Cari amici, bloggers e semplici curiosi,
il 18 marzo è una ricorrenza storica
importante perché segnò la fine dell’Ordine del Tempio.
Sono trascorsi 700 anni dal rogo di Parigi nel
quale il Maestro Jacques De Molay, bruciato come eretico impenitente, maledisse
i suoi carnefici, papa Clemente V e re Filippo IV il Bello, entrambi morti in “circostanze
misteriose” non molto tempo dopo…
Quale migliore occasione, allora, per
ripercorrere le tappe salienti della vita dell’Ordine templare, presentando il
mio ultimo libro “La Religione Segreta dei Templari” nella splendida cornice
dello Sporting Club di Monza, come ospite del “Lions Club” della città?
Una partecipazione sentita, con più di 60
persone tra donne e uomini affascinati da questo frammento della storia
medievale.
Molte domande, pubblico attento alla
spiegazione, pronto ad accogliere e capire le tante mistificazioni messe in
campo nelle ricostruzioni storiche dei Templari degli ultimi anni.
Una per tutte la grandissima “balla”
dell’indebitamento del re francese Filippo il Bello che si sarebbe mosso contro
i Templari per avidità.
Niente di più falso. A testimoniarlo la mia
lettura di un documento importantissimo, la Bolla papale “Vox in Excelso” nella
quale il pontefice Clemente V indica chiaramente quali sono i veri motivi
dell’intraprendenza del re di Francia, cioè “l’eccesso di zelo” nel difendere
la religione cattolica dalla pericolosità dell’eresia templare.
Durante la serata ho appunto evidenziato il
fulcro di quest’eresia, che non è il
classico discostamento dalla religione cattolica bensì un antico retaggio
pagano proprio delle famiglie nobili che hanno composto i quadri alti
dell’Ordine con le loro “mitiche” parentele di “sangue blu”.
Due esempi: la famiglia Blanchefort, che dette
un Gran Maestro all’Ordine, imparentata con la famiglia Lusignano, i re di
Gerusalemme, che ci riportano nei domini templari della valle dell’Aude (Valle
dell’Ade, il regno dei morti) là dove l’Ordine aveva un 1/3 dei propri
possedimenti immobiliari.
Famiglie la cui legittimità si basava su
genealogie “interessanti”, la discendenza, per esempio, da un mitico progenitore
che, nel caso della famiglia Lusignano, era la sirena Melusina (Mère Lusine).
Esponenti di quella famiglia patrizia del “re perduto”
o Grande Monarca (ma nascosto da qualche parte) che è stata cantata, sotto
forma allegorica, nel ciclo della letteratura del Graal, i Lusignano furono
messi all’Inferno, nella Divina Commedia, proprio dal sommo poeta Dante.
Persone blasonate, definite come esponenti
della razza favolosa, con evidenti deformazioni fisiche ma con capacità
semi-divine, taumaturgiche e magiche, condivisero con i Merovingi,
l’appartenenza alla grande famiglia europea dei “Rex Deus” che ha avuto una
parte centrale nel periodo delle Crociate e nella formazione dei Regni
d’Oltremare (Regno Latino, Contea di Edessa, Contea di Tripoli e di Antiochia).
La loro religione di famiglia è stata tramandata
anche all’interno dell’Ordine del Tempio ed è conosciuta da noi solo in parte, grazie
alla lettura dei verbali della Santa Inquisizione. Si tratta di una religione totemica,
a metà tra il soprannaturale e l’umano, nella quale giocano un ruolo
fondamentale la magia e l’adorazione della testa dell’Avo.
Nel caso dei Merovingi inoltre, il padre
mitico di Meroveo, come racconta la leggenda, è un “mostro marino”, il
Quinotauro, che seduce e violenta la Regina Clodione. Il sangue del Quinotauro
e dei suoi discendenti veniva ritenuto capace di salvare le vite degli esseri
umani, di rimarginare le loro ferite, di far scomparire i loro malanni, ed
infine di dare l’eterna giovinezza dopo la pratica di taluni rituali magici .
Dato ciò e detto ciò, i Merovingi, così come i Lusignano o i Blanchefort nulla
hanno a che vedere con la discendenza di Gesù e Maddalena…
E’ provato che i Papi conoscevano l’esistenza
di questa particolare nobiltà, così come la conoscevano quei regnanti, come
Filippo il Bello, che erano devoti alla religione cristiana. Essendo questi
acerrimi nemici e rivali di quella “razza favolosa” di nobili, quella del fuoco
e della sapienza, delle arti divinatorie e magiche, quella della celebre
maledizione templare di Jacques De Molay e della difesa strenua dell’indipendenza
dell’Occitania dalle grinfie papali, decisero, dopo la sconfitta di San
Giovanni d’Acri del 1291, di eliminare uno dei suoi bracci più armati e più
ricchi, l’Ordine del Tempio, appunto… ma ci riuscirono solo in parte…
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