martedì 28 ottobre 2014

HALLOWEEN E I RITI TEMPLARI NELLA TOMBA ETRUSCA “BARTOCCINI” DI TARQUINIA



Cari amici, bloggers e semplici curiosi,

grazie per i vostri commenti e suggerimenti.

Avvicinandosi ormai la data del 31 ottobre, antica festa celtica di Halloween in onore dei defunti che tornano  a riappropriarsi, per una sola notte, del loro “spazio vitale” su questa terra, voglio segnalarvi una notizia molto interessante che casca a fagiolo, come si suol dire.

Dal 14 ottobre è visitabile a Tarquinia, città fondata dagli Etruschi,  in prossimità di Viterbo, la cosiddetta tomba “Bartoccini”, dal nome del sopraintendente che la scoprì nel 1959.
Situata nella necropoli dei Monterozzi, questo sepolcro, risalente al VI secolo a.C., divenne un possedimento templare intorno al 1.200 d.C.
Il tema centrale della tomba, delle sue pitture e dei suoi graffiti, è l’estrema speranza di un “ritorno dalla morte”, come ben scrive il sito del Ministero dei Beni Culturali, un leitmotiv che lega gli Etruschi ai Templari, che credevano entrambi alla potenza delle forze oscure e della magia, capaci di far tornare in vita i corpi dei defunti, proprio come accade nella già citata festa di Halloween.
Oltre alle belle decorazioni ad arazzo che si possono ammirare sul soffitto,  in questa tomba spiccano, nelle camere laterali, quelle a scacchiera, di color bianco e rosso, eseguite dai cavalieri dell’Ordine del Tempio che, in quel luogo, compivano i loro riti magici d’iniziazione.
Con buona pace delle “fralate” di Barbara Frale o delle “cerrinate” di Simonetta Cerrini, sono infatti ben visibili a tutti, esperti e non, i molti graffiti che rappresentano gli “sfrenati riti sessuali” dei Templari, come scrivono il Corriere della Sera, La Repubblica e molti altri quotidiani nazionali e locali.

La tomba “Bartoccini”, infatti, ben rappresenta quel mix di sessualità magica, sincretismo religioso e riti pagani che, come  ho ben descritto nel mio ultimo e-book, è davvero il fulcro della “religione segreta dei templari”.
Una religione totemica, praticata nei capitoli segreti dai cavalieri  ma propria di alcuni nobili clan europei franco-belgo-occitani che  fondarono e governarono l’Ordine del Tempio fin dal lontano 1118, le stesse famiglie nobiliari che  ritroveremo protagoniste anche nell’affare di Rennes-le-Château e come registe delle azioni del parroco Berenger Sauniere, nel 1891.

Con l’apertura al pubblico di questa tomba, un altro tassello alla verità storica è stato aggiunto, mentre il castello delle menzogne si sgretola sempre  di più davanti alle evidenze tangibili di ciò che non può essere smentito.
Nello studio dei fenomeni storici, gli edifici e le costruzioni, come questa tomba, sono, infatti, molto più affidabili di qualche “documentuccio” trovato nella Biblioteca Vaticana, e molto più efficaci nel testimoniare un evento, descrivere un comportamento o un’azione umana.
E non è un caso, infatti, che io abbia voluto inserire nel mio ultimo saggio la descrizione particolare di un luogo simbolo dei Templari, del quale nessuno vi aveva mai parlato.
Mi sto riferendo alla Piramide di Falicon, in terra di Francia.
Vi anticipo che proprio questo sarà l’oggetto del mio prossimo post.

Grazie a tutti e… shalom!