giovedì 13 dicembre 2012

IDENTITA’ PERDUTA…RITROVATA A BUGARACH il 21.12.2012!

Cari amici, bloggers e sostenitori,
eccomi tornato, dopo una breve parentesi.

E’ da poco passata la fatidica data del 12.12.12 oggi 13.12.12, festa di Santa Lucia, è la data in cui, invece, si svolge l’intera vicenda del mio romanzo, “Identità perduta” che, come sapete, è ambientato nel luogo dei luoghi per antonomasia, la valle dell’Aude, là dove sorgono le celebri cittadine di Rennes-le Chateau, Alet-les-Bains, Coustaussa ma soprattutto Rennes-les-Bains e la montagna di Bugarach, il Sinai degli alchimisti. A Rennes-les Bains ho bevuto le “acque bianche miracolose” che sgorgano dalle fontane del Comune in un luogo ameno che ricorda l’Arcadia di Virgilio. Ma è nel Bugarach che tutte le TV mondiali e ogni genere di appassionati si ritroveranno nella fantastica giornata del 21.12.2012, nell’attesa dell’inizio di un’Era nuova.

Il Bugarach è la montagna sacra per antonomasia, si dice che sia l’entrata verso il Regno Nascosto dove pace e sapienza tecnologica vivono in simbiosi, al di sotto del quale, raccontano le leggende del luogo, vivrebbe ancora oggi un popolo “che non invecchia mai” comandato da un re “che non invecchia mai” ossequienti entrambi “Nostra Signora”, il vero simbolo religioso di tutta la zona.

Nostra Signora, detta anche la Dama Bianca, La Splendente, La Lucente, la cui statua è possibile ammirare ancora oggi davanti alla chiesa di Notre Dame de Marceille, a mezz’ora di macchina da Bugarach.

Ed è proprio scalando quella montagna, salendo sul picco, cinto sacralmente da una perenne nebbiolina, la stessa che trovò Mosè salendo sulla vetta del Monte Sinai, che chiunque abbia smarrito la retta via, e così la propria Identità, può ritrovare entrambe in quell’Oasi di Pace. Già da quando percorrerete la strada statale D118, vi sembrerà di entrare in un’altra dimensione.

Credo che anche il premier russo Medvedev lo abbia fatto… dopo Saunière, dopo i Templari, Dante, Jacques. Dagobert Saint Clair e molti altri “Illuminati”.

Per l’occasione, mi sembra proprio il caso di dire:

“ET IN ARCADIA EGO…”

venerdì 1 giugno 2012

DIALOGO A TUTTO TONDO CON L’AUTORE DI “IDENTITA’ PERDUTA”


Diletta Conti. Ciao Michele, ho letto il tuo primo romanzo, “Identità perduta” e ci sono alcune domande che ti vorrei rivolgere. Innanzittutto l’ho trovato “saturnino”. E’ la prima volta che leggo un romanzo dove il finale capovolge, o meglio stravolge, il racconto, la storia. Confesso di essere rimasta spiazzata. Come mai hai deciso di creare un vortice psicologico nel lettore?



Michele Allegri. “Identità perduta” è un romanzo che ho scritto nell’agosto del 2005, due mesi dopo aver pubblicato il saggio “Dossier: i nuovi Templari”. Lo avevo intitolato “Il Diario Saint Clair” e con questo titolo lo avevo fatto conoscere ad alcune case editrici. Mi ricordo che la casa editrice Einaudi mi rispose per iscritto facendomi i complimenti per la capacità di maneggiare un materiale storico e dottrinale così variegato. Einaudi decise però di non pubblicarlo proprio perché il finale creava disorientamento nel lettore... era troppo forte il colpo di scena, in parole povere. Ho mantenuto quel finale che mi sembrava pertinente, approntando solo alcune modifiche che mi erano state suggerite da un agente letterario e cambiando il titolo, più appropriato rispetto a prima. Ed eccolo, sette anni dopo, pubblicato su Amazon, la più importante biblioteca e casa editrice e-book del mondo. Sono veramente contento.
Già in quel periodo, io preconizzavo che ci sarebbero stati degli sconvolgimenti storici, dei ribaltamenti epocali previsti per il 2010 in avanti, cosa che si sta verificando. Nel 2005 c’erano alcuni segni, la polarità della Terra si stava invertendo. Ho voluto catturare quello spirito di sovvertimento in atto, mostrando al lettore che ogni cosa non mai è lineare ma è curvilinea, cioè la realtà ultima, ad un certo punto, si ribalta per tornare alla situazione precedente, quella originaria, intendo.

