo di Buglione. La celebre croce di Lorena o doppia croce che anche molti neotemplari portano sui loro mantelli è il suo stemma araldico. Renato combattè a fianco di Giovanna in molte battaglie e l’accompagnò a Chinon per incontrare il futuro re di Francia Carlo VII, figlio di Iolanda d’Angio, sorella di Renato e futura protettrice di Giovanna.
Due curiosità: secondo i documenti segreti del Priorato di Sion, Renato fu un loro autorevole Gran Maestro mentre Giovanna d’Arco fu incaricata della sua missione contro gli inglesi da re Carlo VII nel celebre castello di Chinon, là dove vennero rinchiusi De Molay e gli alti capi del Tempio a partire dal 1307 fino al 1314. Non dimenticatevi, cari bloggers, che presso la corte di Renato d’Angiò alloggiava stabilmente il nonno di Nostradamus ( Notre Dame), tale Jean de Saint Remy, astrologo, medico e cabalista. Inoltre Renato aveva una coppa in cui vi era la celebre iscrizione: Chi ben berrà, Dio vedrà. Chi berrà tutto di un fiato, vedrà Dio e la Maddalena.
Secondo una leggenda, Giovanna d’Arco arrivata a Chinon per incontrare il re di Francia, lo riconobbe tra centinaia di persone senza che alcuno glielo avesse indicato e si racconta che la contadina di Orleans gli avrebbe svelato la sua appartenenza all’Ordine del Tempio e che lo avrebbe aiutato a liberare la Francia dagli inglesi poiché lui non discendeva da quel Filippo il Bello che aveva bruciato sul rogo gli ultimi capi del Tempio. Se in un primo tempo le battaglie condotte da Giovanna furono vincenti, nel 1430 venne catturata dai borgognoni a Compiègne e consegnata a gli inglesi che, con l’ausilio di un tribunale ecclesiastico, la condannarono al rogo per eresia e stregoneria. Negli atti del processo sta scritto che gli ecclesiastici inglesi l’accusaronono e le rinfacciarono i suoi rapporti con il demonio, con il re del mondo che l’avrebbe ispirata ed aiutata a vincere molte battaglie. Giovanna d’Arco non ritrattò mai alcunché, dimostrando un coraggio ed una forza particolare che, nemmeno davanti alla pila ardente, venne meno. Solo centinaia di anni più tardi la figura emblematica di Giovanna d’Arco venne riabilitata dalla Chiesa cattolica che la fece persino santa e martire.
Non si può dire che la stessa cosa avvenne o è avvenuta per i templari Jacques De Molay o Geoffray De Charnay, anch’essi bruciati e condannati per eresia e stregoneria. Il mito di Giovanna d’Arco è tutt’oggi vivo in Francia come lo fu molto anche nel 1800, quando un umile sacerdote di campagna, Berengere Sauniere, disse di aver trovato un qualcosa in grado di sconvolgere il mondo e divenne miliardario ed amico di potenti del tempo. La sua casa era piena di immagini dell’eroina francese alla quale il curato era assai devoto. In questo senso non possiamo non pensare al significato della parola Giovanna e al significato della parola Arc.
Infatti, tutti i gran maestri dell’Ordine di Sion, detti anche nocchieri dell’arca, si chiamano con l’appellativo di Giovanni o di Giovanna e la parola Arc rievoca sia l’Arcadia, il mitico paesaggio dell’Ade, sia l’Arca del diluvio universale, quando, secondo leggende antichissime, una particolare razza di uomini con conoscenze avanzate dovette rifugiarsi con il loro re nel sottosuolo, per sfuggire al diluvio, castigo di Dio. Come sappiamo Giovanna non proveniva da nessun paese che si chiamasse Arc ma da Orleans.
Chiudo riportando questo importante documento che spero voi analizzerete: “Il re è nel contempo pastore. Talvolta egli invia qualche geniale ambasciatore al suo vassallo al potere, il suo factotum, che ha la fortuna d’essere soggetto alla morte. Così Renato d’Angiò, il connestabile di Borbone, Nicolas Fouquet…e numerosi altri, la cui sorprendente fortuna fu seguita da un’inspiegabile sfortuna…poiché questi emissari sono nel contempo terribili e vulnerabili. Custodi un segreto, si può soltanto esaltarli o annientarli. Ecco quindi personaggi come Gille de Rais, Leonardo da Vinci, Giuseppe Balsamo, i duchi di Nevers e Gonzaga, la cui ascendenza è circondata da un profumo di magia nel quale lo zolfo si mescola all’incenso: il profumo di Maddalena. Se re Carlo VII, all’ingresso di Giovanna d’Arco nella grande sala del suo castello di Chinon, si nascose tra la folla dei cortigiani, non lo fece per un gioco frivolo bensì perché già sapeva di chi elle era ambasciatrice. E sapeva che, dinnanzi a lei, era poco più di un cortigiano tra i tanti. Il segreto che ella gli rivelò in privato era contenuto in queste parole: “DOLCE SIGNORE, IO VENGO IN NOME DEL RE”…il re perduto che guida il popolo sotterraneo devoto alla Grande Madre.
A voi il calice del simposio!!

