sabato 26 dicembre 2020

26 dicembre: Santo Stefano o festa di Jug?

 Oggi, 26 dicembre, giorno di Santo Stefano per i Cristiani, un tempo, nel Nord Europa pagano era la festa del dio Jug. Le confraternite di artigiani erano solite in questo giorno organizzare dei banchetti in onore di questa divinità durante i quali venivano evocati gli spiriti dei morti.






Qua sopra la grande Statua del Bafometto templare di Detroit (USA) e sotto un mio articolo sull'Ordine che potete leggere in questo giorno di Festa


https://trucioli.it/2020/11/19/i-templari-e-la-storia-processi-e-allucinanti-confessioni-il-segreto-delle-societa-iniziatiche-quel-bambino-cotto-ed-arrostito-da-idolo-il-bacio-del-culo/

venerdì 25 dicembre 2020

Buon Natale 2020!

 


BUON NATALE A TUTTI VOI!

Con affetto,

il vostro Michele Allegri

venerdì 18 dicembre 2020

CONFERENZA SUI TEMPLARI

 

Cari amici, bloggers e semplici curiosi,

ieri sera ho partecipato alla conferenza organizzata dal Centro Studi Giancarlo Barbadoro sul tema "Templari: mito ed età moderna". E' stato un'occasione importante per parlare di Storia, mito e leggende dei cavalieri e per parlare delle importanti novità contenute nel mio saggio "La Religione segreta dei Templari".



Il mio primo saggio sull'argomento "Dossier: i nuovi Templari", il libro che ha tracciato la strada per molti, è conservato ed è consultabile presso la prestigiosa Biblioteca dell'Università americana di Harvard.

https://hollis.harvard.edu/primo-explore/fulldisplay?docid=01HVD_ALMA212094204650003941&context=L&vid=HVD2&lang=en_US&search_scope=everything&adaptor=Local%20Search%20Engine&tab=everything&query=any,contains,dossier:%20i%20nuovi%20templari&offset=0

Colgo l'occasione per augurare a tutti voi che mi seguite Buone Feste

Vi abbraccio tutti

Michele Allegri

giovedì 17 dicembre 2020

I RITI D'INIZIAZIONE TEMPLARE: MAGICI, TOTEMICI E SESSUALI

                                                                                


Cari amici, bloggers e semplici curiosi,

possiamo ben dire che l’affaire dei Templari s’inneschi dopo le delazioni di due cavalieri, il toscano Noffo Dei e il francese Esquin de Floryan. Sono loro, con le loro confessioni spontanee, a far muovere il massiccio impiego di forze contro l’Ordine in Francia. Entrambi, nelle loro deposizioni, fanno riferimento a strani riti eretici ed anticristiani, a pratiche idolatriche e totemiche svolte dai fratelli templari anziani in certe sere dell’anno e durante le iniziazioni dei novizi. I due parlano anche di riti sessuali orgiastici.

Per sgomberare il campo dalle ricostruzioni edulcorate sull’Ordine, o di parte, e a dar manforte alle dichiarazioni appena citate, esiste un sito archeologico visitabile, ora patrimonio UNESCO, la Tomba etrusca cosiddetta “Bartoccini”, ubicata a Tarquinia e riaperta al pubblico dal 2014, dopo l’inaugurazione da parte del Ministero dei Beni Culturali.

In essa son ben visibili un repertorio di dipinti, graffiti, scritte e croci templari medievali che dimostrano come fosse uso nell’Ordine la pratica di culti e d’iniziazioni a sfondo sessuale.

E’ Carlo Tedeschi, professore ordinario di paleografia latina presso l’Università di Chieti-Pescara, a raccontarci in una sua pubblicazione, dedicata al tema dei templari e dei loro riti sessuali, ciò che è stato trovato e periziato nella tomba.

