Statua del Bafometto templare di Detroit (USA)
Care/i
amiche/i, bloggers e semplici curiose/i,
l’adorazione
del Bafometto e l’idolatria della testa magica hanno costituito uno dei
maggiori capi d’imputazione dei processi contro i Templari. Nei verbali della
Santa Inquisizione francese non sempre risulta che la testa magica adorata dai
cavalieri durante l’iniziazione fosse il celebre Bafometto. In una deposizione,
infatti, il sergente templare della Linguadoca Gaucerant de Montpezat affermò
di aver adorato durante l’iniziazione una “immagine baffometica” e non una
testa.
A differenza
di molti strampalati storici e divulgatori moderni, a nessun inquisitore del
tempo venne in mente che Bafomet poteva corrispondere al nome storpiato di
Maohomet, il fondatore e profeta dell’Islam. Infatti come era ben noto ai
cristiani medievali, la testa di Maometto o la sua immagine non erano certo
oggetto di culto da parte dei mussulmani. Non le cingevano quindi con
cordicelle, come facevano i Templari, né le ritenevano capace di “salvarli”,
“di renderli ricchi e potenti”, “di far fiorire gli alberi”, tutte espressioni
usate dai cavalieri del Tempio e riportate nei verbali degli interrogatori dal
1307 al 1310. Se gli inquisitori domenicani avessero pensato che il nome di
Bafomet potesse corrispondere a quello di Mahomet, avrebbero certamente
formulato un capo di accusa di questo tipo, affermando che questa Santa Milizia
cristiana si era convertita all’Islam, ma non lo fecero.
C’è da dire
inoltre che le teste magiche avevano una loro importanza all’interno dei
contesti delle pratiche magico-negromantiche medievali. Ricordiamo per esempio
il “Racconto di Sidone”, riportato nel post precedente: una testa magica nasce
dal rapporto erotico-necrofilo tra un nobile cavaliere templare ed una ragazza
armena morta. Oppure la celebre testa parlante posseduta dal papa Silvestro II
che poteva rispondere alle domande o rendere oracoli, come riportato dallo
storico anglo-normanno Guglielmo di Malmesbury nel XII secolo.
Per inciso,
papa Silvestro II fu il primo pontefice francese della Chiesa cattolica e
governò dal 999 fino al 1003. Dopo la sua morte, su di lui circolava una
leggenda nera: lo si riteneva un negromante che conversava con i dèmoni da lui
invocati in certe notti dell’anno. Si diceva che la sua lapide trasudasse acqua
e che dal suo sepolcro venisse uno strano rumore di scricchiolii di ossa.
A far luce
sul significato del Bafometto templare esiste un documento storico rilevante,
scritto da Ricaut Bonomel, un trovatore, un poeta cristiano della Linguadoca,
sostenitore dei cavalieri della croce patente e delle forze crociate in generale.
Il poema dal
titolo “Ira et dolor”, scritto nel 1265, dopo la conquista del castello
templare di Arsuf da parte delle forze turco-mussulmane, riassume la sfiducia
di questo poeta cristiano davanti alle tante sconfitte dei templari e dei
crociati in Terra Santa. In esso si fa riferimento al fatto che Dio, Gesù e il
simbolo della Croce hanno abbandonato i crociati e che Bafometto,
inteso come il Re del Mondo, appoggia con la sua forza i
vincitori mussulmani.
il libro "il re del mondo" di R.Guenon
Nella
concezione religiosa dei cristiani-albigesi della Linguadoca, là dove nacque la
poesia trobadorica, il “re del mondo” era il creatore della materia e dei corpi.
In pratica, il dio maligno. Secondo la visione dualista dei catari albigesi, il
“re del mondo”, creatore della materia, aveva una sua potenza e forza. Per i
cristiani catari, il Dio dell’amore e dello spirito non si interessava
minimamente delle vicende umane ma solo delle anime e delle cose spirituali.
Inoltre i catari disprezzavano il simbolo del crocifisso, visto come emblema di
del dio del male e come strumento di morte.
A causa di
questo pensiero dualista, che aveva fatto breccia tra le popolazioni occitane,
e della forte contestazione della chiesa albigese nei confronti di quella di
Roma, papa Innocenzo III indusse una crociata tra il 1209 e il 1229 con
l’ausilio dei principali sovrani e nobili europei.
cartina della Linguadoca,la terra dei Catari-Albigesi
Ma ecco la
traduzione del testo del poema “Ira et dolor”:
Ira e
dolore hanno preso dimora nel mio cuore al punto che oso appena restare in
vita. Giacché si avvilisce la Croce che abbiamo preso in onore di Colui che fu
crocifisso. Né la Croce né la legge valgono più nulla per noi. Non ci
proteggono più contro i turchi felloni, che Dio li maledica! Ma pare, a
quanto sembra, che Dio voglia sostenerli per la nostra sconfitta. Prima
hanno preso Cesarea e poi preso d’assalto il castello di Arsur. Ahi, Signore
Dio, dove sono andati i sergenti e i borghesi che erano sugli spalti di Arsur?
Ahimè il Regno d’Oriente è così tanto in declino che, a dire il vero, non
riuscirà più a rialzarsi. Non crediate che la Siria se ne dolga, perché ha
giurato e dichiarato che, se potrà, nessun cristiano resterà nella contrada.
Della chiesa di Santa Maria si farà bafomeria, e poiché suo Figlio, che
dovrebbe provarne dolore, si compiace di questo furto, siamo costretti a
compiacercene con lui. È folle colui che vuole combattere i turchi perché Gesù
Cristo non è più ostile a loro. Hanno vinto, vinceranno, questo mi
pesa, francesi e tartari, armeni e persiani. Sanno che ogni giorno ci
affliggeranno un po’ di più perché Dio, che un tempo vegliava, dorme e Bafometto
risplende di potenza e fa risplendere il Sultano d’Egitto. Il
papa largheggia in perdoni con i francesi ed in provenzali che lo aiutano
contro i tedeschi, e dimostra una grande brama perché la nostra Croce non vale
più nulla e, chi vuole, lascia la Crociata per tornare in Lombardia…
rappresentazione della sconfitta militare dei Templari
Come si può
intuire, i Templari, come questo letterato, nella loro visione superstiziosa,
avevano in gran considerazione il Bafometto e temevano la sua forza. I Templari
quindi cercavano di portarlo dalla loro parte. Così, infatti, facevano nei loro
Capitoli segreti, adorando il Bafometto, prostrandosi davanti alla sua
immagine terrena, considerandolo il vero ed unico salvatore capace di concedere
gloria, potenza e ricchezza all’Ordine.
Un caro
saluto dal vostro Michele Allegri
Nessun commento:
Posta un commento