Cari amici, bloggers e semplici curiosi,
siamo nel
consueto anniversario dell’arresto dei monaci-templari, con l’accusa, come si
legge nel mandato del re cristianissimo Re Filippo IV° il Bello, “ di eresia, per aver abbondonato Dio, loro
Creatore, per fare sacrifici ai demoni invece che a Lui ”.
A dar
manforte a questo pesante atto di accusa, sono tre personaggi francesi, l’ex
templare, espulso dall’Ordine, Esquien de Floyran, il templare toscano Noffo
Dei e Guglielmo de Plaisians, un funzionario di Stato che disse di essere a
conoscenza di atroci crimini perpetrati dai Templari.
Ad essi si
aggiunsero altri cavalieri e sergenti dell’Ordine che parlarono di Capitoli segreti in cui riti di magia nera ed eresia si mischiavano tra loro in un
turbinio di sfrenati riti sessuali tra i fratelli dell’Ordine ma non solo.
Si faceva apertamente riferimento al "rito dello sputo sulla Croce”, al rinnegamento della figura di Gesù come
Salvatore, alle pratiche idolatriche nei confronti di una “testa di morto”
chiamata, talvolta, con l’enigmatico nome di Bafomett.
Come era uso
in quei tempi, la Santa Inquisizione, guidata in quel periodo in Francia dal
domenicano Imbert, volle utilizzare la
tortura nei confronti degli arrestati, ammessa per quei tipi di reati, al fine di scavare a fondo sulla
veridicità delle tante testimonianza spontanee che c’erano state prima
dell’arresto.
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cavalieri Templari catturati dai soldati del re francese furono così sottoposti a tortura.
Alcuni confessarono, altri non resistettero al dolore fisico e morirono. Alla
maggior parte di coloro che confessarono le loro "colpe" e la loro apostasia fu poi risparmiata la
vita anche se furono costretti ad una grave umiliazione davanti ai loro giudici
ecclesiastici, cioè il taglio della barba e la rinuncia perpetua ad indossare
il mantello con la “croce patente”.
Non ci
furono distinzioni negli arresti effettuati in tutte le case e le magioni dell’Ordine in terra di Francia. La stessa sorte, infatti, fu riservata sia ai nobili membri dell’Ordine, come De
Molay, De Gonneville, De Charnay, quanto ai più umili dei fratelli.
Caddero
così nella rete del re francese il Maestro dell’Ordine, i Precettori di
Normandia, Aquitania, e di Cipro assieme al tesoriere del regno di Francia.
I teologi
dell’Università di Parigi riconobbero legittimo e giusto il blitz dell’arresto,
data l’urgenza di porre fine ad un diffuso caso d’ idolatria pagana e di apostasia tra le file di quei monaci-guerrieri.
Papa
Clemente V° che in uno primo momento sembrava non dare troppo peso alle accuse,
divenne in seguito pieno sostenitore di questa linea dura attraverso
l’emanazione di una serie di Bolle che ordinavano gli arresti e gli
interrogatori, l’invito perentorio a tutti i sovrani cristiani di procedere
nella stessa direzione agli arresti di massa dei Templari, il sequestro dei
Beni dell’Ordine.
Nei
registri della polizia segreta di Filippo IV°, tra i Beni sequestrati compaiono
alcune “teste”. Una in particolare, in argento, trovata nel Tempio di Parigi,
nel quartier generale, conteneva alcune ossa avvolte in due piccoli drappi di
coloro rosso e bianco, i colori dell’Ordine.
Secondo i
racconti di molti fratelli Templari, “le
teste facevano fiorire gli alberi e germogliare la Terra..e in quelle e solo in
quelle, per i fratelli dell’Ordine, c’era la vera Salvezza…”
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