Cari amici, bloggers
e semplici curiosi,
come ho scritto nel
mio ultimo libro “Non abbiate paura! Non si può soffocare la Verità con la
forza, figuriamoci con la menzogna!”.
E così, di conferenza
in conferenza, ripeto questo mio slogan alle centinaia di persone che
partecipano alla presentazione del libro “La Religione Segreta dei Templari”,
in occasione dei 700 anni dalla fine dell’Ordine del Tempio, un tour de force che mi porta in giro per
lo Stivale.
Nell’ultima
conferenza “rotariana”, poi, ho avuto modo di sfatare altre due menzogne, o meglio
balle, che vengono propagandate come Verità da scrittori di parte o da
dipendenti d’Oltretevere, senza alcun ritegno per chi li ascolta o li legge.
La prima cosa che uno
scrittore deve fare, infatti, è quella di avere una grande considerazione dei
propri lettori e, nel caso di conferenze a tema, dei propri ascoltatori che, in
democrazia, non devono essere mai indottrinati ma considerati libere persone a
cui si devono offrire tutti gli strumenti utili a comprendere la Verità
storica, che non è la Verità degli storici-accademici, tanto per capirci.
Questi ultimi, come
si sa, sono l’espressione massima della Burocrazia del pensiero e della
politica servile e asservita alla convenienza di parte, seppur con alcune
rinomate eccezioni, badate bene.
Per esempio ho
apprezzato profondamente il prof. Luciano Canfora e il prof. Nicolotti quando
hanno demolito, con le giuste argomentazioni e con dovizia di particolari, le
ricostruzioni pseudo-storiche e pseudo-scientifiche di chi, tirando a campare,
s’inventava che i Templari adorassero la Sindone e non Bafometto.
E vengo alle due
grosse “balle” che, nella Conferenza di qualche giorno fa, ho “rottamato”
grazie anche all’ausilio di un pubblico particolarmente erudito.
1. Si dice
erroneamente, anzi si propaganda che papa Clemente V fosse ostaggio del re
francese Filippo IV il Bello perché aveva stabilito la sua residenza ad
Avignone.
Una grossa balla
ovviamente!
Infatti, Avignone non
faceva parte del Regno di Francia ma, dal 1271, era una contea indipendente
controllata per metà dalla famiglia degli Angiò e per metà, la parte orientale,
dagli stessi pontefici, i quali attuavano il pieno dominio anche su tutto il
Contado Venassino che comprende appunto la citta di Avignone. Già dal 1229,
comunque, i pontefici di Roma “godevano la signoria del territorio abbracciante
Avignone dalla parte d’Oriente, il Contado Venassino”, come recita l’Enciclopedia Treccani.
Avignone aveva preso
parte, come altre città della Linguadoca, alla guerra contro gli invasori
“papisti”, abbracciando l’eresia catara, tanto che fu scomunicata nel 1226.
Com’è storicamente provato
poi, i Templari non presero parte alla Crociata contro gli Albigesi perché
consideravano giuste le critiche mosse da questi “eretici” contro il soglio
pontificio e la religione cattolica che avrebbero dovuto proteggere.
2. Si dice
erroneamente, anzi si propaganda, che l’ultimo Maestro dell’Ordine del Tempio,
Jacques De Molay, avesse confessato di aver commesso gesti blasfemi contro la
Croce, come il celebre sputo, dopo essere stato torturato per benino.
Un’altra grossa
balla, ovviamente!
Nel tanto sbandierato
(a vanvera) Documento o Pergamena di Chinon del 1308 si può leggere a proposito
degli interrogatori subiti da De Molay:
“Interrogato se avesse confessato le cose appena dette su richiesta, per
denaro, gratitudine, simpatia, paura o odio o istigazione di qualcuno ovvero
per paura della tortura, disse di no. Interrogato se dopo che fu arrestato gli
fossero state poste domande o fosse stato torturato, disse no”.
Avete letto? E’
scandaloso, quindi, scrivere ancora che De Molay, arrestato nel 1307, fosse
stato malmenato o torturato a dovere. La realtà storica e documentale è ben
altra, nel suo caso: Jacques De Molay rese confessioni spontanee circa gli atti
di blasfemia che lui e tutti i fratelli avevano commesso nei Capitoli o durante
le investiture. Ancora più grave per la Chiesa del tempo e per Clemente V fu il comportamento dei cavalieri templari
che, mentre sputavano ritualmente sulla croce, non credendo nella figura di
Gesù ed adorando, invece, un idolo chiamato Bafomett, si fregiavano del titolo
di “monaci”.
Una grande beffa,
ovviamente!
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