Dott. Michele Allegri

martedì 23 gennaio 2007

LE BALLE TIROLESI DEL GRAN PRIORATO D'ITALIA OSMTH

Ben trovati amici, bloggers e semplici curiosi,

continuiamo con questo post e in questo nuovo spazio, aperto ai vostri commenti, ad approfondire le tematiche del nostro libro “Dossier: i nuovi Templari”.
Per chi si fosse perso i posts precedenti o per chi si fosse messo in comunicazione solo ora, segnalo che tutti gli antefatti rimarranno in bella vista al vecchio indirizzo
http://templari.blogspot.com

Per fare un riassunto delle puntate precedenti, devo dire che già da alcuni mesi ho messo in evidenza il continuo stato di incapacità comunicativa del Gran Priorato dell’Osmth. Ho rilevato molte inesattezze presenti nei vari siti gestiti dall’Osmth Italia e tante balle che sono state spacciate per vere da molto tempo dal dott. Stelio Venceslai e soci (Giovanni Lettieri, Bruno Salvatori, templari di Calabria...).
L’espressione “balle” è divenuta assai celebre nel vocabolario di questo blog dopo che il prof. Franco Cardini, noto storico del Medioevo, l’aveva usata in relazione ad un convegno dell’Osmth Italia a Perugia, rivolgendola contro due autorevoli esponenti di quella associazione neotemplare, il (prof.) dott. Stelio Venceslai e il prof. Francesco Corona, che avevano fatto del sincretismo religioso un punto di forza delle loro spiegazioni.
Ma andiamo avanti.

E’ sicuramente merito di questo blog se il dott. Venceslai ha dovuto correggere un’idea che andava ripetendo da anni, un’idea ossessiva e revisionata della storia che scientemente aveva fatto imparare ai suoi cavalieri durante i suoi indottrinamenti (che lui chiama Master, sic!) e che i suoi cavalieri, senza accorgersi del grave errore, ripetevano come fosse oro colato.
Mi sto riferendo alla colossale balla del dott. Venceslai in merito alla sospensione dell’Ordine del Tempio.
In realtà esso fu sciolto, liquidato, soppresso per volontà di Papa Clemente V.
Il dott. Venceslai , messo alle strette da me e dopo l’incalzare di moltissimi lettori, ha dovuto ammettere che in tutti questi anni si era sbagliato a leggere la Bolla. Una giustificazione ridicola che, invece, nascondeva il tentativo del Gran Priore dott. Venceslai di fare questa equazione: la Chiesa non ha liquidato l’Ordine, noi che siamo i suoi eredi ci possiamo avvicinare di nuovo ad Essa, con il nascosto (ma non tanto) sogno di gloria di farci riconoscere ufficialmente.

Per fare tutto ciò, il dott. Venceslai ha dovuto armarsi della solita ignoranza di cui fa talvolta sfoggio, tanto da non conoscere né ciò che dice la Bolla papale in merito ai templari né ciò che dice la Santa Sede in relazione ai neotemplari e cioè che chi porta gli abiti e il nome dei templari dopo il 1312 è SCOMUNICATO. Ripeto per chi si fosse perso il dato storico: “Chi indossa l’abito templare e porta di nuovo il nome è SCOMUNICATO”.
E dire che il dott.. Venceslai aveva letto il nostro libro che, in tempi non sospetti, già denunciava il tentativo di avvicinamento di questi gruppi neotemplari new age alla Chiesa di Roma per una non meglio precisata alleanza “strategica” (capitolo: Le sètte neotempalri desiderano tornare a Roma).
Tutta questa strategia ha portato ad avvicinare sacerdoti e, forse, anche monsignori ed ha provocato inevitabilmente l’intervento di monsignor Mauro Parmeggiani, che ha emesso un documento in nome e per conto del Vicariato di Roma (allora presieduto dal cardinal Ruini) con il quale ricordava che l’Ordine del Tempio era stato soppresso e mai riesumato da alcun Papa e che gli unici Ordini riconosciuti dalla Chiesa sono l’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme e l’Ordine di Malta (SMOM).
Inoltre, mons. Parmeggiani aveva aggiunto un perentorio ordine ai parroci di tutte le chiese di Roma di non aprire le porte ai nuovi templari per le loro manifestazioni ed investiture, i cui rituali non sono conosciuti da alcuno (il dott. Venceslai ha negato la possibilità che io ed Irene Sarpato visionassimo i rituali. Chissà cosa c’è da nascondere…).

