mercoledì 12 ottobre 2016

13 OTTOBRE 1307: I TEMPLARI VENGONO ARRESTATI A CAUSA DELLA LORO ERESIA

                   

                                                       

                                                                             




Cari amici, bloggers e semplici curiosi,

siamo nel consueto anniversario dell’arresto dei monaci-templari, con l’accusa, come si legge nel mandato del re cristianissimo Re Filippo IV° il Bello, “ di eresia, per aver abbondonato Dio, loro Creatore, per fare sacrifici ai demoni invece che a Lui  ”.
A dar manforte a questo pesante atto di accusa, sono tre personaggi francesi, l’ex templare, espulso dall’Ordine, Esquien de Floyran, il templare toscano Noffo Dei e Guglielmo de Plaisians, un funzionario di Stato che disse di essere a conoscenza di atroci crimini perpetrati dai Templari.
Ad essi si aggiunsero altri cavalieri e sergenti dell’Ordine che parlarono di Capitoli segreti in cui riti di magia nera ed eresia si mischiavano tra loro in un turbinio di sfrenati riti sessuali tra i fratelli dell’Ordine ma non solo.
Si faceva apertamente riferimento al "rito dello sputo sulla Croce”,  al rinnegamento della figura di Gesù come Salvatore, alle pratiche idolatriche nei confronti di una “testa di morto” chiamata, talvolta, con l’enigmatico nome di Bafomett.
Come era uso in quei tempi, la Santa Inquisizione, guidata in quel periodo in Francia dal domenicano Imbert,  volle utilizzare la tortura nei confronti degli arrestati, ammessa per quei tipi di reati, al fine di scavare a fondo sulla veridicità delle tante testimonianza spontanee che c’erano state prima dell’arresto.
54 cavalieri Templari catturati dai soldati del re francese furono così sottoposti a tortura. Alcuni confessarono, altri non resistettero al dolore fisico e morirono. Alla maggior parte di coloro che confessarono le loro "colpe" e la loro apostasia fu poi risparmiata la vita anche se furono costretti ad una grave umiliazione davanti ai loro giudici ecclesiastici, cioè il taglio della barba e la rinuncia perpetua ad indossare il mantello con la “croce patente”.
Non ci furono distinzioni negli arresti effettuati in tutte le case e  le magioni dell’Ordine in terra di Francia. La stessa sorte, infatti, fu riservata sia ai nobili membri dell’Ordine, come De Molay, De Gonneville, De Charnay, quanto ai più umili dei fratelli.
Caddero così nella rete del re francese il Maestro dell’Ordine, i Precettori di Normandia, Aquitania, e di Cipro assieme al tesoriere del regno di Francia.
I teologi dell’Università di Parigi riconobbero legittimo e giusto il blitz dell’arresto, data l’urgenza di porre fine ad un diffuso caso d’ idolatria pagana  e di apostasia tra  le file di quei monaci-guerrieri.
Papa Clemente V° che in uno primo momento sembrava non dare troppo peso alle accuse, divenne in seguito pieno sostenitore di questa linea dura attraverso l’emanazione di una serie di Bolle che ordinavano gli arresti e gli interrogatori, l’invito perentorio a tutti i sovrani cristiani di procedere nella stessa direzione agli arresti di massa dei Templari, il sequestro dei Beni dell’Ordine.
Nei registri della polizia segreta di Filippo IV°, tra i Beni sequestrati compaiono alcune “teste”. Una in particolare, in argento, trovata nel Tempio di Parigi, nel quartier generale, conteneva alcune ossa avvolte in due piccoli drappi di coloro rosso e bianco, i colori dell’Ordine.
Secondo i racconti di molti fratelli Templari, “le teste facevano fiorire gli alberi e germogliare la Terra..e in quelle e solo in quelle, per i fratelli dell’Ordine, c’era la vera Salvezza…


                                                               

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