Questo sepolcro del VI sec. a.c., ci racconta il professor Tedeschi, fu impiegato dai Templari come luogo sacro per le loro iniziazioni anticristiane e a sfondo sessuale. Al centro della camera funeraria c’è un’iscrizione in latino medievale che fa riferimento al Maestro templare Giovanni. Tutt’attorno sono visibili frasi incise che rimandano a giuramenti e a riti sessuali. In particolare campeggia la scritta dedicata ad un cavaliere del Tempio di nome Ranieri che ha compiuto queste ritualità all’interno della grotta.





Come ho descritto nel libro “La religione segreta dei Templari”, l’equazione “tomba-templari-riti sessuali-grotta” è presente anche nella piramide di Falicon, a 10 km dal comune di Nizza, all’interno della quale c’è una grotta, detta dei pipistrelli o dei vampiri (Ratapignata) nella quale sono stati trovati 7 simboli magici ed una testa dell’idolo Bafometto scolpita nella roccia. In questa grotta i monaci templari della guarnigione che stazionavano tra Montecarlo e Nizza, nel 1260, praticavano il loro celebre rito d’iniziazione anticristiano: lo sputo sul crocifisso, il rinnegamento di Cristo, l’adorazione dell’idolo protettore e i loro culti orgiastico-sessuali.







Le dichiarazioni spontanee del templare toscano Noffo Dei non fanno altro che rivelare questi contenuti appena descritti. Ci sono infatti gli sputi sulla croce e sull’immagine di Gesù Cristo, c’è l’adorazione di una testa barbuta terrificante chiamata Magumet, attorno alla quale i cavalieri pongono le loro cordicelle di frati, e poi con le stesse si cingono il ventre nudo. Poi ci sono i baci rituali sulla bocca, sull’ombelico, sull’ano. Il tutto si chiude con un culto orgiastico tra i fratelli anziani e i novizi.

La versione sarà ripetuta anche da Guglielmo de Plaisians, un funzionario di stato francese che disse agli uomini del re di Francia di essere a conoscenza di atroci crimini perpetrati dai Templari.  

Il templare Esquin de Floryan rivelerà più tardi, più in specifico, ciò che accadeva nei Capitoli segreti dell’Ordine del quale era stato testimone.

Leggiamo questo documento storico:

Al momento dell’ammissione tutti i Templari giurano di non abbandonare mai l’Ordine e di perseguire gli interessi con qualsivoglia strumento, giusto o sbagliato che sia. I capi dell’Ordine hanno stretto un’alleanza segreta con i Mussulmani, e in cuor loro, l’infedeltà mussulmana eclissa la fede cristiana, giacché a nessun novizio è chiesto di sputare sulla croce e calpestarla. I capi dell’Ordine sono uomini eretici, crudeli e sacrileghi che trucidano o mettono in catene il neofita che, scoperta l’iniquità dell’Ordine, desidera allontanarvene. Costoro, oltretutto, istruiscono all’aborto le donne gravide dei loro figli ed uccidono i neonati. Essi sono ammorbati dagli errori dei fraticelli, disprezzano il papa e l’autorità ecclesiastica ed hanno in dispregio i sacramenti, in specie quelli della penitenza e della confessione. Essi sono dediti ai più infamanti eccessi della depravazione e se qualche affiliato mostra ripugnanza davanti a tale condotta, costui è punito con la prigionia a vita. Le dimore dei Templari sono ricettacoli di tutti i crimini e gli abomini cui si possa pensare. L’Ordine opera per la consegna della Terra Santa nelle mani dei saraceni. Il Gran Maestro è insediato in tutta segretezza, alla presenza di pochi fratelli novelli, e che costui ripudia il proprio credo cristiano con azioni contrarie al diritto. Molte norme dell’Ordine sono incompatibili come la legge, profane ed avverse al cristianesimo. Che è fatto divieto ai membri, sotto pena di relegazione a vita, di rivelarle a chicchessia. Qualsivoglia sregolatezza o crimine per l’onore o il beneficio dell’Ordine non sono ritenuti peccati.

Questa dichiarazione inchioda i templari e viene portata da Filippo il Bello, re cristianissimo di Francia, e a Sua Santità papa Clemente V come prova testimoniale per agire contro l’Ordine.