Sembrerebbe che l’Osmth Italia, come altri gruppi neotemplari italiani, intendeva “tirare per la giacchetta” il Vaticano. Venceslai sa che il popolo italiano è in maggioranza cattolico e, quindi, per proporre meglio il mantello e l’investitura ha bisogno di farsi ritrarre vicino ad ecclesiastici. D’altronde, con il suo solito cerchiobottismo, ha dichiarato di avere dalla sua vescovi che lo accolgono a braccia aperte mentre, allo stesso tempo, dichiarava pacificamente e in sberleffo alla Chiesa, con la quale pensava di flirtare, frasi di questo tipo:

“Non siamo né monaci, né guerrieri né animati da reale spirito crociato….Oggi il cristianesimo, CHECCHE’ NE PENSI LA CHIESA, è tutt’altra questione che agli inizi del XV secolo…nel suo piccolo l’Osmth realizza quello che LA CHIESA DICE DI VOLER PROMUOVERE E NON FA”.
Alla faccia del cattolico Venceslai…chissà cosa pensano delle sue parole i suoi vescovi e i suoi sacerdoti, sempre se li ha.


Ma, a proposito di "balle", eccone altre, rintracciate in internet da un lettore di Bolzano che ci ha scritto.
Si tratta di un’intervista rilasciata da un alto esponente dell’Osmth Italia, tale Pasquale Fluterio, il quale dice testualmente (aprite le orecchie ed aguzzate la vista):

“ SONO IN CORSO I COLLOQUI PER L’ANNULAMENTO DEL DECRETO VOX POPULI…”

Il precettore di Bolzano Fluterio vuol far credere all'intervistatore che ci sarebbero trattative in corso, trattative che solo lui conosce e quindi segrete, tra l’Osmth Italia e il Vaticano per annullare la Bolla Vox in Excelso di Clemente V che per ignoranza Fluterio definisce decreto con il nome di Vox Populi. Si vede che Fluterio si è perso qualche master di Venceslai o, al contrario, ne è stato un assiduo frequentatore e queste balle le ha sentite direttamente dal gran capo.
Alla domanda di cosa dica il Vescovo, Fluterio risponde:

“Ci siamo sentiti più volte: monsignor Egger ci ha messo subito in contatto con un decano…..Da parte nostra invece SIAMO A COMPLETA DISPOSIZIONE DELLA DIOCESI PER PRESTARE QUALSIASI AIUTO SIAMO IN GRADO DI OFFRIRE”.

Se non ho capito male, qui si parla di scambi di favori tra un neotemplare scomunicato ed un vescovo cattolico nell’esercizio delle proprie funzioni. Chissà cosa intende Fluterio con la frase
“qualsiasi aiuto” e chissà cosa penserà monsignor Parmeggiani di questo comportamento del vescovo Egger.
Ma le balle non finiscono mai….
Fluterio dice ancora: “Nel mondo siamo 15 mila…”
Balle!! L’Osmth International conta solo 6000 iscritti, posseggo il dato ufficiale!
Si vede che la matematica viene studiata nei consueti master di Venceslai, dove s’insegna come raddoppiare le cifre senza che l’interlocutore se ne accorga!
Oltre la solita balla della sospensione, Fluterio dichiara anche:

“Chi entra nell’ordine deve essere cristiano credente: anzi la formula di giuramento prevede la fedeltà alla chiesa cattolica”.

Avete notato cosa dichiara?
C’è da ridere. Il dott. Venceslai mi consegnò quattro anni fa, brevi manu, la dichiarazione di fede templare (è così che la chiamano, sic!). Non solo non c’è alcun giuramento di fedeltà alla chiesa cattolica ma si parla di valori universali, di solidarietà senza distinzioni di razza, di sesso, di RELIGIONE….
Forse Fluterio non lo sa, ma questa dichiarazione di fede s’ispira a principi illuministici, voltairiani, diciamo pure massonici.
Eh sì, forse Fluterio non lo sa, ma molti, moltissimi suoi fratelli del Gran Priorato italiano o di Priorati esteri (americani, inglesi e francesi) sono massoni (una categoria che Venceslai dichiara di odiare a pelle!).
E forse lui non sa che i massoni sono stati scomunicati dal 1738 (la scomunica è stata riconfermata da Ratzinger nel 1983) e che Fabrè Palaprat, inventore dell’Osmth nel 1804, era un massone di alto rango del Grande Oriente di Francia, un’obbedienza persino atea e laica.
Ma la cosa che più stupisce è che Fluterio, come altri dell’Osmth, non sanno che la Chiesa sa che nelle organizzazioni neotemplari ci sono massoni e che l’Ordine neotemplare Osmtj, Osmth fu creato e sostenuto dalla massoneria internazionale.
Che errori, quanti errori di valutazione….
Da notare che Fluterio, come il precettore Giovanni Lettieri, ritengono che il libro di Dan Brown dia una visione distorta del loro ordine….sì, dicono proprio così, IL LORO ORDINE.
Avete mai letto che nel Codice da Vinci si parli dell’OSMTH?! Vi lanciamo questo appello cari lettori: chi trova nel Codice da Vinci un riferimento all’OSMTH,
vince un bel fiasco di vino neotemplare rivestito di paglia!
Criticano Dan Brown che ha venduto milioni di copie e non si preoccupano delle "balle" che raccontano loro stessi: queste sì che farebbero rivoltare De Molay nella tomba!

Dott. Michele Allegri