DC. Mi ha colpito anche il fatto che “il ribaltamento”, come lo chiami tu, sia connesso nel romanzo ad una velata critica alla società moderna tanto che s’intravede una riflessione sulla questione femminile, cioè sul ruolo della donna nella società di oggi... qual è il nesso tra i due aspetti?

MA. Nel 2005, grazie al Codice da Vinci di Dan Brown, è tornato in auge il tema del femminino sacro, cioè il tema della primitiva religione degli uomini nella quale la prima divinità venerata non era quella mascolina o paterna ma quella femminina o materna. Pensiamo alla Potnia o a Iside, se ci riferiamo alla civiltà minoico-micenea oppure a quella egiziana. Quel senso di avvicinamento allo stato di Natura e ad una concezione pacifica della vita degli uomini, che era propria di quelle religioni pagane è andata persa con l’arrivo delle religioni monoteiste, che sin da subito si sono presentate come bellicose, intolleranti e maschiliste. Da quel momento la figura femminile e la sua sacralità sono state lentamente demolite, messe da parte nelle nuove società che si affacciavano sul Meditterraneo. Come risultato finale di quel processo, rapportato all’epoca moderna, si ottiene che alle donne sono stati imposti alcuni valori tipicamente maschili, adatti ad una società del consumo e della produzione. Da qui, quindi, l’esigenza di denunciare la questione di questo “snaturamento”, auspicando un ritorno alle origini… d’altra parte, come è sotto gli occhi di tutti, il 2012, l’anno dei grandi cambiamenti della storia, sta sconvolgendo ciò che sembrava essere un punto fermo... intendo dire che una certa forma di cristianesimo, il cattolicesimo, che ha comportato l’oppressione sistematica della figura femminile, è entrato in crisi, così come era stato previsto da Nostradamus o dal profeta Malachia.


DC. Ti stai riferendo al terremoto che sta sconvolgendo il Vaticano in queste ore? Si può ben parlare di “vendetta postuma dei Templari” a tuo avviso, dato che quei guerrieri tenevamo molto al culto di “Nostra Signora”? E’ un caso che il protagonista del tuo romanzo sia proprio un massone, un “figlio della Vedova” ed un discendente di una famiglia nobiliare templare, i Saint Clair, che lotta contro il Vaticano ma è contemporaneamente avversato dagli emissari di un potentissima ed oscura organizzazione segreta composta perlopiù da sacerdoti?

MA. In questi giorni lo storico medievista cattolico Franco Cardini ha dichiarato che “lo Stato Città del Vaticano non è la Chiesa” e quindi “non bisogna gridare al Cristianesimo offeso e tradito” dagli scandali che lo percorrono, dalla pedofilia al rapimento di Emanuela Orlandi passando per gli scandali finanziari dello I.O.R., impropriamente detta ”la banca del Vaticano”. Nel primo cristianesimo c’era una sufficiente considerazione delle donne, non quanto nelle religioni pagane ma le donne seguaci di Gesù avevano comunque un loro ruolo, pensiamo alla figura di Santa Maria Maddalena, che è stata la persona più vicina a Gesù. E’ nella concezione del Vaticano post Concilio di Nicea che questo ruolo della donna viene sistematicamente depresso e poi via via emarginato perché nella concezione dei padri della Chiesa si doveva cancellare ogni traccia della Divinità pagana femminile, con l’inevitabile carico di sessualità che portava con sè. I Templari che conoscevano perfettamente la vera storia del cristianesimo ma soprattutto la vera storia dell’Umanità, e i cui capi si tramandavano di generazione in generazione la custodia di una religione famigliare totemica, ad un certo punto, vengono anch’essi messi da parte da un papa che li considera pericolosi anche a causa di questa devozione particolare a Nostra Signora ma la loro “energia”, possiamo ben dire, non si è estinta con il rogo di Parigi del 1314... i Templari e il Vaticano rimangono come l’acqua e l’olio, anche perché storicamente parlando, i Templari nascono al di fuori dell’ambiente cattolico. Nel mio romanzo si può ben comprendere l’esistenza di una lotta eterna e senza quartiere tra gli eredi diretti della dottrina templare, i massoni, come li hai ben chiamati tu i “figli della Vedova” e gli antagonisti, rappresentati nel romanzo dai membri dell’Angeliques, custodi di un segreto che sconvolge i fondamenti della storia dell’Umanità.