Contemporaneamente a queste delazioni, le principali curie arcivescovili francesi stilano quest’altro documento di portata storica:

Ci è giunta la notizia, in base ai rapporti di persone degne di fede, che i fratelli dell’Ordine della milizia del Tempio, nascondendo il lupo sotto l’agnello e sotto l’abito dell’Ordine, insultano Gesù Cristo, già crocifisso per la redenzione del genere umano e lo coprono di ingiurie più gravi di quelle che egli soffrì sulla croce allorché, al momento del loro ingresso nell’Ordine, quando fanno professione di fede, viene presentata loro la sua immagine ed essi, con crudeltà orribile, gli sputano tre volte in faccia; poi spogliati dell’abito della vita secolare, nudi, sono posti in presenza di colui che celebra o del suo sostituto, e sono da lui baciati conformemente all’odioso rito del loro Ordine, prima sul sedere, poi sull’ombelico ed infine sulla bocca, ad onta della dignità umana: e dopo che hanno offeso la legge divina, con gesti abbominevoli ed atti cosi detestabili, essi si impegnano, con il voto della loro professione e senza ritenere di offendere la legge umana, a concedersi reciprocamente senza rifiutarsi quando ne saranno richiesti, per effetto del vizio di un orribile quanto odioso concubinato…perciò la collera di Dio si abbatta su questi figli dell’infedeltà: questa gente immonda ha abbondonato la fonte di acqua viva, ha sostituito la sua gloria con l’adorazione della statua del vitello d’oro e sacrifica agli idoli.

Le accuse fatte dagli ecclesiastici francesi contro l’Ordine sono postume rispetto a quelle del potere laico tedesco. Come rivela Enrico Bardellino “le prime accuse contro i Templari per il reato di apostasia risalgono a Federico II Hohenstaufen. Infatti, in una lettera a Riccardo di Cornovaglia, l’imperatore tedesco scriveva “I templari ricevono nelle loro dimore i sultani ed i loro uomini, con tutti gli onori ed il massimo zelo, adempiono alle loro superstizioni, invocano Bafometto e si abbandono a dissolutezze…”.




E’ poi il poeta tardo provenzale Rostan Berengario di Marsiglia a scrivere nero su bianco in merito alle capacità militari dei cavalieri templari e riguardo le loro vere intenzioni

I Templari sciupano il denaro destinato a riconquistare il Santo Sepolcro per farsi belli davanti al mondo; ingannano il popolo ed offendono Dio con la loro fiacca ostentazione (…) visto che così a lungo hanno consentito agli infidi turchi di mantenere il possesso di Gerusalemme e di Acri, visto che fuggono più veloci del falco reale, è peccato non liberarsi di loro una volta per tutte…”.

 


mercoledì 25 novembre 2020

LA BOLLA PAPALE DI SOPPRESSIONE DELL’ORDINE DEL TEMPIO: UN ALTRO DOCUMENTO STORICO DA CONOSCERE (Parte Seconda)

 

Cari amici, bloggers e semplici curiosi,

come avete potuto leggere nella prima parte di questo post, papa Clemente è il personaggio chiave nella caduta dei Templari. Se, all’inizio della vicenda, egli era diffidente nei confronti delle accuse mosse ai Templari dal re cristianissimo Filippo IV, divenne in seguito suo acceso sostenitore nel perseguire e perseguitare i cavalieri, macchiatisi di eresia a causa dei riti anticristiani praticati durante la particolare iniziazione-investitura all’Ordine.

Solo al Papa competeva la possibilità di salvare o meno l’intera Milizia. Clemente non lo fece e spiegò la sua posizione nella Bolla di soppressione dell’Ordine templare, la Vox in Excelso. Tra virgolette, quindi riporterò fedelmente alcuni passi significativi di questo documento storico. Tenete ben presente che, come era uso, il papa usa il plurale maiestatis e quindi parla usando il Noi.

