Care/i
amiche/i, bloggers e semplici curiose/i,
nel 1978, nella
provincia di Al Minya, in Egitto, è stato ritrovato un papiro ritenuto
scomparso da 1.700 anni, poi restaurato nel 2001. Scritto in lingua sahidica,
un dialetto copto, intorno al 280 d.C., è la copia dell’originale Vangelo di
Giuda, scritto in greco nel 150 d.C., del quale parla il vescovo di Lione
Ireneo nel libro Contro le eresie: confutazione e smascheramento della falsa
gnosi, scritto nel 180 d.C.
Lo
gnosticismo era un vasto movimento popolare che, tra il 100 e il 130 d.C., era
diventato una florida corrente del nascente cristianesimo, osteggiata
fortemente dai membri della corrente ortodossa, tra i quali, appunto, il
vescovo gallico Ireneo. Gli ortodossi, infatti, non ammettevano la lettura di
tutta una serie di libri di contenuto gnostico perché, secondo loro, davano una
visione distorta della figura di Gesù, diversa da quella presentata dai 4
Vangeli canonici, scritti da Marco, Matteo, Luca e Giovanni, tra i 35 e i 65
anni dopo la crocifissione di Gesù.
Per questo
motivo, il Vangelo di Tommaso e Pietro, il Vangelo di Maria Maddalena, il
Vangelo di Verità, il Vangelo di Filippo, il Libro segreto di Giovanni, la
Prima Apocalisse di Giacomo, la Lettera di Pietro e Filippo e soprattutto il
Vangelo di Giuda, furono bollati come eretici e pericolosi per la diffusione
della “vera fede”. Inoltre il pensiero filosofico-religioso gnostico metteva in
crisi la struttura gerarchica e organizzativa che gli ortodossi stavano
lentamente costruendo nel 200 d.C.
Molti erano,
infatti, gli elementi dottrinali che dividevano la corrente gnostica da quella
ortodossa. Innanzitutto, gli gnostici ritenevano che si potesse arrivare alla
salvezza solo attraverso un processo conoscitivo e non certamente attraverso un
atto di cieca fede verso Gesù né tantomeno a seguito di buone opere. In secondo
luogo, ritenevano che Gesù fosse un Maestro illuminato, una scintilla divina proveniente
dal regno immortale e spirituale di Barbelo, venuto sulla Terra non per
redimere i peccati del mondo e degli uomini ma per rivelare la Verità, smascherando
le false credenze, e per svegliare le coscienze di quelle anime che erano
cadute nella prigione della materia corporea. Inoltre, per gli gnostici, Gesù non
era affatto il figlio del Dio-creatore vetero-testamentario che loro
consideravano un dio inferiore, un Demiurgo che aveva creato un’illusione, la
materia imperfetta e mortale, specchio capovolto e imbruttito del vero regno
divino.
Nel Vangelo
di Giuda, in particolare, Gesù ride dei dodici apostoli perché non conoscono il
vero Dio trascendente ma continuano a pregare il Demiurgo, “la disastrosa
divinità” che, caduta dal regno divino, creò la materia, l’universo e l’uomo,
come raccontato nella Bibbia. Giuda,
invece, dimostra a Gesù di essere ferrato sulla conoscenza del regno immortale
di Barbelo e, per questo motivo, Gesù decide di confidare a lui solo alcuni
segreti, ritenendolo l’unico apostolo in grado capire la Verità. In più, Gesù affida
al suo discepolo prediletto una missione sacra ma pericolosa, quella di
tradirlo, col fine di liberarlo dalla prigione del corpo. In questo Vangelo,
Gesù, infatti, usa queste parole nei confronti di Giuda:
“Tu sarai al
di sopra di tutti loro. Perché tu sacrificherai l’uomo che mi riveste”.
Per questo
motivo, Gesù gli confida che gli altri undici apostoli lo sostituiranno con
Mattia, lo odieranno e il mondo intero lo calunnierà ingiustamente ma una nube
luminosa lo porterà via verso il regno immortale di Barbelo, sottraendolo alle
grinfie degli uomini malvagi.
Il Vangelo
di Giuda è, quindi, un vangelo gnostico di grande importanza che spiega “in
maniera dettagliata come si sia originato il nostro malvagio mondo materiale” e
come sia accaduto che le anime della generazione dei discendenti di Seth, il
terzo figlio di Adamo ed Eva, sia rimasta imprigionata nei corpi materiali,
costruiti col fango da El, il Signore e Creatore, coadiuvato in questo dai suoi
due fedeli arconti e assistenti, Yaldaboath e Saklas. Il Vero Dio è, invece,
una mente divina, situata al di fuori dell’universo fisico, che non si è mai
rivelata o incarnata né ha a cuore le vicende di questo mondo, poiché “è priva
di aspetti o qualità materiali”. Gesù
rivela a Giuda che la maggior parte degli uomini e delle donne, compresi tutti
gli esseri viventi creati dal demiurgo El, sono fatti di corpo e di spirito e
che periranno in maniera definitiva quando sarà scoccata la loro ora, in quanto
privi di anima. Coloro che, invece, posseggono anche l’anima, non dovranno mai abbracciare
il mondo e il suo creatore che li ha intrappolati “in questo capriccioso reame
di materia” ma devono sapere che una volta morti, potranno tornare trionfanti
nel regno divino dal quale provengono. Proprio per questo motivo, come si è
detto, Giuda riceve da Gesù il comando di aiutarlo a liberare l’anima divina
dal corpo che lo avvolge, attraverso il celebre tradimento.
Il Vangelo
di Giuda si conclude così, senza il processo e la crocifissione di Gesù ma con
la glorificazione del “tredicesimo apostolo” che, per il suo atto, viene
portato via da una nube celeste e luminosa.
Per
approfondire, vi consiglio il libro “Il Vangelo di Giuda”. Testo integrale
pubblicato da National Geographic.
Buona
lettura!
Michele
Allegri (email
templarcenter@libero.it).