DC. Quanto di vero e quanto di fiction c’è in questo presunto scontro.


MA. Beh, se sia in atto uno scontro in Vaticano tra fazioni diverse, una lotta per il potere, lo potrebbe dire meglio il giornalista Gianluigi Nuzzi e, se andiamo ancora più indietro nel tempo, il giornalista Mino Pecorelli, che accennava alla presenza in Vaticano di forze contrapposte, l’Opus Dei da una parte e la loggia Ecclesia dall’altra. In mezzo c’è la contesa di grandi situazioni economico-finanziarie che non stiamo qui ad elencare. Ma il mio romanzo va oltre, disegna uno scenario antico, uno scontro eterno tra bene e male in cui, alla fine, anche il lettore è disorientato, perché non sa distinguere l’odor di santità dalla puzza di zolfo… ed è quanto denunciavano i catari a proposito di forme di religiosità legate alla mondanità.

DC. Quindi anche i cavalieri templari facevano parte di questo progetto mondano all’assalto del potere e delle ricchezze del mondo... in sostanza ci vuoi dire che è una battaglia temporale, non spirituale, quella che viene combattuta dietro alle quinte e della quale sappiamo ben poco, no?

MA. Sì, certamente. La Chiesa cattolica ha sempre considerato i Templari e la Massoneria come dei concorrenti, dei rivali, perché l’Ordine del Tempio e la Massoneria hanno nel loro D.N.A. una ritualità pagana, magica, alchemica, di trasmutazione, una religiosità simile ma opposta a quella cattolica. Non è un caso che, vicendevolmente, Templari/Massoneria da una parte, Vaticano dall’altra, si siano accusati di essere in qualche modo lo strumento di forze superiori, anche negative.
Da osservatore storico ho solo voluto riproporre, in chiave certamente romanzesca, questa rivalità portando al cospetto del lettore la possibilità che sia in atto ancora una guerra, anche se “a bassa intensità”, con tanto di infiltrati e di spie nel campo avverso. Entrambe le fazioni non sono protese però a distruggere completamente l’avversario poichè, come si sa, una parte non può esistere senza l’altra, senza il suo opposto ed omologo, è una legge di Natura.
La posta, da secoli, rimane sempre il possesso di quel Graal, dispensatore di benefici materiali, di conoscenza infinita, che è storicamente concepito in ambito pagano, ma viene poi ripreso in chiave cristiana.

DC. Dove vedi, invece, un punto di contatto tra Templari/Massoneria da un parte e Vaticano dall’altra?

MA. Mi ha sempre affascinato il dogma dell’Immacolata concezione di papa Pio IX. Quel pontefice ha reso evidente ai fedeli una grande Verità che la vulgata comune confonde con la verginità di Maria ma non sono solo i fedeli a sbagliarsi, a questo proposito. Persino Eugenio Scalfari lo ha descritto come il dogma della verginità di Maria: niente di più sbagliato! Si tratta invece, a mio avviso, di una concezione prettamente esoterica che non lega più Maria alla comunità umana. Difatti quel papa vuol rendere di dominio pubblico un dogma che già le autorità ecclesiastiche di un certo livello avevano fatto proprio e cioè che Maria è nata senza peccato originale e quindi, di fatto, non fa parte della discendenza di Adamo ed Eva (in molte chiese si può trovare l’iscrizione Maria sine labe concepta, che significa proprio Maria concepita senza peccato ed è il primo verso di un’invocazione). E’ un caso che quella proclamazione sia avvenuta dopo le cosiddette apparizioni mariane? Quella di Pio IX è sicuramente una lettura tradizionale, giusta, della figura di Nostra Signora, la stessa che non potrebbe essere ignorata da un libero muratore istruito che si spogliasse dall’armamentario volteriano che troppo spesso lega il massone alla razionalità più spicciola.