Dopo essersi riferito ai Templari utilizzando alcune citazioni di passi dell’Antico Testamento, come “[…] hanno innalzato altari a Baal per iniziare e consacrare i loro figli agli idoli e ai demoni”, Clemente racconta di come, prima di salire sul soglio pontificio, era stato messo a conoscenza del ruolo dei Templari in Terra Santa, di come fossero stati descritti come “speciali combattenti della fede cattolica”, motivo per cui la “Chiesa li aveva circondati di onori, di libertà e privilegi”. Ora, scrive Clemente “ci era stato detto che fossero caduti nel peccato di un’abominevole apostasia contro lo stesso Signore Gesù Cristo, nell’odioso vizio dell’idolatria, nell’esecrabile vizio di Sodoma e in diverse eresie” ma “non abbiamo voluto prestare orecchio ad insinuazioni e voci simili”. Poi però “il nostro carissimo figlio in Cristo Filippo, illustre re di Francia, al quale erano stati denunciati crimini simili, spinto non da un sentimento di avarizia (poiché non voleva rivendicare o appropriarsi di alcuno dei beni dei Templari, disinteressandosi a quelli presenti nel suo regno e tenendosene ben lontano), ma per puro zelo della fede ortodossa, raccolse tutte le possibili informazioni su quello che era successo e fece arrivare a noi numerose e gravi notizie per mettercene al corrente. Tali crimini non hanno fatto altro che aumentare la cattiva reputazione dei Templari e del loro Ordine. Per di più un soldato della milizia, appartenente all’alta nobiltà, ci ha dichiarato in segreto e sotto giuramento che lui stesso, durante la sua iniziazione, su consiglio di chi lo ammetteva e dinanzi agli altri soldati della Milizia, aveva rinnegato Cristo e sputato sulla croce che il suo iniziatore gli aveva messo davanti […]Egli aveva sentito dire che le ammissioni all’Ordine si svolgevano in questo modo: che su esortazione del capo o di un suo delegato, il nuovo ammesso rinnegava Cristo e sputava sulla croce per insultare Cristo crocifisso; che poi il capo e l’iniziato commettevano atti illeciti e contrari all’onestà cristiana”.

Clemente aggiunge che molte erano le voci che si erano innalzate contro i Templari, quella del Re di Francia ma anche dei duchi, dei baroni, del clero e persino del popolo e che quindi aveva appresso che il Gran Maestro De Molay, assieme agli alti nobili dignitari, si erano macchiati di questi crimini, provati dalla confessione del Gran Maestro a Chinon e dalle dichiarazioni dei tanti cavalieri interrogati dai prelati e dalla Santa Inquisizione. In base a tutto ciò, dice Clemente, lui dovette aprire un’inchiesta. Lui stesso volle quindi interrogare 72 cavalieri, “in un luogo sicuro e benevolo in cui non avevano nulla da temere”, i quali gli resero le stesse confessioni che avevano precedentemente reso all’Inquisizione.

Il papa racconta nella Bolla che decide allora di incaricare suoi cardinali di fiducia affinché formino una commissione speciale con notai pubblici per interrogare il Gran Maestro e gli alti dignitari detenuti nella fortezza di Chinon.

Interrogati, il Gran Maestro e gli alti dignitari, scrive Clemente, confessarono a codesta commissione “senza violenza né terrore” che “quando erano stati ammessi nell’Ordine, avevano rinnegato Cristo e sputato sulla croce e che essi avevano accolto un gran numero di frati in egual modo, cioè facendoli rinunciare a Gesù Cristo e facendoli sputare sulla croce”. Clemente aggiunge “alcuni di loro confessarono anche altri crimini orrendi e vergognosi sui quali ora per il momento tacciamo”.