DC. Quindi andrai a sentire papa Benedetto XVI a Milano il 29 maggio/3 giugno?

MA. Mi auguro che vadano a sentirlo i nuovi templari nostrani che, con i loro atteggiamenti e le loro dichiarazioni fuorvianti, sono soliti tirare per la tonaca il pontefice regnante di turno, loro che indossano indegnamente l’abito templare e che sono difatto scomunicati e quindi non possono accostarsi ai sacramenti (vedi bolla Vox in Excelso). Mi auguro altresì che vada a sentirlo la dott.ssa Barbara Frale che è inciampata nella Sindone. Per quanto riguarda me, io andrò a sentire quello che ha da dire Sua Santità il Dalai Lama a Milano il 27/28 Giugno. Chissà che non parli del re del mondo, della città sotterranea di Shambala e di Agarthi... argomenti che, come sai, sono trattati nel mio romanzo... e non a sproposito.

DC. Infatti, è un’altra questione che volevo approfondire ma prima dimmi in che cosa ha sbagliato Barbara Frale secondo te. Non parlo degli errori evidenti che riguardano il legame tra la Sindone e i Templari per i quali una parte della comunità accademica italiana l’ha bollata come visionaria e di parte; io intendo parlare di quella conferenza in Vaticano con le carte che scagionavano i Templari dall’accusa di eresia, addossando ogni responsabilità della fine dell’Ordine templare al solo re di Francia Filippo il Bello.

MA. (risata) Ma chi crede ancora in quelle frescacce? E soprattutto: chi ha dato tutto quello spazio ad una visione distorta della storia dell’Ordine? Non credo che sia stata direttamente la Frale, anche se è di parte dato che il suo datore di lavoro è l’Archivio Segreto Vaticano.
Non c’è alcun "scagionamento" dell’Ordine del Tempio da parte di papa Clemente V, sia ben inteso. Chi lo dice o lo scrive è un imbroglione! Nel tanto declamato documento di Chinon, trovato dalla Frale nell’Archivio Vaticano, c’è invece il senso di una profonda pietas cristiana del papa verso i capi dell’Ordine templare che si pentono di aver sputato sulla croce e di aver bestemmiato Gesù Cristo, come era, tra le altre cose, tradizione dell’Ordine templare. Solo a quel punto, dopo il pentimento e non prima, c’è l’atto di perdono papale del 1308 che non porta però ad una riabilitazione dei templari, perché, sempre per mano di quel papa, l’Ordine sarà soppresso in modo definitivo cinque anni più tardi.
Ed è sempre papa Clemente V a scrivere nella bolla di soppressione che re Filippo IV non si era mosso contro i Templari “per avarizia [...] nè per cupidigia” delle loro ricchezze “ma per zelo della vera fede cattolica”. Nel mio prossimo libro sui Templari affronterò questa spinosa questione della disinformazione pilotata.

DC. Bene! Torniamo al regno sotterraneo di Agarthi. Nel tuo romanzo, nell’ultima parte si legge dell’anziano ispettore Jacques D. Sant Clair che, accompagnato da un malandrino americano, Enola Snider, si dirige all’interno di un tunnel profondo che passa sotto Rennes-les-Bains, cittadina che realmente si trova nel sud della Francia, a qualche km di distanza dalla celebre Rennes-le-Chateau dell’ancora più famoso parroco Sauniere, “il curato dei miliardi”, come lo descrisse la Depeche du Midì. Cosa hai voluto dirci descrivendo la scena di discesa verso gli inferi, che l’enigma di Rennes ha origine nel fondo di quel tunnel e che la lotta di cui parli è sotterranea ed è ancora in atto? In parole povere, dove ci conduce quel tunnel e cosa occultava il parroco di Rennes?
Si tratta del segreto di Agarthi, cuore pulsante della religiosità tibetana?

MA. Cominciamo col dire che l’abate Saunière, quando era ancora in vita, è stato posto fuori dalla gerarchia ecclesiastica. Ha avuto un processo, è stato sospeso a diviniis, è trapassato senza i conforti religiosi, nonostante fosse presente al suo capezzale un sacerdote che, raccolta la sua confessione, ne rimase talmente scioccato, vorrei dire inorridito, da non dargli l’estrema unzione. Diciamo poi che molti saggisti si sono sciacquati la bocca con la figliolanza di Gesù e Maddalena, i cosiddetti Merovingi che sarebbero venuti anche a Rennes. Niente di più falso. A Rennes e nei dintorni non c’è alcuna tomba di Gesù da ritrovare. Berenger Saunière, grazie al fratello Alfred, si è trovato in mezzo ad una contesa tra i membri della sopravvissuta Compagnia del Santo Sacramento da una parte ed alcune massonerie egiziane di frangia dall’altra, compresi anche membri dell’Ordine Martinista. Questi gruppi o fazioni cercavano di recuperare un qualcosa nascosto in una zona privilegiata tra la Francia, la Spagna ed Andorra... Saunière non era pagato certamente per cantar messa né ha mai messo su un traffico di messe... doveva predisporre, invece, il setting di alcuni tipi di cerimonie tribali sacre... infatti il luogo di Rennes è sacro, sotto certi punti di vista, ma il genius loci non è certamente il Gesù di Nazareth di cui hanno parlato molti saggisti e/o romanzieri… alcune famiglie nobili europee, le stesse che avevano organizzato l’Ordine templare nel 1118, pagarono il sacerdote per costruire quella che sembra essere una chiesa ma non lo è. Si tratta infatti di un tempio pagano.
Saunière, ad un certo punto, si è spinto troppo oltre e ha finito per pagare un alto prezzo per alcuni comportamenti e voltafaccia nei confronti dei suoi finanziatori. Gli storici locali ma anche gli abitanti dei Pirenei conoscono perfettamente quella celebre leggenda sull’esistenza di un popolo troglodita, che vive in una sorta di Regno sotterraneo, simile all’Agharti tibetano, comandato da una divinità che sarebbe stata abbandonata dagli uomini di superficie, tradita in un tempo remoto. Pare che ci siano state anche strane apparizioni in alcune grotte della zona.
Da qui l’esigenza di alcuni “devoti”, se così li vogliamo chiamare, di attendere il profetico ritorno della divinità tradita, in concomitanza con l’arrivo, anzi col ritorno della nuova Età dell’Oro. Saunière ed altri come lui erano fedeli a questa concezione e credevano fermamente in quello che facevano, anche se per noi potrebbe essere solo una leggenda o una fantasia popolare. Nel mio romanzo leggenda, fantasia e Verità si compenetrano, quasi in maniera naturale…

DC. Quindi... a chi consigli la lettura del tuo e-book?

MA. A tutti, indistintamente, partendo dai giovani e dalle donne che sono affascinati da mitologie antiche e hanno sete di Verità.


DC. Anche ai nuovi Templari di casa nostra consigli la lettura?


MA. (risata) E perché no? Lo consiglio a Stanlio Stelio, a Navarrone, a Salvatori (con i due lumini in mano), ad Asmodeo di Napoli, allo sfortunato Cavaliere del Santo Sepolto del Salento e a qualsiasi altro “bonzo neotemplare” che vorrà togliersi per l’occasione il vestito di carnevale per mettersi finalmente l’abito della persona seria, aperta al dialogo e al sereno confronto. Ringrazio sentitamente per l’intervista e per questa opportunità.


mercoledì 4 gennaio 2012

“IDENTITA’ PERDUTA”… LETTORI (BEN) RITROVATI PER L’EPIFANIA!