Ed ecco un altro punto significativo.  Clemente scrive che il Gran Maestro e gli alti dignitari dopo tali confessioni rese ai cardinali “chiesero l’assoluzione in ginocchio e con le mani giunte […] I Cardinali (poiché la Chiesa non chiude mai il suo cuore a chi ritorna da Lei) avendo ricevuto dal Gran Maestro, dal visitatore e dai commendatori l’abiura della loro eresia, hanno espressamente accordato loro, per nostra autorità, il beneficio dell’assoluzione secondo la forma consueta della Chiesa”.

Clemente aggiunge poi di essersi mosso per convocare a Vienne un Concilio per discutere della vicenda alla presenza di “cardinali, patriarchi, arcivescovi, vescovi, abati, prelati e procuratori”. Inoltre spiega le varie tendenze dei gruppi più rappresentativi in seno a quel Concilio. Molti sostenevano che, condannando i Templari, la Chiesa avrebbe arrecato un danno a se stessa e alla propria reputazione, soprattutto per la questione della Terra Santa, ma il papa continuò a sentenziare “Forse è vero che i precedenti processi svolti contro l’Ordine non permettono di condannarlo in modo canonico come eretico tramite una sentenza definitiva, tuttavia le eresie di cui è accusato lo hanno notevolmente diffamato ed un numero quasi infinito dei suoi membri, tra cui il Gran Maestro, il Visitatore di Francia e i principali precettori, attraverso le loro spontanee confessioni, sono stati convinti di tali eresie, di errori e di delitti; queste confessioni rendono l’Ordine molto sospetto”. Per questo motivo, dice in seguito Clemente, “noi, tenendo in conto solo di Dio e prendendo in considerazione il bene della situazione in Terra Santa, abbiamo ritenuto che bisognasse usare la misura preventiva e regolamentare per sopprimere gli scandali, evitare e conservare i beni destinati all’aiuto della Terra Santa. Considerando quindi l’infamia, il sospetto, le rumorose insinuazioni e gli altri elementi che depongono contro l’Ordine, considerando l’iniziazione occulta e clandestina dei frati nell’Ordine, considerando che tali frati sono stati allontanati dalle abitudini di vita comuni perché erano obbligati, durante l’iniziazione, a promettere e a giurare di non rivelare ad alcuno il modo in cui erano stati ammessi […] considerando i tanti orribili fatti perpetrati da un gran numero di frati […] la maggior parte dei Cardinali e circa i quattro quinti dei prelati del Concilio, hanno ritenuto conveniente che si seguisse la via preventiva, sopprimendo l’Ordine […] considerando che la Chiesa ha soppresso altri ordini importanti per ragioni minori, NOI SOPPRIMIAMO, NON SENZA AMAREZZA E DOLORE, CON UN PROVVEDIMENTO PERENNE L’ORDINE DEI TEMPLARI, LE SUE ISTITUZIONI, IL SUO ABITO ED IL SUO NOME, NON PER MEZZO DI UNA SENTENZA DEFINITIVA MA IN VIA PREVENTIVA E PER ORDINE APOSTOLICO, E CON L’APPROVAZIONE DEL CONCILIO, LO CONDANNIAMO ALL’INTERDIZIONE PERPETUA. VIETIAMO ESPRESSAMENTE A CHIUNQUE DI ENTRARE NELL’ORDINE, DI RICEVERE E PORTARE IL SUO ABITO E DI COMPORTARSI DA TEMPLARE. CHI CONTRAVERRA’ A QUESTO ORDINE, INCORRERRA’ NELLA SENTENZA DI SCOMUNICA IPSO FACTO”.


Riportato questo documento, c’è ancora qualcuno, accademico, storico, giornalista, archivista o altro, che in malafede vuole parlare di sospensione dell’Ordine templare oppure di assoluzione di questo Ordine da parte del papa?! Qualcuno di costoro vuole ancora sostenere che il re di Francia aveva architettato una trappola per incamerare i beni dell’Ordine?! Qualcuno di costoro vuole ancora convincere che il papa fosse un burattino nelle mani del re di Francia?! Qualcun altro vuole ancora far credere che i riti blasfemi dell’iniziazione fossero semplice goliardia militare?!

Un caro saluto,

dott. Michele Allegri