Cari amici, bloggers e semplici curiosi,

tra i tanti regalini che la Befana vi porterà nella calza, troverete anche il mio primo romanzo, Identità Perduta, pubblicato in formato e-book per il colosso mondiale Amazon, il più grande store on-line di libri.

Gli e-books di Amazon, inclusi i miei ovviamente, si possono leggere su Kindle, iPad, iPhone e Android, Mac e Pc e si possono facilmente acquistare e scaricare dal sito
http://www.amazon.it/ , la nuovissima piattaforma di Amazon creata per i lettori nazionali, interamente in italiano.

Il link con cui potete facilmente raggiungere Identità perduta è il seguente:

http://www.amazon.it/Identit%C3%A0-perduta-ebook/dp/B006T6F6JO/ref=sr_1_2?s=books&ie=UTF8&qid=1325667018&sr=1-2






Come potrete constatare, c’è un altro aspetto interessante in quest’iniziativa: il prezzo!
Potrete infatti acquistare Identità perduta a soli € 5,41.

Gli e-books sono eco-logici (niente più spreco di carta per la stampa!), eco-nomici (in tempi di crisi, abbattono di molto il prezzo di copertina!), non occupano spazio fisico in casa o in borsa (pensate a quante centinaia di libri potete portarvi dietro solo con un e-book reader!), il carattere può essere ingrandito o rimpicciolito a vostro piacimento (niente più caratteri microscopici che fanno “strizzare gli occhi”!). E questi sono solo alcuni dei principali vantaggi che il nuovo formato del libro digitale offre ai lettori!

Ma ora veniamo al contenuto del romanzo!
Per darvi un’anticipazione della trama e del tenore di questo mio romanzo, vi riporto il primo commento ricevuto dallo staff editoriale:

“Si tratta di un romanzo breve, di un thriller, ancor meglio, di un eso-thriller, che conduce il lettore in un labirinto di emozioni dove tutto è possibile, anche perdere la propria identità. Un rompicapo investigativo scandito dal battito di un orologio che, dall’inizio alla fine, ricorda che tutto è curvilineo, tanto la realtà quanto la fantasia. Trovare la pista giusta per risolvere “il grande mistero” della morte del curato Roudard, chiuso tra le pagine di un vecchio ed ingiallito diario personale, non sembra una questione molto semplice per l’anziano ex ispettore di polizia, Jacques D. Saint-Clair, che decide di trascorrere l’ultima parte della sua vita nel castello di Girnigoe, nei pressi di Edimburgo. Con una progressione lenta ma inesorabile, si apre al lettore uno scenario a dir poco strano: a far da sfondo all’esecrabile omicidio del sacerdote, c’è una lotta spietata e senza confini tra organizzazioni di potere di antica data che portano in campo personaggi di dubbia moralità e fama, tutti protesi a ricercare un tesoro, un incredibile Graal sepolto da qualche parte in una zona del sud della Francia, meglio conosciuta come la “Terra dei morti”. Scoprire dove è collocato quel tesoro sembra essere l’unica soluzione per capire quale sia stato il movente di quell’omicidio: ma è proprio così?
La ricerca è veloce, non fa riflettere, è ansiogena fino alla paranoia. Tutti i protagonisti sembrano legati tra di loro da particolari affinità e tutti fanno doppi e tripli giochi, tanto da domandarsi chi sta con chi e chi sta mentendo. Forse tutti mentono o forse tutti dicono la Verità. Solo il finale del romanzo, allo scoccare dell’ultimo secondo di questa frettolosa ricerca, rimette le cose al loro giusto posto. Solo in quel momento si sentirà un urlo di disperazione per una tragica consapevolezza che lascerà al lettore l’amaro in bocca”.


Che dire di più? La sorpresa è d’obbligo per tutti voi!





Aggiungo solo che in questo romanzo ha un ruolo importante il famoso e misterioso Picco di Bugarach...





Dimenticavo! Un unico consiglio: quando leggerete Identità Perduta, non fatelo di sera e se, malauguratamente, doveste farlo… lasciate la luce accesa!

Michele Allegri